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Indice delle News del 2023
5.01.2023: In morte di Papa Benedetto XVI [vedi Documento]
Quale Chiesa? [vedi Documento]
22.01.2023: 1) Ricominciamo dal Credo
02.02.2023: 2) Una parabola di 5 secoli
13.02.2023: 3) Epilogo e precisazioni
28.02.2023: 4) False alternative
10.03.2023: 5) Cambiamento, rivoluzione o apostasia?
29.03.2023: 6) "Uno spettro si aggira per l'Europa"
17.04.2023: Persecuzione anticristiana (aggiornamenti)
28.04.2023: Corona inglese... Anglicani e Cattolici
11.05.2023: Controllo elettronico globale
29.05.2023: Il "caso Mortara"
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5.01.2023
In morte di Papa
Benedetto XVI
Vedi il Documento (presente anche in Archivio)
Quale Chiesa? [vedi Documento]
22.01.2023: 1) Ricominciamo dal Credo
02.02.2023: 2) Una parabola di 5 secoli
13.02.2023: 3) Epilogo e precisazioni
28.02.2023: 4) False alternative
10.03.2023: 5) Cambiamento, rivoluzione o apostasia?
29.30.2023: 6) "Uno spettro si aggira per l'Europa"
17.04.2023
Persecuzione anticristiana (aggiornamenti)
Il cristianesimo, la religione con più fedeli al mondo (quasi 2,5 miliardi di persone), è anche quella più perseguitata della storia* e del presente. E purtroppo tale persecuzione, dai tratti spesso anche molto violenti, non accenna a diminuire, ma anzi è in continuo aumento. Attualmente i cristiani perseguitati nel mondo sono 360 milioni!
In queste News ce ne occupiamo spesso (vedi ad esempio 4.07.2022 e 28.11.2022), non solo per un dovere di cronaca (controcorrente, visto come tali notizie siano in genere censurate!), ma per una doverosa e sentita comunione di fede con tanti nostri fratelli e sorelle in Cristo, che con la loro testimonianza, talora fino al martirio, scuotono quella fede spesso sonnolenta e pigra e persino in via d’estinzione di tanti cristiani dell’Occidente, specie europei.
* Tra le innumerevoli persecuzioni anticattoliche della storia, ricordiamo ad esempio, per rimanere nell’Europa occidentale, quella operata dagli Inglesi nelle stesse isole britanniche (vedi nel sito il documento apposito) e quella attuata dai rivoluzionari francesi, che anche nel territorio stesso della Francia (specie in Vandea) ha raggiunto incredibili livelli di ferocia (vedi nel sito il documento apposito).
C’è però chi ha ricordato (leggi), in occasione del 230° anniversario, che il 13.03.1793 iniziò il terribile genocidio dei Cattolici in Vandea. Tra l’agosto e il novembre di quell’anno i rivoluzionari giacobini vararono ben 3 leggi per decretare ufficialmente lo sterminio del “popolo” vandeano, che in nome della fede si opponeva alla violenta persecuzione anticattolica dei rivoluzionari. In pochi mesi, in questa regione francese, più piccola della nostra Umbria, furono uccise 117.000 persone (di cui il 70% donne), giungendo persino ad avvelenare le acque, ad inventare le “camere a gas” (uso di gas asfissianti) e ad utilizzare quei cadaveri per produrre sapone, lubrificanti e pelli per guanti e stivali. Solo nel villaggio di Luc-sur-Boulogne (l’episodio sarà narrato con orrore anche da Solzenicyn) il generale Cordelier fece uccidere in 4 giorni 564 abitanti, tra cui 110 bambini al di sotto dei sette anni.
Nell'apposito documento sulla "rivoluzione francese" (vedi) avevamo ricordato come in quella regione cattolica i rivoluzionari distrussero 10.000 case (in genere di poveri contadini) sulle 50.000 allora esistenti, soppressero quasi tutto il bestiame e la totalità delle coltivazioni; così i sopravvissuti sarebbero morti di fame! [cfr. R. Secher, Le génocide franco-français: la Vendée vengée (trad. it.: Il genocidio vandeano, Ediz. Effedieffe MI, 1989)]
Ecco la relazione del generale Westermann, comandante della spedizione contro la Vandea, fatta davanti alla Convenzione di Parigi al termine dell’impresa: “La Vandea non esiste più! È morta sotto le nostre libere sciabole, con le sue donne e i suoi bambini. Ho schiacciato i bambini sotto gli zoccoli dei miei cavalli, massacrato tutte le donne, che non genereranno così più dei banditi. Non ho da rimproverarmi di aver fatto prigionieri. Ho sterminato tutti … le strade sono disseminate di cadaveri. Ce ne sono tanti che in parecchi luoghi formano delle piramidi”!
Sempre il generale Westermann, parlando al “Comitato di Salute Pubblica” (!) di Parigi (dove sedevano gli adoratori della dea Ragione, della Libertà e della nuova Umanità): “Cittadini Repubblicani, non c’è più la Vandea! È morta sotto la nostra libera spada, con le sue donne e i suoi bambini. Ho sterminato tutti!”
Anche sui Cattolici uccisi dagli Anglicani in Inghilterra per non essersi piegati alla loro “separazione” dal Papa, attuata dal re Enrico VIII e dai sovrani inglesi suoi successori, è tornato di recente qualcuno, ricordando in un testo (Giuliana Vittoria Fantuz, Inghilterra di sangue. Quaranta martiri inglesi e gallesi da Enrico VIII a Carlo II, Ares 2022, con Prefazione del vescovo inglese R. Byrne e del Patriarca di Venezia, mons. F. Moraglia, con la conclusione di M. Giammusso, di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, e a Ph. Whitmore, già rettore del Collegio inglese di Roma) 40 martiri inglesi uccisi all’inizio dello scisma anglicano e canonizzati già da Paolo Vi nel 1970 (leggi). Nel nostro documento (vedi) avevamo ricordato come dal 1534 - anno in cui il re Enrico VIII si separò dal Papa, peraltro per motivi personali, e si mise a capo di una sua chiesa (Anglicana, da allora governata dai sovrani del Regno Unito) - almeno fino al 1681 si scatenò nei territori del Regno una violentissima persecuzione contro i Cattolici: si uccisero almeno 72.000 vescovi, preti, abati, monaci, frati, suore e numerosissimi fedeli cattolici (dato storico riportato persino dall’insospettabile storico protestante Raphael Holinshed).
La persecuzione anticristiana oggi
Attualmente i cristiani che nel mondo subiscono abusi, violenze, discriminazioni e ingiustizie sono 360 milioni (in 76 Paesi*), di cui 312 milioni (in 50 Paesi) subiscono forme estreme o molto elevate di persecuzione (dati ufficiali del rapporto annuale World Watch List 2023, che da 30 anni redige l’agenzia Open Doors). Sono purtroppo dati in crescita, specie in Asia (27 Paesi) e in Africa (19 Paesi), dove però i cristiani sono in aumento. (leggi) (leggi)
* In questi 76 Stati il livello di persecuzione è considerato “alto”; in 39 Stati (di cui 28 musulmani) il livello è considerato “molto alto”; in 11 Stati (di cui 8 musulmani) è considerato “estremo”.
I maggiori e violenti attacchi anticristiani sono ad opera dell’Islam (anche in Africa e in Indonesia); anche se il comunismo costituisce sempre una violenta oppressione
Il Paese con la peggiore persecuzione anticristiana è ancora la Corea del nord (dittatura comunista ereditaria, dove ogni libertà di culto è negata), dopo che per un anno era stato sorpassato dall’Afghanistan (abbandonato dagli USA e tornato in mano ai Talebani, integralisti islamici, che hanno eliminato o costretto all’esilio la maggior parte dei cristiani); il comunismo limita ancora la libertà religiosa a Cuba; ma ci sono numerose bande criminali comuniste che attaccano la Chiesa Cattolica in alcuni Paesi dell’America latina (Messico, Colombia); fortemente in crescita la persecuzione contro la Chiesa cattolica in Nicaragua (v. poi)]. In molti Stati dell’India anche l’induismo integralista rappresenta una seria minaccia contro i cristiani.
Possiamo dunque riconoscere che 1/7 dei nostri fratelli nella fede cristiana subisce nel mondo un livello alto di persecuzione. Secondo i dati ufficiali (ma nella realtà sono molti di più), nel 2022, a motivo della loro fede, sono stati uccisi 5.621 cristiani (15 al giorno), 30.000 sono stati aggrediti, picchiati o minacciati di morte, 5.259 sono stati rapiti*, 4.542 sono stati imprigionati senza processo. Sono in oltre state attaccate 4.547 case di cristiani e colpite 2.210 loro attività economiche.
* i rapimenti di cristiani (in genere a scopo di estorsione) sono passati nell’ultimo anno da 3.829 a 5.259 (di cui 5.000 solo in Nigeria, Mozambico e nella Rep. Dem. del Congo). Sono almeno 42 i sacerdoti rapiti (di 6 non si è avuta più notizia), l’ultimo dei quali è don Sylvester Okechukwu, sequestrato il 20.12.2022 in Nigeria.
Dobbiamo poi considerare le migliaia di cristiani costretti a fuggire dai loro Paesi: in primis dall’Afghanistan (dopo l’abbandono da parte degli USA/ONU), ma anche in tutto il Medio Oriente (specie dopo gli interventi occidentali e le minacce rappresentate dallo Stato Islamico).
Nonostante vanti ottimi rapporti (per motivi petroliferi) con gli USA e nonostante proprio da là venisse pure la maggior parte dei terroristi dirottatori dei voli dell’11.09.2001 (attacchi contro gli USA), l’Arabia Saudita è uno dei Paesi musulmani (patria di Maometto e centro dell’Islam) maggiormente ostili alla libertà di religione. Pur con qualche timida apertura (mentre nel 2022 è stata addirittura promossa la satanica festa di Halloween), rimane comunque ancora proibita la libertà di culto e l’apertura di chiese. (leggi)
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Secondo l’Agenzia Fides, che registra in particolare la persecuzione subìta dai “missionari” cattolici (intesi anche come operatori pastorali locali), i dati relativi al 2022 registrano quanto segue.
[Agenzia Fides (www.fides.org); qui lo speciale dell’Agenzia Fides con i profili dei missionari uccisi nel 2022. (leggi) e (leggi)]
Negli ultimi decenni ha continuato a crescere il numero di missionari uccisi: nel decennio 1980/1989 sono stati 115; nel decennio 1990/1999 604 (di cui 248 sacerdoti uccisi nel 1994 in Rwanda nel genocidio dei Tutsi); nel ventennio 2000 al 2020 526.
Nel 2022 sono stati uccisi 18 missionari: 12 sacerdoti, 1 frate, 3 suore (di cui 2 italiane: suor Luisa Dell'Orto e suor Maria De Coppi*), un seminarista e un missionario laico.
* Suor Maria De Coppi, missionaria comboniana uccisa a settembre durante un attacco di jihadisti al Shabaab alla sua missione, nel nord del Mozambico (Paese africano a maggioranza cristiana), andata quasi distrutta.
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Anche l’Agenzia ACS (Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”) ha reso noto i dati ufficiali raccolti nel 2022 in loco dalla propria organizzazione (leggi).
Attualmente sono 32 i sacerdoti cattolici arrestati dai governi a motivo della loro missione di fede e di cui non si hanno più notizie. Questo è un dato ufficiale; ma in realtà sono molto di più. Mancano inoltre dati precisi sulla situazione in Cina. La Chiesa cattolica cinese [su cui siamo spesso intervenuti (vedi ad es. 28.11.2022) e su cui ancora interverremo a parte] continua a vivere forti sofferenze e ingiuste imposizioni da parte del governo comunista, nonostante gli accordi segreti stipulati col Vaticano nel 2018 e rinnovati nel 2020 e nel 2022; particolari vessazioni subisce la cosiddetta “Chiesa sotterranea”, che non si vuole sottomettere alle gravi restrizioni e intromissioni ecclesiastiche dal parte del governo. Solo nei primi 5 mesi del 2022, nella sola provincia di Hebei, sono scomparsi più di 10 sacerdoti appartenenti alla Chiesa sotterranea di Baoding. Tra l’altro, secondo Open Doors, dal 2016 al 2022 sono state chiuse, distrutte o danneggiate più di 20.000 chiese.
La questione della Cina
Sulla questione della difficile vita per i Cattolici (fedeli all’autentica fede e Chiesa, non sottomessi ai diktat religiosi del governo comunista) in Cina, guidata dalla dittatura del Partito Comunista, sulla questione della cosiddetta “Chiesa patriottica” (sottomessa e fedele al governo comunista) e della problematica degli accordi con il Vaticano, siamo qui intervenuti più volte [cfr. 4.07.2022, 2.04.2022, 31.08.2021, 20.09.2019, 11.04.2019, 29.03.2019, 14.01.2019, 25.08.2018, 19.07.2018].
In Africa, dove sono ormai 20 i Paesi in cui i cristiani subiscono una grave persecuzione (su 54 Paesi del mondo analizzati da ACS), la più feroce persecuzione contro la Chiesa Cattolica è ad opera dei musulmani (specie legati ad al Qaeda o all’Isis); questo sia dove i cristiani sono minoranza (ad esempio in Mali), sia dove sono la maggioranza (come in Mozambico). Nuovo ingresso della violenza jihadista in Africa è il Togo, dove circa metà della popolazione è cristiana. La Nigeria (specie nella zona settentrionale) si conferma “epicentro” dei morti cristiani uccisi dai fondamentalisti islamici: siamo passati dai 4.650 (del 2021) ai 5.014 (del 2022) (ACS, tra il gennaio 2021 e il giugno 2022, ha registrato in Nigeria il tragico record di 7.600 cristiani uccisi). Ma, per rimanere nel continente africano, anche l’Eritrea conosce una sempre più forte persecuzione anticristiana, così da essere definita “la Corea del Nord africana” (recentemente sono stati pure arrestati, senza motivo, un vescovo e due sacerdoti, leggi).
In America centrale, una particolare situazione di sofferenza per la Chiesa Cattolica è data (al di là delle limitazioni alla libertà religiosa ancora operate dal comunismo a Cuba) dal governo comunista di Daniel Ortega in Nicaragua, divenuto particolarmente aggressivo contro la Chiesa cattolica dal 2018, fino a giungere negli ultimi mesi ad arrestare non solo 7 sacerdoti, un diacono e due seminaristi, ma addirittura un Vescovo.
Infatti mons. Rolando Álvarez, aperto oppositore del governo, dopo essere stato arrestato con l’accusa di “minaccia all’integrità nazionale” e posto poi ai “domiciliari”, è stato privato della cittadinanza nicaraguense; per essersi rifiutato di salire su un volo per gli Stati Uniti con altri 222 prigionieri, tutti oppositori del Presidente Ortega, è stato condannato a 26 anni di carcere (leggi), (leggi), (leggi), (leggi).
Sotto il regime sandinista di Ortega, molti preti vengono arrestati, i fedeli intimiditi, le TV cattoliche soppresse (leggi). I sacerdoti sono in pericolo (leggi). Il governo vieta le processioni, ma i fedeli talora le tengono ugualmente (leggi) o comunque gremiscono le Messe (leggi). [Protesta il vescovo di Matagalpa (leggi) (leggi). Si attendeva un intervento del Papa (leggi);giunto invece tardivamente (leggi)]
Nella drammatica situazione dell'Ucraina, una particolare sofferenza è vissuta dai cristiani. Oltre alla storica separazione degli Ortodossi dalla Chiesa Cattolica di Roma (comunque tuttora presente nel Paese), ora anche all'interno della Chiesa ortodossa s'è acuita una dolorosa divisione, dai connotati politici oltre che religiosi, a causa di comunità più autocefale (o comunque più legate al Patriarcato di Bisanzio/Costantinopoli) e quelle storicamente più legate al Patriarcato di Mosca!
Nell’attuale pericolosissima situazione (che potrebbe coinvolgere il mondo intero in un'apocalittica guerra!) di questo grande Paese dell’est-Europa, conteso tra le potenze occidentali (NATO-USA-UE) e la Russia (con l'appoggio cinese), anche tale delicata situazione dei cristiani dovrebbe suggerire una particolare attenzione e da parte della Santa Sede un più attento equilibrio, proverbiale in tali situazioni da parte della diplomazia vaticana, e forse una maggiore sensibilità ecumenica nei confronti del fondamentale Patriarcato di Mosca (tenendo presente che la Russia è stata esplicitamente nominata, agli ignari pastorelli di Fatima, dalla Madonna stessa nel 1917 vedi)!
Secondo ACS, 4 sacerdoti della Chiesa greco-cattolica, attivi nei territori orientali del Paese (sotto il controllo russo) sono stati arrestati (potrebbero essere accusati di “terrorismo” e persino essere stati torturati); di questi, 2 sono già stati riportati a forza nel territorio ucraino sotto il controllo dell’Occidente, mentre gli altri 2 sono ancora detenuti nelle zone orientali sotto il dominio russo. (leggi)
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Ultime notizie
India: intolleranza induista
Da quando (2014) il governo è guidato dal partito nazionalista indù (BJP: Bharatiya Janata Party), l’integralismo indù si è fatto sempre più aggressivo. Anche lo scorso anno si sono moltiplicati gli attacchi indù contro le chiese cattoliche (decine di aggressioni e atti vandalici), le false denunce contro sacerdoti e suore (accusati di forzare conversioni al cristianesimo) ed asfissianti controlli amministrativi e fiscali per rendere impossibile la vita di scuole e collegi cattolici.
In alcuni Stati dell’India (come nel Madhya Pradesh) la tensione è salita talmente che ad esempio anche in occasione della recente Settimana Santa la diocesi di Jhabua ha ricevuto minacce tali da indurre il Vescovo a chiedere la protezione della polizia delle chiese durante la celebrazione dei riti.
In quello Stato indiano si registra pure un crescendo delle intimidazioni di tipo “giudiziario”, specie sulle scuole cattoliche e sugli ostelli cattolici (collegi) per giovani studenti, a causa di continue ispezioni ordinate dalla Commissione nazionale per i diritti dell’infanzia presieduta da P. Kanoongo, un ex militante della organizzazione paramilitare nazionalista indù Rashtriya Swayamsevak Sangh. Si è arrivati in questi giorni (fine marzo), nel distretto di Jabalpur, ad arrestare il preside di una scuola e a minacciare l’arresto del vescovo, mons. Gerald Almeida.
Le accuse sono di truffa, ma si spingono soprattutto su presunti abusi e conversioni forzate.
In realtà tali scuole e collegi cattolici, pur non chiedendo un’adesione di fede cristiana, permettono a molti ragazzi e giovani, specie provenienti dalle zone rurali, di accedere agli studi, in genere proibiti dai pregiudizi e dalle discriminazioni imposti dal sistema indù delle caste (la loro emancipazione è mal vista da molti perché sono dei dalit, dei fuori casta); e questo accresce l’ostilità nei confronti dei cristiani.
Persino i funerali, su istigazione dei nazionalisti indù, possono diventare occasione per infierire sui cristiani, per discriminarli e umiliarli, specialmente se sono dei tribali convertiti. L’ultimo caso di cui si ha notizia si è verificato nel villaggio di Bhejripadar (Stato del Chattisgarh) il 19 marzo scorso. Una donna tribale di recente convertitasi con tutta la famiglia al cristianesimo è deceduta. I parenti ne hanno organizzato le esequie e la sepoltura secondo la tradizione cristiana; ma alcuni membri del Bajarang Dal, ala giovanile del movimento nazionalista indù Baarang Dal, si sono opposti e hanno convinto gli abitanti del villaggio che la salma doveva essere cremata come prevedono le tradizioni tribali. Hanno quindi attaccato il corteo funebre con lancio di pietre, costringendo i parenti ad abbandonare la bara per strada e fuggire; solo con l’intervento della polizia si è riusciti dopo giorni a dare degna sepoltura alla donna. (leggi)
La persecuzione contro i cristiani da parte induista si fa talora aspra e pericolosa (leggi). A Tamil Nadu alcuni cristiani sono stati aggrediti addirittura da un funzionario di governo (leggi). A Madhya Pradesh, nazionalisti indù hanno attaccato un pullman di ragazzi cristiani che si stavano recando ad un incontro diocesano (leggi). Ecco infine un ricordo del padre gesuita Swamy, morto lo scorso anno dopo 9 mesi di dura detenzione a motivo del suo impegno di difesa delle tribù locali (leggi).
Pakistan
Conversioni forzate all’islam
Faisalabad. Un povero uomo cristiano, rimasto vedovo 6 anni fa con 4 figli minori a carico, mantiene la famiglia facendo il manovale a giornata. La figlia di 12 anni (Hoorab Masih) è stata rapita a fine dicembre e convertita forzatamente all'Islam. (leggi)
Cristiana in carcere da 19 mesi per blasfemia
Islamabad. Shagufta Kiran, donna cristiana e madre di quattro figli, è in carcere da 19 mesi accusata di blasfemia (in base ad alcuni commenti pubblicati su un social network). Il giudice ha rifiutato la richiesta di scarcerazione su cauzione. Voice for Justice: "Casi in continuo aumento, i tribunali sono succubi delle minacce degli estremisti". (leggi)
In Bangladesh un cristiano di 35 anni è stato rapito, ucciso e fatto a pezzi da un musulmano (leggi).
Anche in Indonesia cresce la persecuzione contro i cristiani da parte dei musulmani (leggi)
Myanmar: chiese attaccate e distrutte
Il Myanmar (ex Birmania) dal 1°.02.2021 è sotto un regime militare che opera violenze sulla società e pure sulla Chiesa (vedi News, 23.03.2021, con i drammatici servizi di AsiaNews del 5.03.2021 vedi e del 23.03.2021 vedi). Anche il 30 dicembre scorso l’esercito birmano ha bombardato una chiesa cattolica (parrocchia di san Michel, villaggio di San Hka, nello Stato Kachin), provocando la morte di un uomo di 52 anni e 5 feriti (leggi). Ha distrutto pure la storica chiesa dell’Assunzione a Chan Thar, eretta nel 1894; i soldati, prima di appiccare il fuoco all’edificio sacro, lo hanno oltraggiato bevendo e fumando all’interno. Nell’ultimo anno il villaggio è stato attaccato quattro volte dai miliari, senza scontri né provocazioni. Nell’area infatti convivono da secoli in armonia cattolici e buddisti. (leggi)
Alle proteste dei Presuli locali (dal card. Bo ai Vescovi di Mandalay e Taunggyi) (leggi) s'è aggiunta anche la voce del Papa (Angelus del 19.06.2022 e del 22.01.2023).
Iran. Crescita di persecuzioni anticristiane
Il 2022 ha segnato in Iran una crescita di persecuzioni anti-cristiane (leggi): 134 fedeli sono stati arrestati a causa della fede cristiana (nel 2021 erano stati 59), 30 hanno subito condanne al carcere o all’esilio, 61 hanno scontato un periodo in prigione (nel 2021 erano stati 34). Col pretesto del Covid molte chiese cattoliche non sono più state riaperte al pubblico; e persino incontri di preghiera nelle case sono stati proibiti (con minaccia di reclusione fino a 10 anni).
Quindi, contrariamente a quanto affermano i vertici di Teheran, il Paese è ancora lontano dal garantire la libertà religiosa. Al contrario, le minoranze religiose (compresa quella cristiana, sia le comunità “riconosciute” come la Chiesa Caldea e quella Armena, sia i convertiti, che non beneficiano di diritti costituzionali) sono “sistematicamente” private del diritto di praticare il loro culto.
Tuttora (inizio 2023) 17 cristiani sono in carcere, con condanne fino a 10 anni, per aver “agito contro la sicurezza nazionale” o per “propaganda contro il regime”; in realtà chiunque non professi l’islam sciita, predominante nel Paese, viene bollato come “minaccia” alla Repubblica e ai suoi valori. Durante lo scorso anno sono emersi 49 casi di “torture psicologiche”, 98 denunce di abusi (ma il dato reale è di gran lunga maggiore perché spesso le vittime non riportano le violenze subite) e 468 cristiani sono stati denunciati, spesso persino da parenti non cristiani.
In tutto l’Iran sono autorizzate solo 4 chiese di lingua persiana (cioè per i fedeli locali); è vietato l’ingresso di nuovi fedeli, che sono per questo in calo progressivo; sarebbero in totale 70. (leggi)
La Turchia respinge cristiani iraniani
I cristiani in fuga dall’Iran sono spesso bloccati o espulsi dalla Turchia, anche con gravi pressioni psicologiche perché tornino indietro (le famiglie vengono divise, ai padri è concesso di vedere i figli una volta a settimana per 15 minuti). Ad esempio 17 persone appartenenti a 5 famiglie cristiane, profughi dall’Iran, sono state fermate e inviate nei centri di permanenza per essere rimpatriate (c’è un video-denuncia sui social). (leggi)
Iraq: cristianesimo perseguitato
Dopo le guerre di “liberazione” dell’Iraq da parte dell’Occidente (USA/ONU) nel 1990/1991 e nel 2003 e il ritiro nel 2021 (vedi documento sulle “Democrazie occidentali”), e soprattutto con l’avanzata dello Stato Islamico (ISIS) nel 2014, la storica presenza dei cristiani in quella terra che diede i natali ad Abramo e vi trovò già le prime comunità cristiane, i cristiani in Iraq, come del resto nel vicino Medio Oriente, hanno conosciuto un forzato e drammatico calo numerico: dai già ridotti 300.000 presenti ancora nel 2014 si è passati ai circa 150.000 rimasti nella primavera del 2022 (fonte: ACS).
In tutto il Medio Oriente da decenni è in atto un continuo esodo di cristiani, di fatto costretti a fuggire non solo per le condizioni economiche ma soprattutto per quelle politiche e belliche causate dai musulmani e dalle potenze straniere. Secondo l’ultimo rapporto di ACS, ad esempio nei territori palestinesi della Cisgiordania i cristiani sono passati in pochi anni dal 18% a meno dell’1% della popolazione (solo negli ultimi mesi sono fuggiti in 5.000). In Siria dall’inizio della guerra (2011) ad oggi i cristiani sono passati dal 10% a meno del 2% della popolazione. (leggi)
Ecco la testimonianza di una suora: “Ci sono stati attacchi da parte dell’Isis che possono ritenersi infernali; attacchi in cui abbiamo vissuto momenti terribili: vittime, sangue, dolore e sofferenza. Ricordo una notte in cui le nostre chiese e le nostre comunità hanno aperto le porte a chi aveva bisogno; in una sola notte sono arrivate 5.000 famiglie depredate di tutto. Le guerre, in fondo, le abbiamo sempre vissute, ma dopo la caduta di Saddam Hussein, il tutto si è andato sempre più accentuando”. (leggi)
Procede la causa di beatificazione di un giovane sacerdote cattolico (caldeo), Ragheed Ganni, prima minacciato e poi ucciso a Mosul nel 2007, assieme ai tre accoliti che erano con lui, da un gruppo di jihadisti (leggi).
Uccisioni e rapimenti in Nigeria
In Africa permane sempre forte la persecuzione contro i cristiani specie da parte islamica (leggi) (leggi). Sempre grave rimane la situazione in Nigeria (leggi), complice il silenzio UE (leggi).
Abbiamo sopra ricordato come la Nigeria, specie nella parte settentrionale sub-sahariana, sia uno dei territori di maggior pericolo per i cristiani, specie ad opera di gruppi estremisti islamici (spesso alleati con tribù di pastori locali), sia per gli attacchi terroristici, le uccisioni (5.014 solo nel 2022), i rapimenti a scopo di riscatto e le distruzioni di edifici sacri e abitazioni.
Ad esempio, il 20 gennaio scorso, nel villaggio di Chawai Chiefdom (Stato di Kaduna), uomini armati erano intenzionati a rapire il parroco (Joseph Shekari) della chiesa cattolica di Santa Monica; ma non trovandolo, perché fuori sede, hanno rapito allora un catechista (Kefas Ishaya)(leggi). Qualche giorno prima, padre Achi è morto nell'incendio, appiccato da ignoti assalitori, nella sua parrocchia dei Santi Pietro e Paolo nel villaggio di Kifin-Koro (Paikoro). Padre Achi era presidente della sezione locale della Associazione Cristiana della Nigeria; nel Natale del 2011 era già scampato ad un attacco di Boko Haram (quando un attentatore suicida si era fatto esplodere nella chiesa cattolica di Madalla, sobborgo di Abuja), provocando la morte di 37 persone e il ferimento di 57; era pure scampato miracolosamente a violenze e tentativi di rapimento. (leggi)
Strage di cristiani nella Settimana Santa
L’ultima strage di cristiani in Nigeria si è verificata proprio nella Settimana Santa, nello stato del Benue: 94 persone sono morte in una serie di attentati contro le comunità cristiane di questa zona della Nigeria centro-settentrionale, ormai oggetto di un’escalation di violenze da parte delle milizie islamiche.
Le violenze sono riprese il 2 aprile, quando un gruppo di uomini armati ha preso d’assalto la funzione della Domenica delle Palme presso una chiesa di Akenawe-Tswarev nella contea di Logo, nello stato di Benue, uccidendo un ragazzo e rapendo il pastore e altri fedeli. Tre giorni dopo, il 5 aprile, sono stati uccise circa 50 persone nel villaggio di Umogidi, situato nella contea di Utokpo, vera e propria roccaforte cattolica nel Benue occidentale. In un crescendo di violenze gli attacchi sono continuati la notte del Venerdì Santo, in cui decine di persone sono state uccise da soldati musulmani che hanno fatto irruzione in una scuola elementare nel villaggio di Ngban, rifugio per circa 100 agricoltori cristiani sfollati e le loro famiglie. L’attacco ha provocato la morte di 43 persone e il ferimento di oltre 40 civili. (leggi)
Congo
Infine, per rimanere in Africa, anche nel Congo, nel Nord Kivu, un mese fa islamici di matrice jihadista hanno fatto irruzione, armati, in una chiesa proprio durante la S. Messa domenicale, uccidendo 17 persone.
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Un discorso a parte merita quella forma soft di violenza anticristiana che costituisce la “cristianofobia” (emarginazione culturale, sociale e politica della Chiesa cattolica, specie della morale cattolica), presente pure nelle più avanzate democrazie dell’Occidente (USA, UE, ma anche della stessa ONU) (vedi). Si tratta di due fronti: quello “laicista” (che impone i propri diktat anti-cristici sotto forma di “diritti”) e quello del fondamentalismo islamico importato in Europa occidentale dall’immigrazione selvaggia o, specie in Francia, già di seconda generazione (vedi).
Su questo interveniamo spesso, a parte.
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28.04.2023
Corona inglese ... Anglicani e Cattolici
Com’è noto, il prossimo 6 maggio Carlo III sarà ufficialmente incoronato sovrano del Regno Unito (Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri 14 reami del Commonwealth).
Sarà l’accesso al trono del più anziano (73 anni) sovrano inglese (qualcuno aveva persino ipotizzato che il trono potesse passare direttamente al figlio William, già quarantenne).
In quanto sovrano inglese, come dal doloroso “scisma” di Enrico VIII in poi, Carlo III è anche Capo della Chiesa Anglicana ("Supreme Governor of the Church of England").
Lo scorso anno (2022) abbiamo prodotto un documento (vedi) su quanto avvenne appunto in Gran Bretagna nel XVI secolo (1534), col violento affermarsi, ad opera dei sovrani, della sedicente Chiesa Anglicana, sotto la guida dei sovrani inglesi, e la conseguente persecuzione dei Cattolici, che nei soli primi 150 anni portò all’eliminazione fisica di almeno 72.000 vescovi, preti, abati, monaci, frati, suore e numerosissimi fedeli cattolici (come abbiamo ricordato anche nella New precedente) e proseguì poi con l’emarginazione dei Cattolici dal consorzio della vita pubblica.
Siamo tornati su alcuni dati in merito anche in occasione della morte della Regina Elisabetta II (vedi News, 14.09.2022).
Anche la solenne cerimonia dell’incoronazione, come già le esequie delle Regina Elisabetta (vedi), avverrà ovviamente nella gloriosa chiesa gotica londinese di Westminster Abbey, costruita dai Cattolici nell’XI secolo ed usurpata dagli Anglicani nel XVI secolo.
In queste circostanze, come del resto per tutto ciò che concerne le famiglie reali (gossip compreso), si può peraltro notare come il grande pubblico mondiale, nonostante tutta l’enfasi sulle moderne “democrazie”, rimanga incollato alle TV, ai video, alle trasmissioni e ai giornali che rendono partecipi di tali eventi (si parla di oltre 2 miliardi di telespettatori).
La grande enfasi con cui in Italia si festeggia la Repubblica (2 giugno), fin dal Referendum del 2.06.1946 (vinto peraltro per poco e forse pure con brogli dai favorevoli alla “repubblica”), e si pensò come anacronistica la scelta di vivere in una “monarchia”, ha forse fatto dimenticare come anche in Europa molti Paesi che vengono considerati persino più civili e avanzati del nostro sono tuttora monarchie: oltre appunto al Regno Unito, sono monarchie la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, l’Olanda, il Belgio, la Spagna; ci sono pure, sempre in Europa, persino dei Principati, come Monaco (Monte-Carlo), il Liechtenstein e Andorra (tuttora con un Principe-Vescovo ed un territorio suddiviso in Parrocchie), oltre alla Città del Vaticano (che, politicamente, è una “monarchia assoluta non ereditaria”, che concentra cioè tutti i poteri in una persona, il Papa, eletto a vita).
Certo, nonostante i costi che comportano non solo le cerimonie ma le vite dei Reali, il loro potere è poco più che formale. Persino il Presidente della Repubblica italiana ricopre per la Costituzione un potere istituzionale e politico ancor maggiore di quello del sovrano inglese.
Nei secoli scorsi gran parte del dominio sul mondo era effettivamente in mano agli Inglesi.
Ricordiamo inoltre che ufficialmente anche la Massoneria è nata a Londra il 24.06.1717 e tuttora esercita un grande potere nel Regno e nel mondo.
La loro lingua è diventata (ed ora lo è più che mai) quella ufficiale e obbligatoria del mondo intero (vi si sottraggono, ovviamente e persino in modo ostentato, i Capi di Stato di Russia e Cina). Persino il tempo e i meridiani si calcolano in base alla posizione di Londra (Greenwich/GMT).
Dopo la violenta colonizzazione dell’America settentrionale (vedi), fino a far quasi del tutto sparire le popolazioni indigene, gli Inglesi d’America (ed anche in questo la massoneria ha avuto un ruolo predominante) si sono resi economicamente indipendenti da Londra (v. Rivoluzione del 1776) e pian piano hanno essi stessi assunto il ruolo di massima potenza mondiale. Un potere enorme che tuttora persiste, anche se forse non si accorge di quanto il mondo stia cambiando e quali nuove forze stiano sorgendo da Oriente (vedi documento sulle “democrazie occidentali”). Un'ottusa e ormai miope presunzione globalista che provocherà catastrofi prossime venture!
Intanto già dagli anni ’60 del secolo scorso, al di là di quel solenne formalismo che specie in circostanze solenni come queste ama ripresentarsi in tutta la sua ingessata ritualità, le nuove generazioni hanno conosciuto un radicale cambiamento di mentalità ed un tracollo anche morale da divenire persino ingovernabili [nel documento citato avevamo pure ricordato, oltre a tutta la nuova musica nata là in quegli anni (The Beatles), il satirico film di Alberto Sordi “Fumo di Londra” (1966), che già allora mise simpaticamente a nudo tale ipocrisia (vedi il film completo)].
Torniamo ancora sul fatto che Carlo III, in quanto nuovo sovrano inglese, è anche Capo della Chiesa anglicana.
Da Enrico VIII, che nel 1534 si separò dal Papa e dalla Chiesa Cattolica (fondata da Gesù Cristo) e si mise a capo di una sua Chiesa (anglicana), costringendo i suoi sudditi ad aderirvi, non solo il sovrano inglese, ma pure nessuno della famiglia reale può essere cattolico!
Secondo l’Act of Settlement del 1701 (legge piena di livore anticattolico) il divieto di essere cattolici coinvolge tutta la famiglia reale, non solo quelli in diretta linea di successione al trono: in teoria un membro della famiglia reale inglese può sposare chi vuole, anche di fede ebraica, buddista, musulmana, induista e perfino un ateo militante (i figli devono però essere educati nella confessione anglicana); l’unica proibizione riguarda la fede cattolica!
Persino l'allora Principe consorte Filippo d’Edimburgo (peraltro membro ufficiale dell'alta Massoneria), d’origine greca, per sposare la Regina Elisabetta II dovette abiurare dalla Chiesa ortodossa per abbracciare la Chiesa anglicana. E nonostante che solo nel 2015 (dallo scisma del 1534!) tale "Act of Settlement" sia stato emendato come anacronistico (forse riconoscendo la poca importanza, nonostante l’ostentata ritualità di questi grandi eventi, che la religione riveste comunque oggi nella vita pubblica), persino a Meghan Markie (cattolica, anche se divorziata), per sposare il principe Harry il 19.05.2018, fu chiesto di abiurare dalla fede cattolica; cosa che fece prontamente!
A proposito, c’è da poco nel Regno Unito un’altra novità assoluta: per la prima volta il Primo Ministro (Rishi Sunak) non solo non è anglicano ma non è neppure cristiano; è infatti di origine indiana e di religione induista. Insomma: l'unica discriminazione è quella contro i Cattolici!
La Chiesa anglicana, sempre più all’inseguimento delle logiche mondane e delle nuove ideologie dominanti, approva ormai di tutto, fino al punto di avere sacerdoti (e persino Vescovi!), non solo sposati (e pure divorziati) e anche donne, ma persino omosessuali conviventi. Per questo, al di là delle divisioni storiche tra le stesse confessioni anglicane (esistono diversi tipi di chiese e comunità anglicane, specie in Scozia), ci sono anche spaccature interne a motivo proprio di queste azzardate scelte morali (leggi in merito una recente notizia).
In questo senso, negli ultimi decenni, non sono pochi gli Anglicani che tornano nella Chiesa cattolica!
Tra l'altro si osserva come tali nuove adesioni alla Chiesa Cattolica, che ha un significativo riscontro anche tra i giovani, sono in genere assai fedeli alla pura e bimillenaria tradizione della Chiesa, a livello non solo dottrinale, ma anche liturgico (Vetus Ordo)! [vedi ultima parte del documento citato]
Benedetto XVI, con un documento apposito del 4.11.2009 (Cost. Apost. Anglicanorum coetibus, circa l’istituzione di Ordinariati personali per Anglicani che entrano nella piena comunione con la Chiesa Cattolica) stabilì appositi percorsi canonici per tale fecondo rientro.
A proposito di Benedetto XVI, ricordiamo il suo straordinario viaggio compiuto in Inghilterra nel 2010 (vedi): impressionante fu ad esempio il concorso di folla, anche di giovani, alla serale Veglia di preghiera col Papa tenutasi nientemeno che ad Hyde Park a Londra (leggi), per non parlare della grande partecipazione di popolo (e siamo in Inghilterra!) alla S. Messa celebrata il giorno dopo a Birmingham, con la Beatificazione del grande teologo John Henry Newman, figura eminente di pensatore e pastore inglese, convertitosi dall’anglicanesimo al cattolicesimo e creato poi cardinale (leggi l’omelia).
Ecco in proposito due recenti testimonianze: di un ex-vescovo anglicano divenuto sacerdote cattolico (ordinato nuovamente, in quanto alla Chiesa anglicana manca la successione apostolica) (leggi) e quella di un altro ex-vescovo anglicano convertito al cattolicesimo, sul prossimo Sinodo (leggi).
Ecco invece due recentissime notizie che delineano, se ce ne fosse ancora bisogno, l’attuale grave “stato confusionale” della Chiesa cattolica …
Il 18 aprile scorso, all’altare papale della Cattedrale di Roma (S. Giovanni in Laterano, “Mater et Caput omnium Ecclesiarum”), un vescovo anglicano (Jonathan Baker, rimasto anglicano, peraltro persino divorziato e risposato e notoriamente legato alla massoneria) ha celebrato con 50 preti anglicani (del gruppo cosiddetto di vetero-anglicani, ma pur sempre scismatici). Tale vescovo (che tale non è poiché la confessione anglicana ha perso la “successione apostolica” e quindi, come ricordato da papa Leone XIII, gli Anglicani non possono celebrare validamente alcun sacramento) ha pure occupato la gloriosa sede papale che troneggia nell’abside della Cattedrale.
La S. Sede, in occasione dell’incoronazione di Carlo III, ha regalato al nuovo sovrano una reliquia della S. Croce di N.S. Gesù Cristo, che il sovrano ha fatto incastonare nella sua corona!
Così conferma il direttore della Sala Stampa Vaticana: "Posso confermare che i frammenti della reliquia della Vera Croce sono stati donati dalla Santa Sede all’inizio di aprile, tramite la Nunziatura Apostolica, a Sua Maestà il Re Carlo III, Supreme Governor della Chiesa d’Inghilterra, come gesto ecumenico in occasione del centenario della Chiesa Anglicana in Galles".
Ogni commento è superfluo …
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11.05.2023
Controllo elettronico globale
Un potere sempre più inclusivo ed invasivo
Altre volte siamo intervenuti su questo argomento, con documenti appositi [cfr. documenti/News del 23.01.2022 (vedi), del 1.07.2021 (vedi) e del 9.07.2020 (vedi), oltre ad altre News]. Aggiungiamo ora qualche recente notizia in merito.
L’avvento dell'elettronica ha costituito certo una grande rivoluzione nella vita personale e sociale, al pari dell’invenzione dell’elettricità. Tutto, in poco tempo e soprattutto attraverso internet, s’è enormemente velocizzato, così da poter disporre persino “in tempo reale” (strana questa dicitura, applicata peraltro ad un mondo che invece è virtuale) di una oceanica massa di documenti, la cui ricerca, solo pochi decenni orsono, avrebbe richiesto, laddove possibile, mesi e mesi di lavoro.
In 30 anni si è passati dall’onnipresenza del computer (40 anni fa ancora inutilizzato a livello domestico personale; si chiamerà infatti pc: “personal computer”), così da rendere ormai impossibile la vita senza di esso, all’uso persino patologico* dello smartphone, inteso ormai come vera e propria “protesi umana”, senza la cui presenza costante ed attiva la maggior parte della gente, a cominciare dalle più verdi età, non resisterebbe neppure un’ora.
L’arrivo dei social, peraltro in mano a pochi e potentissimi “privati” e tutt’altro che ideologicamente “neutri” (vedi poi), ha infine obbligato, pena appunto l’essere esclusi dal moderno consorzio umano e considerati a-sociali, specie appunto tra giovani e adolescenti, a tenere e condividere una sorta di “telecronaca diretta" della vita. Non contra ormai più vivere un’esperienza, tanto meno se essa sia buona o cattiva, ma riprenderla e condividerla immediatamente. Ciò vale anche per i filmati, le notizie, gli avvenimenti: ciò che conta è che circolino velocissimamente, senza mai il tempo per pensare, tanto meno per fare un ragionamento. Oggi vediamo poi persone che non guardano neppure più la realtà “dal vivo” (fosse pure uno stupendo panorama), ma sono solo preoccupate di riprenderla per archiviarla e soprattutto per condividerla immediatamente. Allo stesso modo appare ormai normale che persino in un gruppo di ragazzini, solo apparentemente in compagnia, ciascuno sia singolarmente impegnato a guardare il proprio smartphone!
* Sulle “patologie” dei ragazzi (veri e propri disturbi mentali!), legate all’uso spasmodico e persino compulsivo dello smartphone e dei social, c'è ormai un'ampia letteratura medica; di recente 1200 famiglie sono giunte addirittura ad intentare causa legale contro i social (leggi).
L’oceano di informazioni possibili è talmente vasto che, nonostante l’enorme quantità di tempo che la maggior parte della gente offre quotidianamente a questo “idolo” (pc o smartphone che sia), oltre a dover ricorrere ovviamente ai potenti “motori di ricerca” e affidarsi ai “padroni” dei social, tutt’altro che neutrali (v. poi), salta rapidamente da un sito ad un altro, senza soffermarsi su nulla, senza riflettere e pensare! Inoltre, per semplificare le ricerche (in realtà diventando sempre più “tracciabili”!), si è continuamente invitati a scaricare innumerevoli "app" (guai a chiamarle “applicazioni”). [Sull’invasività delle app, vero e proprio potere digitale, leggi]
Così pare ormai che l’attenzione dei fruitori di tali notizie o articoli non superi le poche righe o i pochi secondi! Tutto deve essere consumato velocemente, non tanto perché manchi il tempo, quanto per passare a sempre nuove notizie, da raccogliere e poi dimenticare nell'arco di un giorno al massimo. Fermarsi a "pensare", capire, ragionare, è roba ormai da pochi "eletti"! Ultimamente si osserva poi che un audio, che non superi ovviamente i pochi minuti, registra maggiore attenzione che non uno scritto, sia pur breve (inoltre l'audio può essere ascoltato facendo anche altro e in ambienti diversi); così anche famosi articolisti optano sempre più per questa forma “vocale” di intervento.
Soffermiamoci ancora, come appunto s’è fatto in passato (cfr. documenti sopra citati), sul vero e terribile risvolto che tale potere di informazione e comunicazione comporta, addirittura come primo movente: ogni persona e ogni sua attività, persino ogni sua scelta (e pensiero), diventa così sempre più tracciabile, archiviabile, vendibile, utilizzabile dal potere, non solo commerciale ma statale e persino globale!
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Tale potere ha avuto peraltro un eccezionale banco di prova sociale nella appena trascorsa era pandemica.
Si chiama già così, anche se in realtà sono stati solo 3 anni (2020/2023); ma il potere globale (della politica, per non dire della Big-Pharma) desidererebbe lasciare l'umanità costantemente sotto questa presunta “spada di Damocle”, cioè sotto la minaccia di sempre nuove possibili pandemie e soprattutto sotto il ricatto di salvezza offerta da sempre nuovi vaccini! Comunque, se non si riuscirà nell'intento, il potere globale ha sempre pronta ormai l’emergenza “ecologica”, con le sue menzogne e i suoi diktat (vedi).
Sarebbe bene ricordare quanto tale potere (economico, politico, di comunicazione di massa a senso unico e senza alcuna possibilità di dissenso) abbia costretto milioni di persone, anche in Italia, a sottoporsi anche alle più irrazionali disposizioni governative (vedi ad esempio quanto qui sottolineato nella News/documento del 12.10.2021). Oltre a censurare (tuttora!) la vera causa del Covid-19 e senza mai approfondire la questione della sua reale trasmissibilità [nei primi tempi si parlò pure del "tatto", con relativo obbligo dei guanti, e si ostentò, anche da parte delle massime autorità, il saluto col gomito invece che la stretta di mano; invece mai si è esaminata la possibilità di trasmissione ad esempio attraverso i cani; ora anche la Pfizer (USA), che tanto ha influenzato le scelte dei governi occidentali (Vaticano compreso!), ha ammesso che i vaccini non impediscono la trasmissibilità del virus! (come la mettiamo allora col greenpass, vero e proprio "lasciapassare" per vivere?]. Col totale "lockdown" si sono inventate limitazioni totalmente irrazionali (si poteva andare dal tabaccaio ma non in chiesa, neanche da soli), con tanto di interventi armati nei confronti dei possibili dissidenti (fosse anche un solitario corridore sulla spiaggia, inseguito con l’elicottero, o l’intervento della polizia municipale fino ad interrompere in modo blasfemo la celebrazione solitaria della S. Messa di un sacerdote), che si sono poi protratte in altre assurde limitazioni (il “coprifuoco” dalle ore 22: perché il virus di notte era più pericoloso?), fino al dogma della capacità difensiva della fatidica “mascherina”, vero e proprio simbolo di sudditanza agli ordini statali. Ricordiamo in proposito i continui DPCM, anche in piena notte, a loro volta succubi di sedicenti Comitati tecnico-scientifici. Il tutto creando mediaticamente (a tambur battente!) un vero e proprio “panico sociale”, pilotato, unilaterale ed ossessivo, fino a provocare in molti disturbi psichici e fobie sociali! ... Tanto per ricordare qualcosa!
S'è trattato, tra l'altro, di un vero e proprio “esperimento sociale”, per dimostrare, col ricatto sanitario (la salute fisica come unico ideale permesso), come lo Stato possa improvvisamente abolire le leggi, la democrazia e i diritti fondamentali, invadendo persino la vita privata dei cittadini.
E purtroppo in tutto ciò anche la Chiesa Cattolica si è mostrata totalmente prona al potere, rinunciando a se stessa e persino ai Sacramenti!
Quando poi s’è trattato della presunta “salvezza”, annunciata come un vero e proprio “Messia”, portata, senza vera base scientifica (senza reale adeguata sperimentazione e persino con gravissime reazioni avverse) e sotto pressione di enormi poteri commerciali, dal sedicente vaccino, allora l’invasività statale s’è spinta fino a far perdere il posto di lavoro ai dissidenti (considerati suicidi-omicidi anche dai vertici dello Stato!) e a costringere ad un’obbedienza cieca ed assoluta. Ed anche in questo caso l’elettronica è venuta in soccorso per attuare, come un dogma assoluto (quanto invece indimostrato e poi persino smentito appunto dalle stesse case farmaceutiche!), tale obbligo sociale: il fatidico “green-pass”! Elettronica, controllo sociale e persino quanto iniettato nei corpi, veniva così accomunato, tracciabile, archiviabile e dimostrabile come vera a propria “conditio sine qua non” per poter vivere in società e persino per lavorare, cioè per vivere!
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Circa la sempre più invasiva archiviazione e tracciabilità elettronica (digitale) dei cittadini, ignari di poter essere così osservati senza possibilità di scampo dal grande potere non solo commerciale ma persino statale, si compiono sempre nuovi passi avanti, anche in Italia!
Mentre si sta progressivamente passando all’elettronica per i documenti personali [dal Passaporto elettronico alla Tessera Sanitaria, alla Patente di guida, per giungere alla Carta d’identità elettronica (CIE), tutti documenti con microchip in cui sono nascosti innumerevoli dati personali, anche di natura sensibile e persino con le proprie impronte digitali] da due anni è divenuto praticamente obbligatorio lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).
Ovviamente, ogni nuovo sistema di catalogazione elettronica presenta dei vantaggi e offre dei servizi (in questo caso la possibilità di poter ottenere a domicilio documenti e una quantità enorme di servizi sociali, compreso quelli relativi all’Agenzia delle Entrate); ma intanto nulla rimane totalmente privato e nascosto al potere statale.
Così, solo per attivare lo SPID, occorre fornire ed inserire la propria CIE (Carta d’Identità Elettronica), la Tessera Sanitaria, ma anche il proprio numero di cellulare (che dice continuamente dove siamo) e la propria e-mail; quindi occorre accettare nel proprio cellulare una app (OTP servito dal proprio Identity Provider in convenzione a tempo) per poter accedere ogni volta al proprio SPID.
Si profila ora in merito un nuovo e più potente “accentramento statalista”, che lega indissolubilmente SPID e CIE. (leggi)
[A proposito della “trappola dell’identità digitale” leggi]
In questo modo dal 2022 l’intera popolazione italiana è entrata a far parte di un grande database elettronico chiamato ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente). Essa permette certo delle comodità, come poter scaricare i propri documenti, mediante lo SPID (che diventa così sempre più indispensabile); ma traduce a livello di un unico strumento elettronico dello Stato milioni di schedari cartacei prima separati.
I propri documenti anagrafici sono dunque così scaricabili direttamente e gratuitamente on-line; ed ogni variazione effettuata sui dati dell’ANPR è istantaneamente condiviso con l'Agenzia delle Entrate, l'INPS e la Motorizzazione Civile (che dunque vengono ad interagire).
Abolizione del contante
È evidente che nel mondo si va attuando un’altra “rivoluzione” in riferimento agli scambi commerciali personali: come si è passati ai primordi dell’umanità dal “baratto” (scambio di merci) al denaro (circolazione di simboli, in metallo o cartaceo, in riferimento a depositi centralizzati corrispondenti, normalmente in oro), e il dollaro USA ($) è diventato nell’ultimo secolo il punto di riferimento per tutte le altre valute, così ora si sta rapidamente passando, specie in Occidente, alla pura tracciabilità elettronica, che pian piano verrà a sostituire il denaro (abolizione del contante).
Come sempre, nelle democrazie occidentali si fa finta di discutere di tutto (in questo caso: qual è il limite per i pagamenti in contante?), ma non si può discutere della questione di fondo; perché queste cose vengono decise altrove, dai poteri occulti.
Anche in questo caso è indubbio che si tratti di comodità, di “servizi”, come si dice sempre: non si deve più portare con sé denaro, non si deve pensare a cambi in caso di viaggi all’estero. E come sempre si usano anche in questo caso delle belle ma ingannevoli parole e nobili finalità: lo si fa per combattere l'evasione fiscale! [Perché, i grandi veri evasori, banche comprese, pagano in contanti i loro astronomici giri di denaro? oppure gli interessi economici dei politici passano attraverso il borsellino? (vedi ad es. lo scandalo UE/Qatar)]! Psicologicamente, poi, il non vedere il denaro diminuisce l'impressione di spendere e quindi aumenta le spese (come il supermercato, che favorisce psicologicamente gli acquisti mettendo tutto sotto gli occhi ma pagando solo alla fine).
In realtà, come al solito, anche dietro questo radicale cambiamento si nascondono pericolose insidie.
Al di là della piena “tracciabilità” (e archiviazione) anche del più piccolo pagamento (con tanto di data, luogo e causale del pagamento), e quindi di controllo totale*, si verifica un sostanziale cambiamento, potremmo persino dire “di proprietà”!
* In proposito si prospetta ormai, per questo tipo di pagamenti elettronici, pure il sistema di “riconoscimento biometrico” (operazioni mediante impronta digitale o riconoscimento facciale attraverso il cellulare).
[Circa il riconoscimento vocale o facciale e la possibilità di pagamenti anche con questi mezzi (in Giappone la si usa anche al supermercato, senza più bisogno della Cassa) vedi la News/documento del 23.01.2022].
I nuovi “padroni del mondo” non sono nemmeno più gli industriali o i super-ricchi e ormai neppure più il potere statale, ma le banche (e semmai l’oligarchia mondiale dei loro maggiori azionisti). Ad esempio in Italia, pagare in contanti significava far riferimento alla Banca d’Italia (com’era scritto sulle banconote delle lire); poi, dal 1.01.2002 (introduzione dell’euro), si è cominciato a far riferimento alla BCE (Banca Centrale Europea), cedendo il potere a questi non sempre identificabili templi dell’economia e della finanza (ricordiamo il famoso ritornello “ce lo chiede l’Europa”, che ci ha costretti a immensi sacrifici!). Ora, cosa avviene con i pagamenti elettronici (carte di credito, bancomat, ecc.)? Che il riferimento e il potere passa totalmente in mano alle banche (peraltro sempre più riunite in grandi centri di potere, persino a livello planetario). A questo punto, essendo tutti costretti (anche il più umile pensionato come il piccolo risparmiatore) ad avere un conto corrente, tali enti bancari possono decidere di noi qualsiasi cosa: azzerare gli interessi [mentre gli interessi chiesti ai debitori sono sempre altissimi e l’inflazione torna a salire a livelli di “Prima Repubblica” (ma allora lo Stato poteva intervenire sula propria valuta e le banche erano costrette a far salire gli interessi dei conti corrente)], aumentare i costi, potrebbero persino effettuare prelievi forzati e addirittura acquisire i depositi (se le banche guadagnano sono esse ad incassarne i profitti, mentre se perdono o persino falliscono è lo Stato e i singoli cittadini a farne tragicamente le spese!). Del resto, a livello di centri mondiali della finanza e dell’economia (ad es. il Forum di Davos, vedi News, 29.01.2021) c’è chi ipotizza persino l’abolizione della proprietà privata! (leggi)
Circa l'enorme potere mondiale delle banche e dei loro circuiti internazionali ricordiamo ad esempio come negli ultimi tempi del pontificato di Benedetto XVI il circuito bancario internazionale (SWIFT) escluse imperiosamente la Città del Vaticano (bloccando così la circolarità delle carte di credito, divenute improvvisamente inutilizzabili, persino dalle migliaia di visitatori stranieri dei Musei Vaticani); le carte di credito e i sistemi elettronici di pagamento tornarono immediatamente a funzionare, guarda caso, dopo la Rinuncia di Benedetto XVI !
Se in Paesi come la Cina (v. sotto), la dittatura del governo comunista usa ampiamente l’elettronica per catalogare, premiare o punire tutti i cittadini, tali minacce di controllo elettronico di tipo ideologico potrebbero affacciarsi imperiosamente anche a livello globale e al servizio delle nuove ideologie.
Dato che l’ecologismo si impone sempre più (vedi documento) come nuova ideologia, potere globale e persino religione (una forma di ritorno al panteismo), a scapito dell’uomo (considerato l'unico vero problema del pianeta!), anche l’elettronica, il controllo elettronico e financo i pagamenti con carte di credito potrebbero in futuro essere vincolati all’obbedienza ecologista.
Non si tratta di ipotesi distopiche, da fantascienza o fantapolitica, ma di una concreta proposta emersa ad un Forum internazionale (la carta di credito secondo l'obbedienza ecologica!) (leggi)
In auto
Visto che pure il mondo dell’automobile va sempre più incontro a pericolose e false ideologie ecologiste ed ambientaliste (ad esempio: solo auto elettriche? L’Italia fallirebbe completamente!), facciamo altre due osservazioni sull’onnipresenza dell’elettronica anche nei nostri viaggi e spostamenti in auto. Anche in questo caso si tratta di “controllo elettronico globale” della vita dei cittadini, ovviamente mascherato come sempre nuovi “servizi”.
Telepass
Con questo noto “servizio” (più o meno a pagamento) avevamo acquisito la nota possibilità di attraversare i caselli autostradali senza fermarsi (ma lasciando a perpetua memoria, in caso a disposizione pure della Magistratura, la propria traccia elettronica, cioè dove eravamo a quell’ora, da dove venivamo e dove andavamo), godendo di corsie preferenziali ed evitare così snervanti code nei giorni o momenti di maggior traffico. Poi si è passati alla possibilità, con questo piccolo strumento da affiggere al parabrezza, di entrare in zone riservate o in certi parcheggi e di salire su molti traghetti. Ora le possibilità di utilizzo si sono estese addirittura a diversi acquisti e persino a certi impianti di risalita di alcune rinomate zone sciistiche. Tutto facile … ma sotto controllo!
La scatola nera
Se questa parola, dal sapore un po’ tragico, fino a poco fa andava ad indicare quel sistema di registrazione di tutte le operazioni di volo di un aereo (così, ritrovandola anche dopo uno schianto, poteva fornire preziose anche se tragiche informazioni sulle cause dell’incidente), ora la parola è entrata anche nel mondo della automobili; e c’è chi assicura che diventerà obbligatoria (come lo è già sui camion e autobus), a disposizione persino delle autorità (per la verifica dell’obbedienza o meno al Codice della strada e alle nuove disposizioni governative in merito).
Tale dispositivo di registrazione dell’intera vita dell’automobile (e del comportamento stradale dell'automobilista!) è fortemente incoraggiato anche dalle Compagnie di assicurazione, con tanto di sconti sulla polizza, per decifrare comportamenti virtuosi o impropri dell’utente, come pure per uno scarso uso dell’auto stessa.
Si tratta però appunto di un “controllo totale” della vita dell’auto e persino del comportamento dell’automobilista: oltre alla continua e registrata geolocalizzazione (dove siamo; questo lo fa già il navigatore, come del resto il cellulare), la “scatola nera” terrà a memoria i km parziali e totali percorsi, se si siano verificati incidenti, decifrando e memorizzando il comportamento stesso dell’autista (velocità, ore di guida, ecc.).
Appunto: tutto sotto controllo!
[Non dimentichiamo che in Cina (v. sotto), un comportamento scorretto in auto può far apparire il proprio nome e cognome, a pubblico dispregio, su maxischermi stradali, oltre a far perdere privilegi (non poter prendere treni ad alta velocità, veder ridotta la velocità della propria connessione internet domestica e persino vedersi ridotti gli interessi bancari sul proprio conto corrente)]
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Ipocrisia delle leggi sulla privacy
Di fronte a questa invasiva presenza del “controllo elettronico” sulla nostra vita, anche privata, moltiplicata dall’uso abnorme dei dispositivi elettronici (pc, tablet, smartphone, …) e delle presenza in essi di innumerevoli applicazioni fornite da terzi (app), per non parlare di internet e delle sempre più onnipresenti webcam in luoghi pubblici, che possono riprenderci continuamente e senza alcun permesso, diventa davvero ipocrita continuare ad ostentare leggi e disposizioni a garanzia della nostra cosiddetta “privacy”!
Lo scorso anno lo ha sottolineato nientemeno che Pasquale Stanzione, Presidente dell’Autorità garante della privacy, nella sua Relazione annuale pronunciata in Senato. (leggi)
[A proposito di webcam e di controllo elettronico statale, cosa accade quando tali sistemi vanno in mano a dittature che vogliono controllare tutta la vita dei cittadini e non ammettono dissensi?
Oltre alla Cina, ultimamente anche il governo dei Talebani in Afghanistan (vedi News, 19.08.2021) ha pensato di attrezzarsi in tal senso, installando in un quartiere di Kabul, a spese peraltro dei residenti, ben 2000 telecamere a circuito chiuso (leggi)]
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Ancora a proposito dei social media
e delle loro censure ideologiche e politiche
Essendo di proprietà di privati (grandi magnati), non è difficile per loro trincerarsi dietro loro insindacabili scelte nel promuovere o rimuovere (cioè censurare) gli interventi di coloro che “liberamente” hanno scelto le loro piattaforme mondiali per comunicare.
Non si venga però a parlare di libertà di informazione e neutralità di giudizi!
La censura dei social non si evidenzia però solo in Paesi dittatoriali come la Cina, ma anche in Paesi che ostentano nel mondo la loro “democrazia”, come gli USA.
Il caso più eclatante s’è evidenziato in occasione delle ultime elezioni presidenziali USA, in cui, già in piena propaganda elettorale, si è nientemeno che “oscurato” il Presidente uscente D. Trump, obbligandolo a creare un proprio social al fine di garantire l’obiettività di informazione!
Però, anche sulla questione Covid-19 e relativi vaccini, i social sono stati censurati nientemeno che dal Presidente USA Biden. (leggi)
Del resto, dopo l’acquisto di Twitter da parte del magnate Elon Musk, s’è venuto a sapere come il social media abbia compiuto pesanti selezioni e censure circa il Covid-19 (leggi) ed abbia addirittura ricevuto direttive dal governo USA a scopi militari, ad esempio per influenzare l’opinione pubblica in Yemen, Siria, Iraq e Kuwait! (leggi)
Infine torniamo ancora una volta sulla situazione in Cina, cioè sull’uso e la censura dei social in tale dittatura comunista che riguarda 1,4 miliardi di persone!
Sul cosiddetto “Sistema di Credito Sociale”, per il controllo elettronico della popolazione, con relativi giudizi, premi e castighi da parte del governo, eravamo già intervenuti altre volte (ad es. vedi News, 2.03.2020, proprio mentre dilagava dalla Cina il Covid-19).
In proposito, durante la pandemia il governo cinese ha usato qualcosa di analogo all’italiano “green-pass”, ma, come dovevasi dimostrare, se ne è servito anche per tracciare i propri dissidenti politici! (leggi)
Inoltre il governo cinese controlla e censura ampiamente internet. (leggi)
Google, Microsoft e Apple hanno accettato tutte le censure del Partito Comunista Cinese, pur di fare affari in Cina (la Apple realizza oggi in Cina 1/5 dei propri profitti). Così apprendiamo dal New York Times: “La Apple, con i suoi iPhone, è diventato braccio armato della censura di Xi-Jinping. Migliaia di app sono state fatte sparire dall’App store cinese perché invise al Partito, al quale la Apple consegna i dati personali degli utenti”!|Così, in soli 2 anni, Apple ha rimosso in Cina, su comando del governo, 1.217 app.
Nonostante ciò, qualcosa è sfuggito di mano anche al governo cinese e al suo “controllo sociale”... (leggi)
Perché il "padrone del mondo" (cfr. Gv 12,31) si crede Dio, e lo vuol far credere ... ma non lo è!
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