Com’è noto, il 25.11.2013 il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, nelle pochissime ore passate a Roma (con 11 suoi ministri e 50 auto di scorta!), ha voluto anzitutto far visita al Santo Padre Francesco. Al momento del tradizionale scambio di doni, come da protocollo, il Presidente russo ha offerto al Papa una bellissima icona russa della “Madonna delle tenerezza”. Ma quando Papa Francesco stava già per distaccarsene e proseguire l’udienza, Putin – con tono persino un poco infantile – quasi l’ha ripreso, dicendo “Le è piaciuta?!” e lo ha riportato davanti all’icona; dopodiché l’ha baciata e si è fatto il Segno della Croce; al che anche il Santo Padre ha fatto altrettanto.

Al di là dei possibili reconditi scopi che possa aver spinto il furbissimo, potentissimo e imperituro nuovo “zar” (!) della Russia a compiere tale visita e persino quel pubblico gesto di venerazione e di preghiera, non possiamo però non coglierne comunque la valenza spirituale, persino storica, quasi da segno profetico. Non può non tornare infatti alla mente quanto la Madonna disse a Fatima il 13.07.1917, riguardo proprio alla Russia (cfr. nel sito il Dossier “Fatima…”), cioè circa 100 giorni prima di quella rivoluzione “bolscevica” che avrebbe instaurato il comunismo e iniziato non solo una delle più tremende dittature della storia (ideologia che ha causato nel mondo più di 100 milioni di morti!) ma una delle più forti persecuzioni contro la Chiesa.

Ecco quanto disse tra l’altro la Madonna a Fatima in quel giorno: “prossima è la punizione del mondo per i suoi tanti delitti, mediante la guerra, la fame e le persecuzioni contro la Chiesa e contro il Santo Padre. Per impedire ciò, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati del mese. Se si darà ascolto alle mie domande, la Russia si convertirà e si avrà pace. Altrimenti diffonderà nel mondo i suoi errori, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa; molti buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire: varie nazioni saranno annientate. Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà!”.

Popoli interi, sotto i regimi comunisti, sono stati costretti all’ateismo, secondo la dottrina marxista; persino popoli cattolicissimi, come quello polacco (che a motivo della spartizione dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale finì di fatto sotto il potere sovietico), hanno dovuto vivere praticamente in clandestinità la loro forte fede cristiana.

Ma la storia, anche quando è violentata dagli uomini, è ancora guidata da Cristo Re!

Così il 16.10.1978 lo Spirito Santo ha chiamato alla guida di tutta la Chiesa proprio un polacco, Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II). La sua elezione fu infatti subito avvertita dal potere russo come un gravissimo pericolo per il comunismo; e giunsero poi alla decisione addirittura di ucciderlo (!), nell’attentato in piazza S. Pietro del 13.05.1981 (in una normale Udienza generale del mercoledì, non sapendo però che quella data scelta era proprio anniversario della prima apparizione di Fatima! Così non riuscirono nel loro intento. Infatti Giovanni Paolo II ha sempre detto: “ una mano ha colpito, un’Altra Mano ha deviato il colpo”. Lo stesso attentatore si chiese “Cos’è questa Fatima? io ho mirato giusto!”. Così è intesa anche la terza parte del segreto di Fatima, resa nota il 13.05.2000).

Non è difficile capire che dietro l’attentatore, il già noto killer turco Mehmet Alì Agca, ci fosse, al di là di “piste bulgare” o quant’altro, il Soviet Supremo russo, o meglio il Kgb russo. Proprio nel suo ultimo libro (2005) Memoria e identità, dove ricorda tra l’altro che Dio ha comunque alla fine posto un limite di tempo a nazismo e comunismo, Giovanni Paolo II afferma a riguardo dell’attentato che “qualcun altro aveva ideato e commissionato l’attentato”. Infine, nel libro Una vita con Karol, che nel 2007 scrisse colui che fu sempre il fedele segretario di Giovanni Paolo II (Stanislao Dziwisz, attuale cardinale di Cracovia), non si fa più mistero che quasi sicuramente il Kgb fosse  il mandante! (cfr. pp. 123-127).

Come sappiamo, nel novembre 1989, proprio a partire dalla Polonia, in pochi giorni e senza alcuna violenza, tutto il sistema comunista dell’Europa centro-orientale crollò su se stesso.

Immagine simbolo è diventata quella dell’abbattimento, il 9.11.1989, del “muro di Berlino”, quel tristissimo e impenetrabile muro costruito improvvisamente dai comunisti il 13.08.1961 per far cessare la fuga di persone disperate dalla parte comunista della città verso la parte libera.

L’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) venne quindi sciolta l’8.12.1991 (proprio il giorno dell’Immacolata! anche se non celebrata in Russia) e il 25.12.1991 (anche se non è Natale in Russia) fu definitivamente ammainata dal Cremlino la bandiera comunista (falce e martello).

Ed eccoci al bacio alla Madonna e al segno di Croce, che il presidente russo Putin – ex dirigente del Kgb (!) e nuovo inquilino del Cremlino – ha compiuto pubblicamente, persino sorpassando il Papa stesso. Un segno? Non è troppo difficile ammetterlo, per chi sa riconoscere i segni di Dio nella storia, alla luce di ciò che Maria ci ha aiutato e ci aiuta a capire.

Tra l’altro: cosa avrebbero detto se un Capo di Stato della laicissima Europa occidentale (Presidente della Repubblica Italiana compreso) avesse fatto altrettanto pubblico gesto religioso? Un attentato alla laicità dello Stato e delle Istituzioni? (non si fanno neppure un segno di Croce anche quando devono presenziare ad una Santa Messa, anche dal Papa).

Ebbene, proprio dalla Russia ci giunge un segnale diverso … e promettente.