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Il manuale diagnostico DSM (Diagnostic and Statistic Manual), dell’American Psychiatric Association, è considerato quasi il libro sacro della psichiatria. Già in altra parte del sito avevamo però notato [Morale sessuale domanda 26.1] come, nonostante ciò, l’aggiornamento di tale manuale risenta persino di violenze ideologiche – come appunto nel caso della rimozione dell’omosessualità dall’elenco dei disturbi (patologie); rimozione dovuta a forti pressioni culturali assai poco scientifiche, come abbiamo altrove documentato – o commerciali, cioè da parte delle grandi case farmaceutiche. Ebbene lo stesso manuale inizia ora a propendere per l’innalzamento anche della pedofilia a comportamento “normale”. Da tempo ha intanto cominciato a chiamarla “disturbo pedofilo” (“Pedophilic Disorder”), ma a considerarlo tale solo nel caso che provochi disagio nel pedofilo (pedofilia egodistonica), non così invece se il pedofilo non prova alcun disagio ad esserlo (pedofilia egosintonica).

Così, alcuni parlamentari canadesi hanno già proposto di modificare le leggi contro la pedofilia. Durante il dibattito sono stati chiamati due esperti: il dottor Vernon Quinsey, professore emerito di psicologia presso la Queen’s University e il dottor Hubert Van Gijseghem, ex professore di psicologia presso l’Università di Montreal. Quest’ultimo ha sostenuto che anche “la pedofilia è un orientamento sessuale” paragonabile all’eterosessualità e all’omosessualità. Ma, come sappiamo, tale espressione “orientamento sessuale”, nell’attuale clima culturale da dittatura del relativismo, sta a significare “variante naturale della sessualità umana”. Infatti il dottor Van Gijseghem ha aggiunto che “non è possibile modificare questo orientamento e il solo tentativo è una pazzia, come il tentativo di cambiare qualunque altro orientamento sessuale”.

Alla prossima discesa verso il baratro …