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L’ideologia che vuole distruggere l’autentica famiglia e promuovere tanti tipi di famiglie (coppie di fatto, convivenze, coppie omosessuali), equiparabili a quella tradizionale (!), quando non riesce a far promuovere democraticamente delle leggi statali che le favoriscano, cerca di farlo attraverso strumenti, peraltro giuridicamente nulli, come le “liste comunali delle unioni civili”. Come sempre l’ideologia pensa di interpretare il volere del popolo e leggendo molti organi di stampa sembrerebbe proprio che il popolo aneli a questi strumenti e che sia violento respingere certe istanze, passate per “diritti” inalienabili. In realtà pochi dicono che tali Registri, dove sono stati polemicamente istituiti, rimangono pressoché vuoti. Ecco qualche esempio: Trento: 23 coppie (in 6 anni); Bolzano: 3 coppie (all’anno); Pisa: 32 (in 15 anni); Firenze: 73 (in 10 anni); Padova: 50; Torino: 120; ma il caso più eclatante è Bologna, dove nel Registro istituito già nel 1999 non risulta ancora alcun iscritto.