«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire». In realtà Voltaire non ha mai detto quella frase...

Voltaire… e la tolleranza


Il pensiero moderno e contemporaneo, e di conseguenza anche la politica, si adorna di belle parole, la cui vera origine è assai spesso cristiana, che rappresentano però un inganno; nel senso che, consciamente o inconsciamente, si capovolgono nel loro contrario.

Del resto, questa è la tattica usata dal grande Tentatore, cioè il demonio, fin dalle origini della storia dell’umanità (il “peccato originale”, cfr. Gen 3): promettere la vita per inculcare un veleno di morte, promettere la libertà per renderci schiavi (suoi). “Padre della menzogna” e “omicida fin dall’inizio”, lo definirà esplicitamente il Signore Gesù (cfr. Gv 8,44).

Così, lo vediamo anche nell’attualità culturale, sociale e appunto persino politica: parole come “tolleranza”, “inclusione”, “non discriminazione”, “apertura” (ahimè entrate anche nella Chiesa, con gli applausi del mondo), “libertà”, “democrazia” e persino “amore” diventano sempre più ambigue e capaci di tramutarsi addirittura nel loro contrario!


Facciamo in tal senso un’osservazione sulla parola “tolleranza”.

Si tratta di una parola cardine del pensiero illuminista (e massonico), che secondo il pensiero unico dominante dovremmo tutti imparare e mettere in pratica, per attuare un modello di società veramente democratica e pluralista.
Sembra una parola tanto bella; e in effetti assomiglia alla parola “rispetto” e derivante persino dalla parola “amore”, che ha nella fede cristiana la sua radice e il suo culmine. Tutti, specialmente coloro che vogliono essere à la page, aggiornati, moderni, progressisti, se ne riempiono la bocca.
In realtà è una parola ambigua, usata come sinonimo di “relativismo”, cioè di assenza di una verità oggettiva e universale, e come tale assunta come dogma indiscutibile dalla Massoneria, dall’Illuminismo e dalla ‘modernità’. Ma, appunto, si traduce spesso nel suo contrario!


Voltaire … e la tolleranza

Una delle più celebri opere di Voltaire (il suo vero nome era François-Marie Arouet; 1694-1778), ch’è uno dei padri dell’Illuminismo, della Rivoluzione francese e della ‘modernità’, è appunto il Trattato sulla tolleranza, pubblicato in Francia nel 1763. È lì che si troverebbe il celebre aforisma, oggi assai spesso ripetuto: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire».
In realtà Voltaire non ha mai detto quella frase.

L’attribuzione a Voltaire di questa affermazione deriva dalla scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall, che la riporta nel suo testo The Friends of Voltaire del 1906 e ripresa nel suo Voltaire In His Letters del 1919 («I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it»); siamo quindi oltre 150 anni dopo Voltaire. L’attribuzione a Voltaire di tale citazione è stata più volte smentita, ad esempio dallo specialista di Voltaire Charles Wirz nel 1994, il quale ha infatti ricordato come la stessa scrittrice Hall dovette ammettere nella rivista Modern language notes del 9.05.1939 che tale citazione non era effettivamente autografa di Voltaire.

Capita spesso che celebri frasi siano storicamente attribuite, talora in senso ideologico, a dei personaggi, che invece non le hanno mai pronunciate.

Nel sito (v. Dossier e Documento) si veda ad esempio la celebre frase “eppur si muove!”, che Galileo Galilei avrebbe sommessamente e sconsolatamente pronunciata al termine del “Processo” del 1633 dell’Inquisizione, che, secondo la leggenda creduta dai più, l’avrebbe condotto con violenza ad abiurare dalla sua concezione copernicana; mentre tale frase, intrisa di sarcasmo anticlericale, fu espressamente inventata dalla polemica anticattolica dopo oltre un secolo (nel 1757) a Londra da Giuseppe Baretti.

Ora, oltre a non aver mai detto tale frase, Voltaire l’ha comunque contraddetta nel suo pensiero e nella sua azione!

Nella vulgata dominante da oltre due secoli, Voltaire sarebbe dunque l’“apostolo della fraternità e della tolleranza tra gli uomini”. Il suo Trattato sulla tolleranza è diventato un manifesto della società moderna, quella però illuministicamente (e massonicamente) intesa.
Considerato appunto un padre dell’Illuminismo e un precursore della rivoluzione francese, nel 1791, cioè due anni dopo la Rivoluzione e 13 dopo la sua morte, la sua salma fu infatti trionfalmente trasferita nel Pantheon di Parigi.
 

Odio anticattolico

In realtà Voltaire aveva uno spirito arrogante, polemico, teoreticamente violento. Fu soprattutto un acerrimo nemico dell’idea stessa di “religione rivelata”, quindi dell’ebraismo e del cristianesimo, e fu appunto sempre per questo un veemente avversario della Chiesa Cattolica.

L’Illuminismo, pur non spingendosi all’inizio fino all’ateismo (come avverrà invece nel XIX secolo, specie con K. Marx e F. Nietzsche), propugna un vago “deismo” (Dio come “Il Grande Orologiaio”, riconosceva anche Voltaire, il “Grande Architetto dell’universo” dicevano e dicono i massoni, che lascia però la storia totalmente in mano agli uomini), dove invece ogni Rivelazione (contenuti rivelati, dogmi) è da rifiutare e perfino da reprimere come ‘superstizione’ fanatica, che impedisce il vero progresso umano e la vera unità dei popoli. Tale deismo e religione naturale (possibilmente tendente ad una “Religione unica mondiale”) è la concezione tipica della “Massoneria” (anche se, ai suoi massimi vertici o “gradi”, essa raggiunge però spesso livelli addirittura satanici, anche rituali!).

Se questo tentativo è dunque in atto da oltre due secoli, pare oggi abbia quasi raggiunto il suo scopo (o così credono), ultimamente addirittura con il consenso se non l’apporto persino di gran parte della Chiesa stessa!

In questo senso la parola “tolleranza” diventa sinonimo di sincretismo o indifferentismo religioso (le Religioni sono tutte uguali, si dovrebbe creare persino una nuova Religione Unica Mondiale), che è una conseguenza del relativismo gnoseologico (del pensiero) ed etico (del comportamento) del pensiero ‘moderno’ (da Cartesio in poi sempre più imperante, con crescente manifesta o subdola arroganza e intolleranza, nonostante si predichi il contrario).

Si tratta di un passo ulteriore e persino più astuto dell’Anticristo (immaginato così anche da V. S. Solov’ëv e da R. H. Benson): non più il grande ateismo, esplicito e violento, del XIX secolo, incarnato dalle terrificanti rivoluzioni (specie comuniste) del XX secolo, ma di quella possibile e persino auspicabile “Religione unica mondiale”, dove una vaga divinità e spiritualità può anche essere affermata, lasciando però le sorti del mondo in mano all’uomo (in pratica, al grande potere, peraltro in genere massonico). Una sorta di ‘sentimento religioso’ individuale, come fatto privato di coscienza, che di fatto si traduce però in un “ateismo pratico”, dove Dio non ha alcuna incidenza pubblica, né a livello personale né in quello sociale. Una Religione che potrebbe persino essere guidata da un’Autorità spirituale universalmente riconosciuta (!), ma di fatto al servizio del New World Order e delle grandi Istituzioni mondiali, che sembrano tanto democratiche, ma devono invece incarnare ed attuare il “pensiero unico dominante”. Un inganno dell’Anticristo ancor più sottile, che accetta la religione e sembra persino promuoverla ed applaudirla (se è omologata a tale pensiero); ma che si può riconoscere, se si è attenti, dal silenzio e perfino odio nei confronti di Gesù Cristo, come vero Dio fatto uomo e unico Salvatore dell’uomo!
 

Se nel Trattato sulla tolleranza, almeno nella sua versione originale autentica (1763), non troviamo appunto il celebre aforisma ancor oggi tanto citato, vi risuona invece certamente l’espressione, potremmo dire perfino il grido di battaglia, Écrasez l’infâme! (schiacciate l’infame), dove l’infame sarebbe ogni religione rivelata (quindi quella ebraico-cristiana) e in particolare la Chiesa Cattolica! L’idea stessa di Rivelazione, di religione rivelata, in particolare il cristianesimo e soprattutto la Chiesa Cattolica, è per Voltaire sinonimo di “fanatismo religioso”, di superstizione.
Come sottolinea Vittorio Messori (v. poi) Écrasez l’infâme! è un grido rabbioso, che rivela tutto l’odio anticristiano di Voltaire!

Possiamo dunque già trovare in Voltaire un padre di quel dogmatismo laicista e anticattolico, che se dapprima circolava nei circoli intellettuali del “mondo che conta” (in genere massonico), s’è poi pian piano imposto, anche con inaudite violenze, con tutti i suoi pregiudizi, come pensiero unico dominante; così che dopo due secoli e mezzo passa, persino inconsapevolmente, anche alle nuove generazioni, pure attraverso le scuole di ogni ordine e grado, l’editoria e la stampa ed ora con i nuovi sistemi di comunicazione di massa; e viene assorbito dalla maggioranza del popolo come dato sicuro, indiscutibile, mentre viene inconsapevolmente derubato della fede in Cristo (con danno eterno delle anime) e delle stesse radici cristiane della propria civiltà e identità, proprio quando si crede emancipato e informato.

È un dogmatismo laicista sempre più “intollerante”, mentre accusa il cristianesimo e la Chiesa (se non si adegua!) di intolleranza e intollerabile arretratezza (ad es. nel non riconoscere i presunti “diritti” e “progressi” dell’uomo moderno).

Forse non ce ne accorgiamo, ma è lo stesso pregiudizio, oggi più che mai imperante, che squalifica immediatamente come “esagerato” e “fanatico” non uno spirito vagamente religioso (questo può essere tollerato dalla massoneria), ma chi si ostina a seguire Gesù Cristo come unico vero Dio, cioè appunto come Verità assoluta (sia pur ragionevolmente indagabile, come indica tutta la bimillenaria storia del pensiero filosofico e teologico cattolico), autenticamente insegnata dalla Chiesa Cattolica, cui aderire con tutto se stessi e come condizione di salvezza eterna. Persino nel sentire comune, da poco tempo addirittura negli stessi Cattolici, anche praticanti, tutto questo, che è semplicemente un dovere di fronte a Dio e su cui saremo giudicati per l’eternità, viene considerato “bigottismo”, “fondamentalismo”, “chiusura”, essere “arroccati” e incapaci di “dialogo”, cioè appunto un’esagerazione “fanatica”! E questo sarebbe appunto fonte di divisione e di intolleranza.

Ormai, lo vediamo in questi giorni anche in Italia, addirittura si va verso un’intolleranza giuridica di chi osa ancora affermare la fede e la morale cattolica e si ostina a non scendere a patti con questa “modernità” senza freni; che trova appunto già due secoli e mezzo fa un proprio profeta in Voltaire.

 

I secoli bui (Medioevo)?

Ovvio che, secondo questo pregiudizio, Voltaire, come tutto l’Illuminismo e lo spirito rivoluzionario (francese e poi esportato in ogni rivoluzione) che ne consegue, consideri il Medioevo, cioè i mille anni plasmati dalla fede cristiana e che sono la base della stessa nostra civiltà occidentale, come “oscurantismo”, come i terribili “secoli bui” dominati dalla Chiesa. Un pregiudizio falso, persino antistorico, che è tranquillamente presente in tutti, Cattolici compresi! Finalmente col XVIII secolo, nella stessa Europa (cristiana ma sempre più apostata!), si sarebbe acceso il “lume” della Ragione (appunto “Illuminismo”; ricordiamo che la “dea Ragione” fu sostituita alla Madonna persino in Notre Dame a Parigi e portata addirittura in processione!), il “libero pensiero”, che poteva e doveva ora fare superare quel secolare “buio” della fede cristiana e dei secoli che l’avevano incarnata e permettere l’avvento del nuovo “sole dell’avvenire”!
Appunto quel che si insegna ancor oggi nelle scuole e si predica da ogni ‘pulpito’ moderno e laico, così che dal bambino più innocente all’adulto più acculturato (paradossalmente persino cattolico!), come ormai pure nell’uomo della strada (che si crede sapiente su tutto perché vede la televisione e magari anche un po’ di internet), Medioevo è sinonimo di “secoli bui”, di “oscurantismo” (cattolico); mentre Voltaire (e con lui tutto il pensiero moderno) viene citato come maestro di tolleranza e di autentica, moderna e pluralista democrazia; dimenticando ogni sorta di violenza, di ideologie, di dittature e di guerre che tale pensiero ha invece prodotto, dalla rivoluzione francese in poi…!
 

L’uomo medio non lo sa, e normalmente neppure molti laureati e persino professori, ma la Provvidenza ha invece voluto che proprio alla Sorbona di Parigi (la celebre università, nata come tutte dalla Chiesa – la sua prima sede fu nel cortile di Notre Dame! – e poi diventata purtroppo una delle culle dell’Illuminismo e del laicismo), attorno agli anni ’30 del secolo scorso, sorgessero celebri intellettuali e professori cattolici, anche convertiti (in particolare É. Gilson, docente di Storia della filosofia medievale proprio alla Sorbona*; ma in Francia troviamo negli stessi anni intellettuali cattolici del calibro ad es. di M. Blondel e J. Maritain), che, dati storici alla mano, capovolsero quel pregiudizio negativo sul Medioevo, sottolineandone invece tutta quella ricchezza teologica e filosofica (v. ad es. il “tomismo”) che ha fatto sentire i suoi fecondi e irrinunciabili riflessi persino nel pensiero moderno (che magari lo avversa). Per questo, a livello di alta cultura (Sorbona, Cambridge, Oxford), nonostante quello che si dice ancora nelle suole, nei libri, sulla stampa e in tutti gli strumenti di divulgazione di massa, di fatto sono rimasti in pochi ad asserire ancora quel pregiudizio “illuminista” contro il Medioevo “oscurantista”.

* di Étienne Gilson, cfr. celebri opere come (in trad. it.) La filosofia del Medioevo, Rizzoli 2011 e Lo spirito della filosofia medievale, Morcelliana 2009.

A. Frossard (il celebre giornalista e intellettuale francese, membro dell’Académie française, figlio del fondatore del Partito comunista rancese e come tale educato all’ateismo più ortodosso, che poi si convertì e divenne un apologeta della fede cattolica e persino amico e intervistatore di Giovanni Paolo II), espresse con una semplice ma acuta battuta tutta la sua incantata meraviglia per il Medioevo (di fronte anche solo alle bellezze artistiche che ci ha lasciato) e la falsità dei pregiudizi illuministici in merito: “Ci dicono che erano secoli bui; non lo so … ma quello che ci hanno lasciato è di una luminosissima e stupefacente bellezza!”
 

A proposito della ragione, apparentemente idolatrata dall’Illuminismo, quando invece l’ha ridotta ad un campo assai limitato e persino ideologico: chi l’avrebbe detto a Voltaire e a tutti gli Illuministi che saremmo arrivati oggi, come epilogo di quel pensiero, alla negazione della ragione e della sua capacità di conoscere la verità?! Così da dover intervenire solennemente un Papa per difenderla! (cfr. Enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II).

Eucaristia!

Per avere un saggio dell’odio anticattolico di Voltaire, ascoltiamo questo suo sacrilego e satanico pensiero, nientemeno che sull’Eucaristia: “Si tratta di una superstizione mostruosa, dell’ultimo termine della sfacciataggine dei preti e dell’imbecillità dei credenti. È un barbaro mito, cento volte più assurdo e blasfemo di tutti quelli degli egizi messi insieme”. Per questo desiderò “andare a Roma a mano armata e punire quel prete spudorato (cioè il Papa!) che propaga una credenza tanto ripugnante”! (riportato da Vittorio Messori, La sfida della fede, S. Paolo 1993, p. 266)

Dall’odio anticristiano al suicidio culturale dell’Occidente

Voltaire è stato purtroppo maestro e profeta anche di quel “suicidio” culturale dell’Occidente (che pur è stata la civiltà portante del mondo intero), quella incredibile e irrazionale auto-denigrazione che vediamo esplodere oggi con impressionante sconcerto [fino alla volontà di demolizione di ogni simbolo delle proprie radici culturali anche negli USA … e perfino negli omologati attualissimi gesti pubblici di adesione a tale visione antioccidentale (gli “inginocchiamenti” davanti al nulla!), ovviamente sempre coperti di ingannevoli belle parole umanitarie].
In realtà si tratta sempre di (satanico) odio anticristiano!
Nel suo Saggio sui costumi Voltaire pretende poi di fare una panoramica (ideologica) sulla storia universale; ma, non avendo alcuna competenza storica (come riconoscono i più autorevoli storici), compie grossolani imprecisioni, errori e incomprensioni.

Scrive di lui Tim Blanning (docente di Storia moderna a Cambridge): “Nessuno che conosca davvero quei dati storici, culturali e religiosi di cui parla Voltaire potrebbe prenderlo sul serio. Quasi tutto quello che scrisse era impregnato solo di anticlericalismo, senza nessuna competenza storica”.

Si tratta solo di un pamphlet che trasuda polemica contro le religioni (il cristianesimo e la Chiesa Cattolica in particolare), contro gli ebrei (con vero antisemitismo) e persino contro i “negri” (con un becero razzismo).

Così, non solo il contemporaneo J.J. Rousseau (l’altro celebrato padre dell’Illuminismo; si pensi al suo Émile e all’elogio del “buon selvaggio”, oltre che della spontaneità che sarebbe naturalmente buona, cosa oggi creduta quasi da tutti, cioè negando “il peccato originale”, una delle basi della Bibbia, senza del quale non si comprenderebbe neppure l’opera della Redenzione attuata da N.S. Gesù Cristo sulla Croce!), ma anche Voltaire, pur di demolire il cristianesimo, esalta ogni cultura e religione extra-europea, primitiva, indigena e precristiana.


Ancora il prof. Blanning: “Come diversi suoi colleghi, Voltaire utilizzò le civiltà extraeuropee, pur senza saperne quasi nulla, come un bastone per colpire l’Europa cristiana”.
 

Purtroppo osserviamo quanto sia attuale e dominante anche questo atteggiamento, ora entrato persino nella Chiesa!

La scienza contro la fede?

Voltaire (come poi dirà ancor più esplicitamene lo scientismo e positivismo del XIX sec.) crede che finalmente la scienza sostituirà ora la religione. Si presenta egli stesso, falsamente, come scienziato.
Purtroppo possiamo vedere come anche tale pregiudizio persista e condizioni gran parte della cultura dominante e da questo venga trasmesso alle nuove generazioni e alle masse (anche se pure questo pregiudizio è sostanzialmente tramontato a livello di alta cultura, alla luce degli autentici fatti storici come del grande numero di scienziati, nella storia e nel presente, che sono pure fervidi credenti).

A proposito di scienza e fede e di scienziati cristiani del passato e del presente, cfr. nella sezione Fede & cultura, il documento sul “Caso Galileo”, spec. domanda 3 (anche il Dossier su Galileo, v. spec. parte 3), come pure il documento o il Dossier su Darwin. Si vedano anche numerose News sull’argomento: basti citare, tra le ultime, quella del 2.03.2021 (la Madonna su Marte) e del 20.11.2020 (la fede nella Stazione Spaziale Internazionale, con foto e video).

Però, guarda caso, Voltaire denigrò tutti quegli scienziati che furono pure devoti credenti: da Cartesio (che andò a Loreto per ringraziare la Madonna per l’Illuminazione ricevuta quando scriveva il suo Discorso sul metodo) a Blaise Pascal (il grande matematico e filosofo, che nei suoi Pensieri difende persino la possibilità razionale dei miracoli), da Leibniz (criticato da Voltaire per le sue opere apologetiche sulla fede e la Chiesa) a Eulero (Leonhard Euler, che fece fare un balzo avanti enorme alla matematica, fisica teorica e ingegneria meccanica, ma deriso da Voltaire per aver scritto il Saggio di una difesa della Divina Rivelazione).

Il grande biologo Charles Bonnet (1720-1793), quindi contemporaneo di Voltaire, disse di lui: “non è né naturalista né filosofo … taglia e mutila passi di opere che non gli garbano … parla di continuo di tolleranza ma è estremamente intollerante”!
Così anche un altro grande scienziato contemporaneo di Voltaire, Albrecht von Haller (1708-1777), medico, anatomico e fondatore della fisiologia moderna, ma intrepido difensore della fede religiosa, scrisse persino Lettere di fuoco contro Voltaire, di cui afferma che è un tuttologo e di una superficialità arrogante.

Antisemita

Voltaire, proprio per la sua feroce opposizione all’idea stessa di Rivelazione (anche dell’Antico Testamento biblico) fu pure il propugnatore del più becero antisemitismo.

Joël Barromi, storico dell’Università Ebraica di Gerusalemme, afferma: “Il feroce dileggio di Voltaire contro gli Ebrei non fu più dimenticato in Occidente … sotto i suoi auspici sorse un antisemitismo culturale che ebbe un’influenza permanente sulla classe intellettuale francese … anzi le idee antisemite di Voltaire sono giunte così in tutto il mondo!”.

Nel Dizionario filosofico di Voltaire (“una sorta di Bibbia dell’umanità liberata dall’oscurantismo cristiano”, come egli stesso la definì), su 118 voci, ben 30 attaccano gli Ebrei, in questi termini: “il più abominevole popolo del mondo”, “popolo ignorante e barbaro, che unisce la più sordida avarizia alla più detestabile superstizione e all’odio incrollabile per tutti i popoli che li tollerano e li fanno arricchire”.

Razzista

Infine, nonostante l’apparente elogio (in chiava soprattutto anticristiana) del “buon selvaggio” e delle religioni precristiane, Voltaire fu pure promotore di un bieco razzismo, che lo portò addirittura (tanto per passare dalle parole ai fatti) ad investire alcuni dei suoi ingenti capitali in una Compagnia di navigazione che commerciava schiavi neri dall’Africa all’America!
Considera i “negri” poco più che animali, anzi forse proprio animali; è giunto persino a pensare che fossero nati dall’incrocio di donne con delle scimmie. Proprio nel suo Saggio sui costumi afferma: “I negri sono, per natura, gli schiavi degli altri uomini. Essi vengono dunque acquistati come bestie sulle coste dell’Africa”. [cfr. Vittorio Messori, Pensare la storia, Paoline1992, pp. 232-234; ripreso in: Uomini, storia, fede, BUR 2001, pp. 166-169]


 

Ecco il maestro della “tolleranza”, il profeta della fraternité illuminista, massonica e rivoluzionaria!

Dal pensiero illuminista, che trova in Voltaire un padre e profeta, sono sorte tutte le rivoluzioni, da quella francese a quella bolscevica; quindi le grandi dittature e le due guerre mondiali del secolo scorso … Una violenza senza precedenti nella storia dell’umanità!

È davvero paradossale che questa cultura post-illuminista e laicista, che si riempie la bocca della parola “tolleranza” e “dialogo” – e che da oltre mezzo secolo dilaga anche nella Chiesa, portandola a denigrare se stessa e la propria storia! – osi parlare dell’intolleranza del cristianesimo (quello ovviamente che non si adegua ad essa), mentre lo esclude sempre più dalla vita culturale e sociale e quando può lo elimina anche fisicamente…!