Un aiuto per capire la fede: la vita cristiana

Questione 6.11


Domanda:

La legge morale cristiana riguarda tutta la vita?

Riposta:

Sì, perché niente di noi è in fondo totalmente neutrale: ha sempre un senso, un significato. E la legge morale data da Dio sta lì ad indicarci proprio il significato autentico, la verità di noi stessi.
Fondamento della legge morale è Dio; ma Dio è Amore. Noi siamo fatti a sua immagine e siamo fatti per Lui. Per questo l’amore è il fondamento di tutta la legge morale.

Dio è amore (1Gv 4,8). L’uomo, creato a Sua immagine, è tanto più se stesso quanto più ama. Per questo la legge morale fondamentale è quella dell’amore (S. Agostino diceva: “ama.. e poi fai quel che vuoi”). L’amore deve però essere completo e concreto (cfr. Gv 14,15; Gv 15,10; 1Gv 2,3-6): amore totale e incondizionato per Dio e amore per il prossimo come se stessi (Mt 22, 36-40). Già i 10 comandamenti sono suddivisi nei primi 3 come segno dell’amore a Dio e negli altri 7 come segno dell’amore agli altri e a se stessi. Il 2° e l’8° riguardano poi il dire, ed il 9° e il 10° anche il pensare.

La legge morale (il bene da fare e il male da evitare) non riguarda solo il rapporto con gli altri, ma anche con se stessi e soprattutto con Dio. Anzi ogni peccato grave è fondamentalmente rivolto contro Dio (anche se non fosse direttamente contro di Lui è di fatto rifiuto della Sua legge e del Suo amore – cfr. Sal 51,6) ed ha come conseguenza un danno in noi stessi (anche se avessimo fatto del male ad altri). Così ogni opera buona (amore) può essere segno di amore di Dio, anche se fatta nei confronti degli altri (cfr. Mt 25, 34-46) e comunque fa crescere il nostro spirito.
Insomma, il male mi fa male, e il bene mi fa bene. Ecco perché la scelta del male, anche quando fosse fatta per egoismo, è sempre poco intelligente, perché si ritorce sempre contro di me. Per questo motivo è comunque meglio ricevere il male che farlo.
Inoltre la legge morale non riguarda solo il fare, ma anche il pensare, il dire e perfino l’omettere (come si confessa spesso all’inizio della Messa, riconoscendo che abbiamo molto peccato “in pensieri, parole, opere o omissioni”). 
Perché ci sia una reale valenza morale (bene o male) e quindi una responsabilità effettivamente morale nelle nostre azioni, ci deve essere una piena avvertenza (sapere) e un deliberato consenso (volere libero). Non sono ad esempio ancora morali o immorali i pensieri che affiorano, ma possiamo peccare anche in pensieri, quando volontariamente permettiamo che certi pensieri continuino e addirittura li coltiviamo, così che l’inquinamento morale della nostra vita comincia proprio da lì. Gesù sottolinea molto spesso questo, quando parla delle intenzioni del cuore e di come il male non nasca da fuori ma da dentro il cuore dell’uomo (cfr. Mt 5,28; 6,1-6.18.22-23; 7,18-23; 12,34; 15,8). Se non facciamo attenzione a coltivare il bene e ad estirpare il male dal cuore, dalla mente, dalla coscienza, prima o poi il male prende il sopravvento e si passa dal pensare al fare. Per questo dobbiamo fare molta attenzione a non far inquinare gli occhi, le orecchie e quindi la mente con ciò che possiamo vedere, leggere, ascoltare. 
Anche le parole hanno una valenza morale: quanto bene o anche quanto male possono infatti procurare; anche le parole possono edificare (l’intelligenza e perfino l’anima) o distruggere (tentare, scandalizzare, insegnare male, calunniare). Dobbiamo quindi fare attenzione a quello che diciamo ed anche a quello che ascoltiamo o leggiamo. Non c’è niente di davvero neutrale: anche fosse la cosa più banale, o mi edifica o non mi edifica, talora anche mi danneggia (specie se siamo solo e sempre bombardati da messaggi contrari alla legge di Dio, come normalmente purtroppo avviene anche in TV).
Infine anche il non fare quel bene che possiamo fare (peccati di omissioni) – e non solo nei confronti degli altri ma appunto nei confronti di Dio e di se stessi – possono essere una grave colpa: pensiamo ad esempio a tutte le occasioni spirituali perse, attraverso le quali il nostro spirito poteva crescere, anche per l’eternità, e le abbiamo trascurate o sciupate. Forse nel momento della morte, quando si chiuderà il tempo a nostra disposizione per crescere spiritualmente e moralmente, e il nostro livello avrà conseguenze eterne, potremmo essere particolarmente tristi e angosciati per queste occasioni di bene e spirituali perse. 
La legge morale (cfr. l’aiuto per un più esteso esame di coscienza nelle pagine del sito dedicate ad Un aiuto per fare bene la S. Confessione) riguarda anche la famiglia (con tutto l’intreccio di rapporti che la compongono), la comunità cristiana, i rapporti sentimentali, le amicizie, il lavoro o lo studio, il denaro, il tempo libero, i mezzi di comunicazione sociale, la propria persona (corpo, mente e spirito) e tutte le questioni sociali.
La fede cristiana, cioè l’incontro con Gesù e la Sua Parola, autorevolmente insegnata dalla Chiesa, getta una nuova luce anche sui più vari aspetti della vita, anche pubblici, sociali, economici, politici, nazionali e internazionali. Questo perché, nonostante non ci sia un insegnamento divino proprio su tutti i particolari, però anche ogni particolare della vita sta in rapporto a ciò che è il vero bene dell’uomo e quindi della società, cioè ancora in relazione alla legge morale. 
[Possiamo avere alcune luci in proposito nella sezione Fede e morale].