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Protezione civile… “animale”


Dietro lo stillicidio culturale e massmediatico, che dopo aver ridotto l’uomo ad un semplice animale evoluto (persino casualmente) ora cerca quotidianamente di convincerci che gli animali sono buoni invece l’uomo è “il cancro del pianeta” (motto programmatico del WWF), si cela un pericolosissimo paganesimo di stampo panteistico (la Natura è Dio) e persino animista (il mondo è dotato di spirito o spiriti, infatti sarebbe sapiente esso stesso), quindi in chiara opposizione al cristianesimo, e dietro un ecologismo ed  animalismo esasperati si cela il desiderio stesso della distruzione dell’umano.
Circa l’attuale superesaltazione del “cane”, abbiamo fatto alcune sottolineature nelle News del 17.01.2018. Aggiungiamo qualche notizia.
In città appaiono grandi manifesti pubblicitari di una sorta di “pompe funebri per i cani”, con tanto di “cremazione” del povero estinto, così da poterne tenere le ceneri a casa e in questo modo “sentirlo sempre con te” (come recita la pubblicità)!
Del resto, dietro l’attuale diffusione della pratica della cremazione – fino a poco tempo fa proibita dalla Chiesa (in quanto tale pratica, di origine atea o massonica, era fatta proprio “in odio alla fede”, cioè in diniego alla fede nella risurrezione della carne, cioè alla risurrezione finale di tutti gli esseri umani nel giorno del Giudizio universale, proprio della fede cristiana) e oggi permessa (a meno che non sia fatta  con tale intenzione contro la fede e comunque con l’obbligo della sepoltura delle cenerei al cimitero o in luoghi sacri – v. apposita Istruzione della Congregazione della dottrina della fede, del 15.08.2016, non a caso emessa nella solennità dell’Assunzione di Maria SS.ma in cielo col suo vero corpo) – c’è ancora una riduzione dell’uomo a materia (materialismo) e la negazione della risurrezione finale e della vita eterna.
Anche in questo nuova pratica funeraria animale si manifesta, dopo l’abbassamento dell’uomo a semplice animale, l’innalzamento degli animali al livello umano; insomma gli uni e gli altri “pari sono”. Del resto tanta pietosa retorica, anche nel mondo pubblico e massmediatico, in occasione dei funerali, dove negli elogi funebri fatti da chiunque (proibiti al sacerdote nell’omelia alle esequie cristiane, perché l’omelia del rito deve invece parlare dei contenuti della fede e non banalmente delle presunte e scontate virtù del morto, ma purtroppo da poco permesse a chiunque, sia pur a determinate condizioni, dopo la S. Messa) si parla non solo ovviamente bene del morto, ma si parla al morto, gli si dice che sarà sempre con noi, e si dice apertamente che, se per caso ci fosse un paradiso (quando ovviamente non si sa neppure di cosa si stia parlando) egli certamente c’è, qualsiasi cosa abbia creduto o fatto nella vita. Ovviamente questa è pura immaginazione pagana e non fede cristiana.
Ebbene, ora un’analoga “pietà” si può riservare anche al cane defunto, cremazione compresa, ovviamente con tanto di macroscopici lucri da parte degli addetti.

Ancora. Già nel 2010 una riforma del Codice della strada (art. 31 legge 29/Luglio/2010 n. 120, modifica dell’articolo 189 del decreto legislativo n. 285 del 1992) veniva praticamente quasi ad equiparare, anche a livello penale, l’investimento di un essere umano e quello di un cane o di un gatto. Del resto ci fu anche il caso di un povero giovane tassista italiano che nell’ottobre 2010 fu percosso a morte perché investì involontariamente un cane! Quando dovrebbe essere ovvio che il cane “non sa quello che fa” e quindi non si preoccupa certo di attraversare la strada in modo intelligente, prudente e conoscendo gli obblighi e i divieti del pedone sanciti dal Codice della strada.

Infine. Dal 6.02.2018, facendo seguito all’enorme pressione delle associazioni animaliste, nel nostro Paese la Protezione Civile ha tra i suoi doveri anche quello di soccorrere e assistere gli animali (Decreto Legislativo n. 224, pubblicato in Gazzetta Ufficiale con il titolo “Codice della protezione civile”). Così recita l’art. 1 del Decreto Legislativo, adeguatamente adattato: “Il Servizio nazionale della Protezione Civile, definito di pubblica utilità, è il sistema che esercita la funzione di protezione civile costituita dall’insieme delle competenze e delle attività volte a tutelare la vita, l’integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo”. Un ulteriore esempio di forzato e falso livellamento ontologico tra uomo e animali.

Ma non è lo stesso Stato che invece considera un diritto, finanziato pubblicamente (cioè attuato con i soldi di tutti), l’uccisione di un essere umano nel grembo della propria madre?
Magari anche inconsapevolmente, ma anche questo può essere un ulteriore segno di animismo, naturalismo e panteismo, per la nuova religione della “dea Gaia”, in opposizione alla (divina) Rivelazione cristiana e alla immensa dignità che il cristianesimo aveva donato all’uomo e alla civiltà.
[Circa la superiorità ontologica dell’uomo sugli animali, per la presenza nell’uomo dell’anima spirituale, che trasforma il suo stesso corpo, e che impedisce di ridurre il suo “io” (la sua anima, che lo caratterizza come uomo) non solo a prodotto di evoluzione (non è solo un animale evoluto) ma persino di generazione (il suo “io”, non deriva dai genitori ma è creato da Dio), cosa attestata non solo dalla Rivelazione divina e conseguentemente dalla teologia, ma addirittura analizzabile razionalmente anche a livello filosofico e per certi versi persino a livello scientifico, se non altro per giustificare l’alterità dell’uomo sugli animali anche a livello del suo stesso corpo), si veda nel Dossier “Darwin e l’evoluzionismo”, si veda la parte 4 – leggi
Nella sua luciferina lucidità profetica, lo aveva ben previsto lo stesso Nietzsche:
“Non è forse, da Copernico in poi, in un inarrestabile progresso l’autodiminuirsi dell’uomo, la sua volontà di farsi piccolo? La fede, ahimè, nella sua dignità, unicità, insostituibilità nella scala gerarchica degli esseri è scomparsa – è divenuto animale, animale, senza metafora, detrazione o riserva, lui che nella sua fede di una volta era quasi Dio (figlio d’Iddio, Uomo-Dio) […] Da Copernico in poi, si direbbe che l’uomo sia su un piano inclinato – ormai va rotolando, sempre più rapidamente, lontano dal punto centrale – dove? nel nulla? nel trivellante sentimento del proprio nulla […] Ogni scienza si propone oggi di dissuadere l’uomo dal rispetto sinora avuto per se stesso, come se questo altro non fosse stato che una stravagante presunzione […] autodisprezzo per l’uomo […] la vittoria di Kant sulla teologia dogmatica concettuale (Dio, anima, libertà, immortalità) […] Similmente chi potrebbe ormai biasimare gli agnostici se costoro, in quanto veneratori dell’ignoto e del misterioso in sé, adorano ora come Dio lo stesso punto interrogativo?” (F. Nietzsche, Genealogia della morale).