rivoluzione russa

Centenario della “Rivoluzione russa”


Cento anni di ‘comunismo’

Il 7.11.1917, anche se la chiamiamo “rivoluzione d’ottobre” (per la differenza col calendario “giuliano”), avveniva la rivoluzione bolscevica, che instaurava il “comunismo” in Russia. Operata, come del resto ogni rivoluzione, da una ristretta oligarchia (guidata da Lenin), che prese violentemente il potere, favorita certo da un vuoto di potere lasciato dalla caduta dello zar, si instaurò un totalizzante sistema sociale, politico, culturale, economico, basato sull’ateismo (materialismo dialettico marxista), che avrebbe provocato per più di 70 anni inaudite sofferenze nel popolo (soppressione non solo della proprietà privata ma di ogni valore della singola persona, violenze di ogni tipo, deportazioni, persino carestie provocate), con milioni di morti, e la più grande persecuzione antireligiosa e anticristiana della storia.

Dalla Russia tale rivoluzione, tale disumano sistema politico totalizzante, si espanse non solo in tutta l’Europa orientale (e vi rimase per oltre 70 anni), ma in Cina e nella Corea del Nord (dove tuttora persiste), in Vietnam, Cambogia, Laos; quindi in molti Paesi dell’America centrale (specie a Cuba) e meridionale, e in alcuni Paesi dell’Africa.

E là dove non riuscì a prendere il potere politico, occupò gran parte della cultura dominante, anche dell’Europa occidentale (stampa, media, cattedre universitarie, lotte operaie e studentesche, la stessa rivoluzione culturale del ‘68 e in certi casi persino buona parte del potere giudiziario), con i suoi dogmi marxisti e una violenta discriminazione, esistenziale, culturale, politica, di tutti coloro che non si adeguavano a tale ideologia (bastava non essere d’accordo per essere tacciati come “fascisti”).

Anche l’Italia, che ebbe il più grande Partito Comunista dell’Europa occidentale, cadde per decenni sotto questa “cappa” culturale e di potere, sostenuta economicamente e politicamente dalla Russia stessa, che a sua volta veniva osannata come il “sole dell’avvenire” dell’umanità, anche approvando i suoi crimini e la sua violenza, persino l’occupazione militare di Paesi dell’Europa centrale (Ungheria nel 1956, Cecoslovacchia nel 1968, e per certi versi anche lo “stato d’assedio” della Polonia dal 1981 al 1989). E chi parteggiava per questa rivoluzione e per questo sistema ideologico e politico ha occupato poi (e molte volte occupa ancora) anche altissimi posti di potere, anche politico (perfino la Presidenza della Repubblica). Negli anni ’70 l’Italia ha conosciuto addirittura i cosiddetti “anni di piombo”, in cui il braccio armato del “comunismo combattente” (Brigate Rosse), sostenuto e persino addestrato dai Paesi comunisti dell’Est (specie Cecoslovacchia), ha compiuto numerosi attacchi terroristici (si parlava appunto di “terrorismo rosso”), con sparatorie, rapine, rapimenti e uccisioni, fino addirittura al sequestro e uccisione del Presidente del Consiglio Aldo Moro (1978).

Ebbene, questo immane “castigo” storico e mondiale, era stato predetto dalla Madonna – se non ci fossimo convertiti e la Russia non fosse stata consacrata dal Papa (con tutti i Vescovi) al Suo Cuore Immacolato – a Fatima neppure 4 mesi prima, il 13.07.1917 (v. anche relativo Dossier).

Nello stesso tempo, in modo che ha davvero del miracoloso, cioè col sapore di un intervento soprannaturale, nel 1989 tale sistema crollò su se stesso in tutta l’Europa centro-orientale. Certo si trattò anche delle conseguenze dello sfascio culturale (è difficile una vera unità popolare senza la religione, come capisce l’attuale amministrazione russa) ed economico (per i principi stessi del comunismo, che prevedeva un unico padrone assoluto, lo Stato, cioè il Partito Comunista, e come tale azzerava il mercato; ma anche per le immense spese militari russe, sostenute per poter essere una delle più grandi potenze militari del globo, militarmente concorrenziale agli USA; tutto ciò fino all’arrivo della presidenza USA Reagan, che alzò ulteriormente la propria potenza militare, non più inseguibile da un’Unione Sovietica sfiancata e ridotta alla fame).

Ma c’era pure dal 1978 un Papa polacco, venuto cioè da uno dei Paesi più cattolici del mondo, ma violentemente messo sotto il potere sovietico (ateo) dopo la spartizione dell’Europa a seguito della Seconda Guerra Mondiale (Yalta). La presenza e la parola di Giovanni Paolo II, così come i suoi viaggi in Polonia (era stato impedito dalla Russia a Paolo VI di recarsi in Polonia nel 1976, ma non poté impedirlo ad un Papa polacco!), già nel giugno 1979, con la conseguente nascita in Polonia anche del primo sindacato libero e cattolico di tutto il blocco sovietico (Solidarnosc).

Così la Russia il 13.05.1981 cercò di uccidere Giovanni Paolo II (ma era l’anniversario di Fatima… e miracolosamente l’attentato, com’è noto, non riuscì ad uccidere il Papa).

Fu proprio infatti dalla Polonia, e dalla sua forte presenza della Chiesa a fianco del popolo e della stessa classe operaia (tutto il mondo vide gli operai polacchi che anche durante gli scioperi ai cantieri “Lenin” di Danzica pubblicamente pregavano e persino si confessavano), oltre che intelligentemente presente nel mondo culturale clandestino, che iniziò la “resistenza” contro il comunismo e per la libertà (e fede cristiana) dei popoli dell’est-Europa, fino appunto al crollo del comunismo nel 1989.

Normalmente si parla del “crollo del muro di Berlino”, come fatto più simbolico ed eclatante (9.11.1989 – si ricordi che tale muro fu costruito improvvisamente nella notte del 13.08.1961, per impedire le continue fughe, poi tentate anche a costo della vita, dalla parte comunista a quella libera della città, spartita e divisa dalla fine della guerra; fu quindi l’unico muro-confine della storia costruito non per difendersi dai nemici esterni, ma per non far scappare coloro che erano all’interno della città); si trattava infatti del crollo stesso del comunismo, non solo nella Germania dell’est (delle due Germanie nate dalla spartizione post-bellica dell’Europa, crollò quella comunista dell’est – quella paradossalmente chiamata “Democratica”, secondo la logica dell’ideologia comunista e in genere di sinistra, cioè che è “democratico” solo ciò che è deciso da loro – per ritornare ad un’unica grande Germania, l’attuale), ma in Polonia (dove nacque appunto la vera resistenza anticomunista), in Cecoslovacchia (dove Giovanni Paolo II poté miracolosamente – come disse il Presidente Havel che l’accolse – recarsi già il 20.04.1990), in Ungheria, poi in Romania (unico Paese dove il crollo del comunismo, anche per la persistenza di alcuni suoi capi, causò violenze), Bulgaria, fino al crollo della Yugoslavia. Tutto questo in pochi mesi e senza violenza! Così il giorno 8.12.1991 (solennità dell’Immacolata! anche se non per il calendario russo) si dissolse l’URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche); e il 25 dicembre dello stesso anno (Natale, ma non secondo il calendario giuliano russo) fu ammainata la bandiera comunista dal Cremlino, a Mosca, decretando così la fine del Partito Comunista russo.

Per comprendere almeno un poco cosa provocò nel mondo il “comunismo”, contiamo solo il numero dei morti che causò (senza parlare delle immani violenze fisiche subite da centinaia di milioni di persone): si tratta di circa 100 milioni di morti!

Ecco alcuni dati, raccapriccianti:

– 20 milioni di morti in Russia/URSS (secondo la stima più ricorrente): la maggior parte furono nel periodo di Stalin. Tali morti furono per fucilazione (3,8 milioni; documenti ufficiali oggi ritrovati negli archivi parlano 800.000 fucilazioni compiute per motivi politici tra il 1923 e il 1953, su 5,5 milioni di condanne politiche), di stenti nelle deportazioni o nei numerosi campi di concentramento (gulag; in questi i lager staliniani passarono non meno di 20 milioni di persone),  per fame nelle carestie indotte (5 milioni di morti furono causati dalla carestia in Ucraina, provocata deliberatamente dal regime staliniano fra il 1932 e il 1933). Tutto ciò senza contare i milioni di confinati, i prigionieri di guerra e gli internati negli ospedali psichiatrici;

– nel resto del blocco sovietico europeo le uccisioni compiute dal comunismo furono assai oltre il milione;

– nella Jugoslavia del regime comunista (seppur autodefinitosi “non-allineato”) di Tito furono uccise 1 milione di persone, inclusi gli italiani allora in Istria, fatti sparire nelle foibe;

– in Cina, la rivoluzione comunista di Mao Zedong (che tanto entusiasmò gli studenti italiani degli anni ’70, strumentalizzati dall’ideologia comunista, inneggiando anche nelle assemblee e nei cortei studenteschi al “Libretto Rosso” di Mao), causò 35 milioni di vittime (c’è chi ha parlato persino di 65 milioni di uccisioni), oltre a sofferenze inaudite e violenze di ogni tipo. Ancora oggi in Cina domina incontrastato il potere assoluto del Partito Comunista, che regola ogni aspetto della vita sociale e persino privata dei cittadini, spesso senza il minimo rispetto dei più fondamentali diritti umani e con una persiste persecuzione antireligiosa. Anche la Chiesa Cattolica (come si evidenzia anche in altre News qui sotto), specie quella che non si sottomette al Partito, che vuole regolare anche la sua vita interna (compresa la nomina dei Vescovi), continua a subire una pesante persecuzione;

– nella Corea del Nord, dove tuttora è al potere una spietata dinastia comunista (che proprio in questi mesi sta preoccupando e provocando il mondo occidentale con i suoi missili atomici) la salita al potere del comunismo (Kim Il-Sung) causò 2 milioni di uccisioni;

– in Cambogia il regime comunista di Pol Pot provocò in soli 3 anni 2 milioni di morti, pari quindi a 1/3 dell’intera popolazione cambogiana!

– in Vietnam il comunismo, sotto il potere di Ho-Chi-Minh, causò 1,5 milioni di civili ammazzati (e anche in questo caso quando la maggior parte degli studenti del mondo occidentale di quegli anni, strumentalizzato dall’ideologia comunista, era impegnato in furibonde manifestazioni per la “liberazione” del Vietnam dagli USA, in realtà per farlo invadere dal regime comunista del nord), provocando anche un immenso fenomeno di tentativo di fuga attraverso il mare di migliaia di persone, con semplici imbarcazioni, i “boat people” (per salvare questi poveri disperati in mare si impegnò anche la Marina Militare italiana);

– il comunismo nel 1975 salì al potere anche nel Laos (Phomvihane), con almeno 100.000 vittime e provocando l’esodo negli USA di 160.000 rifugiati politici;

– in Afghanistan, il comunismo (russo) ha ucciso 1,5 milioni di persone;

– nell’America centrale il comunismo andò al potere nel 1961 a Cuba (Che Guevara, l’idolo dei giovani europei di sinistra degli anni ‘60/’70, e Fidel Castro), con 11.000 uccisioni e in mezzo secolo ha prodotto centinaia di migliaia di internati, prigionieri politici e con un ingente flusso di profughi  che per decenni hanno tentato di scappare da quel regime comunista cercando di raggiungere la vicina Florida (USA) via mare; e nel 1979 in Nicaragua;

– in America latina il comunismo non solo è andato al potere in numerosi Paesi (ancora nel 1999 in Venezuela con Chavez e nel 2006 in Bolivia con Morales, sì proprio quello che il 9.07.2015 ha regalato orgogliosamente a Papa Francesco un Crocifisso su “falce e martello”), portandoli regolarmente allo sfascio economico e sociale, causando almeno 150.000 vittime, ed esercitando pure in tutto il continente una pressione culturale che ha condizionato ampi settori della vita sociale (persino buona parte della teologia e del mondo ecclesiale);

– infine in Africa il comunismo, andato al potere in alcuni Paesi (1969 Somalia,  1975 Mozambico e Angola, 1993 in Eritrea) ha fatto 1,7 milioni di morti.

Tutto questo, unitamente alla soppressione dei più elementari diritti delle persone e dei popoli (libertà politica, di coscienza, di religione, di educazione, la proprietà privata; con la sottomissione al partito comunista non solo di ogni aspetto della vita sociale e pubblica, ma anche della vita privata, personale, familiare – ad esempio il Partito Comunista in Cina decide anche quanti figli si possono avere e per moltissimi anni ha obbligato al figlio unico e agli aborti forzati); e soprattutto alla più grande repressione antireligiosa della storia dell’umanità, alla più terribile persecuzione anticristiana e anticattolica.

Il Partito Comunista Italiano, appunto il più grande Partito Comunista dell’Europa occidentale, filiale di quello sovietico (culturalmente e finanziariamente), che tanto ha inciso sulle scelte culturali, sindacali, giudiziarie, politiche ed economiche del nostro Paese (sia pur all’opposizione), per 40 anni ha celebrato il 7 novembre come l’anniversario dell’evento più importante della storia dell’uomo. Molti di coloro che lo seguivano e lo dirigevano in quegli anni sono ancora vivi ed occupano persino poltrone importanti. Altre poltrone e palazzi importanti sono occupati dai loro discepoli. Oggi, centenario della rivoluzione bolscevica, regna un imbarazzato silenzio o una timida commemorazione, quasi si trattasse di eventi storici di secoli o millenni passati e non del più grave evento politico, culturale e internazionale della storia recente, che tanto influisce anche sulla mentalità del presente. Non si chiede una “Norimberga” per questo, anche se forse sarebbe stato doveroso. Non si intravvede però neppure un sommesso “mea culpa” (come invece si chiede falsamente sempre alla Chiesa), nessuna ombra di revisione, tanto meno di capacità di cogliere le radici profonde di quanto avvenuto (radici filosofiche e culturali, figlie comunque dell’Illuminismo e della rivoluzione francese – come ha solennemente ricordato proprio oggi a Mosca il Patriarca ortodosso Kirill – che hanno voluto mettere comunque l’uomo al posto di Dio e fare il paradiso sulla terra, generando così puntualmente l’inferno!). Per questo il Cielo stesso intervenne nel 1917.

​​​​​​​Tutto ciò infatti era stato preannunciato dalla Madonna a Fatima proprio nel 1917, se non ci fossimo convertiti e non avessimo risposto alle Sue richieste. Ma il “trionfo del Suo Cuore Immacolato” (cioè della fede cristiana) – se prenderemo sul serio questo richiamo alla Verità che è Cristo Signore – giungerà a breve. E con tutta probabilità proprio a partire dalla Russia, come Lei del resto ci ha fatto capire.