Il governo francese ha presentato un disegno di legge per il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, compresa la possibilità di adozione.

Decine di migliaia di persone, e non solo cattolici, hanno protestato vigorosamente nelle strade di molte città francesi contro questa folle deriva relativista … ed hanno sorpreso molti, che credono all’indiscutibilità dei dogmi relativisti.

Dovrebbe ormai essere chiaro: non si tratta di uguaglianza (a parte che proprio l’Illuminismo e l’égalité della Rivoluzione ha confuso l’uguaglianza di dignità, principio cristiano, col diritto di fare tutti le stesse cose), né di rispetto per ogni persona, ma di abolire progressivamente qualsiasi norma morale oggettiva, secondo il dettato di un sempre più spietato relativismo, come conseguenza della perdita dell’idea stessa di una natura umana e di legge morale naturale.

Diritto al figlio (anche in provetta e persino da sconosciuti) e nello steso tempo diritto all’aborto (cioè a uccidere il figlio); diritto a convivere (senza sposarsi) e diritto a sposarsi (anche se di stesso sesso); perché allora no al diritto alla poligamia (visto tra l’altro l’enorme numero di musulmani tra noi)? In realtà questi sono diritti immaginari.

La china del relativismo non conosce più freni … ma nello stesso tempo sta diventando dittatura, come previsto! Negata l’esistenza di Dio (e dei suoi comandamenti), della stessa natura umana e delle sue oggettive leggi morali, ma non potendo vivere e non neppure organizzare la società senza regole morali, sorge allora il tragico problema di chi allora può e deve stabilire la morale! Ed ecco dove va a finire, come al solito, la tanto declamata liberté: a decidere quale deve essere la morale sarà lo Stato (che cioè vuole prendere il posto di Dio)!

Ecco il progetto del Presidente francese Hollande e del ministro Peillon: introdurre in tutte le  scuole francesi, a partire dalla prima elementare, l’insegnamento di una “morale laica”, cioè una sorta di inquietante “morale di Stato”, con un relativo Ministero il cui stesso nome è già fin troppo chiaro nella sua esorbitante pretesa statalista: “Ministero dell’Educazione nazionale”.

Il Ministro dell’Educazione Nazionale Peillon crede non solo che esista la morale laica, ma che sia superiore alla morale religiosa, tanto è vero che propone il suo insegnamento come antidoto alle morali “fondamentaliste”, termine con cui egli indica qualsiasi morale religiosa. Cade anche l’ultimo velo di una laicità come presunta neutralità e come tolleranza per tutte le religioni. La laicità ora ha una sua morale (e non è detto che domani non abbia una sua religione, tanto vuole cambiare la natura umana): non rivendica semplicemente la libertà del cittadino di avere una sua morale e una sua religione, ma rivendica la verità di se stessa e affida allo Stato un compito “educativo”. Una laicità che non si limita neppure più ad eliminare la religione ed i suoi simboli dalle aule scolastiche, ma che ora le riempie con i propri riferimenti assoluti.