Secondo i dati forniti dall’Istat (a novembre 2016, in riferimento all’anno precedente), nel 2015 è risultato che, con un’improvvisa inversione di tendenza, ci sia stato un lieve aumento di matrimoni, specie civili. Mentre dal 2008 diminuivano di 10.000 l’anno, nel 2015 sono cresciuti di 5.000. Anche i dati già disponibili per il 2016 sembrano confermare questa inversione di tendenza.
Una buona notizia? No. Si tratta infatti, contrariamente alle apparenze, non di una rivalutazione del matrimonio, ma di una sua ulteriore svalutazione e precarietà. E tutto ciò è pure un ulteriore segno della drammatica scristianizzazione dell’Italia.
Questo lieve aumento del numero dei matrimoni, specie civili, può avere infatti avuto una notevole spinta dall’introduzione anche in Italia del “divorzio breve” (cfr. News del 8.06.2014), che ha reso possibile divorziare anche solo a 6 mesi dalle nozze! In altre parole, se sono aumentati di poco i matrimoni, specie civili, è perché si sono sciolti con più facilità i matrimoni precedenti (divorzi) e perché anche i nuovi matrimoni (così precari da essere distruttibili anche dopo soli 6 mesi) di fatto non hanno praticamente nulla di diverso da una convivenza legalizzata (oltre alle altre “unioni” legalizzate in Italia, anche di persone dello stesso sesso). La famiglia continua ad essere sempre più distrutta e precaria. E conseguentemente spesso anche la vita dei figli.
Vediamo nel dettaglio i dati forniti. Nel 2015 (appunto dopo l’introduzione del “divorzio breve”) i divorzi sono aumentati addirittura del 57%! In media tali matrimoni sussistevano da 17 anni; ma sono stati moltissimi (23,5%) anche i divorzi tra chi era sposato da moltissimi anni. Attualmente solo il 9,14% dei matrimoni prosegue oltre i 10 anni e durano ancor meno (8,41%) quelli che sono stati contratti solo civilmente.
Se i matrimoni nel 2015 sono aumentati di 5.000 unità rispetto al 2014, tra questi solo 2000 sono state prime nozze. Comunque, rispetto al 2008, la diminuzione dei matrimoni risulta del 20%! Inoltre ci si sposa sempre più tardi: in media 35 anni per gli uomini e 32 per le donne (entrambi 2 anni in più rispetto al 2008). I matrimoni solo civili (prime nozze ma soprattutto dopo precedenti divorzi) sono aumentati in un anno dell’8%, costituendo ormai il 45,3% dei matrimoni. Sono poi cresciute del 9% le seconde o terze nozze, che rappresentano già il 17% dei matrimoni. I matrimoni poi in cui uno dei due sposi è di cittadinanza straniera sono il 12,4% del totale (in leggero calo).