Congregazione per la Dottrina della fede

DICHIARAZIONE
DOMINUS IESUS
CIRCA L’UNICITÀ E L’UNIVERSALITÀ SALVIFICA
DI GESÙ CRISTO E DELLA CHIESA
(6.08.2000)

(leggi)


Una nota postuma (2016) di Benedetto XVI

Per sé è già sintomatico della gravissima crisi della fede cristiana, che ha investito non solo gran parte del mondo occidentale (fondamentalmente cristiano per due millenni e che ha portato la fede e la salvezza in Cristo in tutto il mondo) ma è paradossalmente penetrata in non pochi settori della vita della Chiesa Cattolica, che nel 2000, cioè esattamente in occasione del grande Giubileo del duemillesimo anniversario dell’Incarnazione, cioè della nascita di N. S. Gesù Cristo, la Chiesa sia intervenuta con un autorevole documento (Dichiarazione Dominus Iesus, della Congr. per la Dottrina della fede, a nome del S. Padre Giovanni Paolo II) per ricordare il fondamento stesso della fede, cioè che Gesù Cristo sia l’unico vero Dio (Dio fatto uomo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, unico salvatore dell’uomo) e che abbia fondato la Chiesa Cattolica (perché la salvezza raggiungesse nella storia tutti gli uomini).

Ancora più drammatica e paradossale è stata poi la reazione indispettita a tale documento, non solo da parte dei non cristiani o di altre confessioni cristiane, ma da non pochi ambienti, anche altolocati, della stessa Chiesa Cattolica!

Qualcuno ha perfino tentato di far passare l’autorevole Documento come una presa di posizione “conservatrice” e anacronistica del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, S. Em. il Card. Joseph Ratzinger, a cui lo stesso Papa Giovanni Paolo II avrebbe dato una lettura più mite, ad esempio in un Angelus successivo alla pubblicazione.

Che anche questo sia paradossale, e riveli quanta opposizione alla “vera dottrina” fosse in atto non solo nel mondo ma nella Chiesa, lo si evince chiaramente anche da questa postuma osservazione (del 2016) che Benedetto XVI affida al libro-intervista, tradotto in molte lingue, Benedetto XVI. Ultime Conversazioni, a cura di Peter Seewald (in italiano: Ed. Garzanti, 2016). Ecco le parole esatte (p. 163):

Domanda (P. Seewald): Quando lei era Prefetto, uno dei documenti della Congregazione per la dottrina della fede che fece più scalpore fu la Dichiarazione Dominus Iesus. Trattava dell’unicità della Chiesa cattolica, tema che suscitò molte critiche. Ancora oggi ci si arrovella per capire se quel documento lo scrisse lei.
Risposta (Benedetto XVI): Ho scelto di non scrivere personalmente i documenti del Sant’Uffizio, perché non si pensasse che volessi diffondere e imporre la mia teologia personale. Dovevano essere frutto del lavoro dei relativi organi competenti. Naturalmente collaboravo anch’io, apportavo modifiche criticamente. Ma di persona non ho scritto nessun documento, nemmeno la Dominus Iesus.
Domanda: Allora si ebbe impressione che anche il Papa fosse contro questo documento.
Risposta (Benedetto XVI): Invece non era così. Un giorno (Giovanni Paolo II) mi chiamò e mi disse: “Voglio parlare durante un Angelus e chiarire che concordo su tutto, perciò la prego di preparare lei stesso il testo che leggerò, in modo che non ci possa essere alcun dubbio che il Papa è completamente d’accordo con lei”. Allora preparai il testo. Tuttavia pensai che non doveva essere troppo grossolano, così il contenuto era chiaro, ma aveva anche una forma ricercata. Lui allora mi disse: “È inequivocabile, è sicuro?”. (Risposi): “Sì, sì”. Ma non fu così. Grazie a quella forma ricercata tutti dissero: Ah, anche il Papa ha preso le distanze dal Cardinale.

Com’è noto, negli anni seguenti tale autorevole richiamo (Dominus Iesus) è stato ostracizzato, secondo il solito metodo usato da chi si oppone alla Verità e alla perenne “dottrina”, rivelata da Dio e fedelmente tramandata dalla Chiesa Cattolica, cioè mediante l’attacco (frontale o criptico) o il silenziamento; comunque segno di uno “scisma sommerso”!
Siamo così giunti alla situazione attuale, diametralmente opposta alla Dominus Iesus, cioè alle parole stesse di Cristo Signore (cfr. Mc 16,15-16 e Mt 28,18-20) e al perenne insegnameneto della Chiesa: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani” (Documento sulla “Fratellanza umana”, Abu Dhabi 4.02.2019 leggi).