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È vero che il debito pubblico italiano è stratosferico e strozza la nostra economia. È il 3° più alto al mondo in rapporto al Pil (131,5%), dopo il Giappone (236,4%) e la Grecia (181,9%). Ce lo sentiamo dire continuamente, anche dai Paesi stranieri e dalla UE, con quel tono tra il saccente e l’irrisorio nei confronti del nostro Paese, che è però comunque tra le 7 più grandi potenze economiche del mondo.
Se però passiamo a considerare il debito totale dei Paesi, cioè anche in riferimento al debito “privato”, la situazione cambia radicalmente.
Scopriamo addirittura che il Paese più indebitato del mondo è il ricchissimo Lussemburgo (con un reddito pro capite annuo di $ 106.000, cioè quasi il triplo dell’Italia, che è di $ 38.100), che possiede però un debito totale equivalente al 434% del suo Pil.
Scopriamo così che 19 Paesi sono più indebitati di noi, anche se quasi tutti con un reddito pro-capite maggiore del nostro. Il nostro debito complessivo equivale infatti al 246% del Pil, inferiore a quello di Cipro (421%), Olanda (336%), Irlanda (326%), Belgio (321%), Portogallo (305%), Canada (304%), Hong Kong (303%), Svezia (292%), Islanda (291%), Francia (289%), Norvegia (283%), Svizzera (282%), Singapore (278%), Danimarca (261%), Regno Unito (257%), Spagna (257%), USA (256%), Cina (254), Libano (252).
L’Italia è cioè uno dei rarissimi paesi a economia avanzata nei quali il debito privato è inferiore al debito pubblico (46,4% del totale). Solo il Giappone ha una struttura del debito simile alla nostra (il debito privato rappresenta il 39,8% del debito totale). All’estremo opposto troviamo paesi come il Lussemburgo e la Norvegia, dove il debito privato rappresenta rispettivamente il 94,7% e l’87,1% di tutto il debito; o come la Danimarca (86,5%), l’Olanda (83,2%) e la stessa Germania (62,7%), per non parlare della Cina (81,5%).
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) informa che secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (2017) il debito totale mondiale ha toccato la stratosferica cifra di $ 184.000 miliardi, 2/3 dei quali rappresentati da debito privato, triplicato rispetto al 1950. Una notizia allarmante!
Tra l’altro l’ultima grande crisi finanziaria mondiale (2008) non è stata innescata dalla bancarotta di uno Stato insolvente (debito pubblico non assolto), ma dai mutui subprime delle banche USA (dove il debito privato rappresenta il 58,9% del debito totale, ma dove comunque i privati che si erano indebitati per comprarsi la casa sono stati insolventi per $ 945 miliardi). Secondo gli ultimi dati ufficiali della Fed il debito privato USA nel 2° trimestre del 2018 ha toccato il suo massimo storico ($ 13.290 miliardi, di cui 9.000 riguardano ancora i mutui per la casa, anche se attualmente solo l’1,1% non è stato rimborsato, mentre nella crisi del 2008 i mancati pagamenti furono il 15% dei prestiti; più preoccupante è la situazione dei debiti per l’acquisto di automobili: qui il debito privato è di $ 1.240 miliardi, raddoppiato dal 2011 e con serio rischio di insolvenza). Negli USA esistono persino mutui per gli studi universitari ($ 1,4 miliardi, ripartiti su 40 milioni di persone, fra studenti attuali e laureati che devono continuare a pagare le rate del mutuo anche finiti gli studi, di cui 8 milioni rischiano di diventare presto insolventi). Secondo questa tendenza nel 2023 il 40% di tutti i debitori “privati” non sarà in grado di onorare le scadenze (cfr. R.Casadei, Tempi,11.01.2019).