[Luglio 2021]
Alcuni miti della modernità (I parte)
Il pensiero moderno e contemporaneo, e di conseguenza anche la politica, si adorna di belle parole, la cui vera origine è assai spesso cristiana, che rappresentano però un inganno; nel senso che, consciamente o inconsciamente, si capovolgono nel loro contrario.
Del resto, questa è la tattica usata dal grande Tentatore, cioè il demonio, fin dalle origini della storia dell’umanità (il “peccato originale”, cfr. Gn 3): promettere la vita per inculcare un veleno di morte, promettere la libertà per renderci schiavi (suoi). “Padre della menzogna” e “omicida fin dall’inizio”, lo definirà esplicitamente il Signore Gesù (cfr. Gv 8,44).
Così, lo vediamo anche nell’attualità culturale, sociale e appunto persino politica: parole come “tolleranza”, “inclusione”, “non discriminazione”, “apertura” (ahimè entrate anche nella Chiesa, con gli applausi del mondo), “libertà”, “democrazia” e persino “amore” diventano sempre più ambigue e capaci di tramutarsi addirittura nel loro contrario!
Facciamo allora un piccolo ‘excursus’ storico … cominciando dalla parola “tolleranza”.
Si tratta di una parola cardine del pensiero illuminista (e massonico), che secondo il pensiero unico dominante dovremmo tutti imparare e mettere in pratica, per attuare un modello di società veramente democratica e pluralista.
Sembra una parola tanto bella; e in effetti assomiglia alla parola “rispetto” e derivante persino dalla parola “amore”, che ha nella fede cristiana la sua radice e il suo culmine. Tutti, specialmente coloro che vogliono essere à la page, aggiornati, moderni, progressisti, se ne riempiono la bocca.
In realtà è una parola ambigua, usata come sinonimo di “relativismo”, cioè di assenza di una verità oggettiva e universale, e come tale assunta come dogma indiscutibile dalla Massoneria, dall’Illuminismo e dalla ‘modernità’. Ma, appunto, si traduce spesso nel suo contrario!
Alcuni miti della modernità (II parte)
In queste rapide osservazioni su alcuni fondamenti del pensiero illuminista e moderno, che hanno caratterizzato gran parte della storia dell’Occidente di questi ultimi 3 secoli e che condizionano fortemente anche il pensiero, la cultura, la politica contemporanei ed ora persino il sentire comune sociale, abbiamo già sottolineato come essi abbiano in genere un aspetto “ideologico” (nel senso di una costruzione artificiale e teoretica su cosa dovrebbe essere il bene dell’uomo e della società, che si rivela in genere in senso “anticristico”) e poggino spesso sulla costruzione e perpetuazione di alcuni “miti” per poter avvalorare e propagandare ancora tali ideologie.
Nella I parte (vedi) abbiamo compiuto in tal senso una sottolineatura sulla parola “tolleranza”, ripetuta continuamente ancor oggi, non importa se contraddetta proprio da coloro che se ne riempiono la bocca, e su quello che sarebbe stato un suo profeta, Voltaire, che rappresenta un padre dell’Illuminismo. Di fatto appunto si tratta di un falso mito, contraddetto dalla storia autentica.
Alcuni miti della modernità (III parte)
In queste sintetiche osservazioni su alcuni punti fondamentali che caratterizzano il pensiero “moderno”, che sostanzialmente risentono ancora della loro fonte cristiana ma ad essa progressivamente si oppongono, abbiamo osservato come essi, specie nella loro traduzione sociale, si siano rivelati non solo ideologici, ma capovolti e in grado di scatenare un livello di violenza sull’uomo e sui popoli da far sospettare addirittura una matrice satanica. E tutto ciò, nonostante che si continuino a predicare, nella cultura dominante, dalla stampa ai media fino alle scuole di ogni ordine e grado, come “progresso”, in realtà come veri e propri “miti”, falsi e intoccabili.
Dopo aver sottolineato che fine abbia fatto ad esempio la tanto osannata parola “tolleranza” in mano agli Illuministi (vedi in Voltaire, che pur ne viene considerato un padre) e qual grado di violenza, specie anticattolica, abbiano potuto generare parole apparentemente cristiane (e in effetti dalla fede cristiana erano nate), come “libertà, uguaglianza, fraternità” ad esempio nella Rivoluzione francese (vedi), ora, dopo aver fatto solo cenno ad altre catastrofiche “rivoluzioni” del secolo scorso, facciamo ancora una breve sottolineatura sulla parola “democrazia”, che sembra tanto conclamata quasi fosse un assoluto mentre assai spesso viene a tradursi in una realtà che ne è tragicamente agli antipodi, oppure degenera prima in anarchia, per poi cadere appunto in nuove forme di tirannide (come peraltro aveva già acutamente osservato Platone nella Repubblica).
Ideologie, dittature e democrazia …nella modernità
Alcuni miti della modernità (IV parte)
Oltre a quanto detto nella III parte delle presenti riflessioni su “Alcuni miti della modernità” e in un breve Documento preparato in occasione del centenario della rivoluzione bolscevica, aggiungiamo questi dati e testimonianze, specie sulla terribile persecuzione che i cristiani hanno dovuto subire sotto il comunismo.