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Qualcuno dovrà pur accorgersi che non c’è solo da preservare la salute del corpo (ammesso che questo si faccia), ma anche quella della psiche e dell’anima (oltre al lavoro, la scuola, l’economia, i rapporti sociali …)!
Portare avanti per quasi un anno la politica unilaterale del “lockdown” (che poi non è ovviamente una “cura” ma solo un tentativo, talora persino irrazionale e contradditorio, di difesa da eventuali contagi), oltre a far crollare l’economia e i rapporti sociali, ha prodotto infatti pure un notevole incremento di disturbi mentali, di crolli psicologici e depressioni, di dipendenze [da pc e da smartphone, da gioco d’azzardo, da pornografia (v. News del 15.04.2020), da alcool e droga]; e persino il numero di suicidi! E questo con particolare accentuazione tra i giovani. Questione di un’età che non si può mettere in gabbia? oppure di una generazione non abituata a fermarsi a pensare? che non sa stare con se stessa? senza fede? senza un’altra dimensione? Certo. Per questo occorre coltivare e rafforzare lo spirito, la fede, fin dalle più giovani età; per essere pronti ad ogni “prova” della vita (oltre che per la salvezza eterna!). Ma occorre anche una politica non miope e ad una dimensione …

Ecco alcuni dati scientifici e statistici. [fonte: NBQ, 5.01.2021]
L’Osservatorio Violenza e Suicidio ha rilevato in Italia che circa il 3% degli intervistati ha pensato al suicidio come rimedio all’angoscia scatenata dal lockdown. L’Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze ha persino istituito un “Osservatorio Suicidi Covid-19”, registrando in Italia, già durante il primo lockdown (mar/mag 2020), 62 suicidi legati direttamente (paura del contagio) o indirettamente (ad esempio per le conseguenze economiche) alla pandemia in corso. La psichiatra della Asl di Trento Wilma Di Napoli ha parlato di un notevole aumento di suicidi, specie nella fascia giovanile. “Negli ultimi 6 mesi, infatti, nella sola provincia di Trento, si sono registrati 7 suicidi tra i giovani; un numero neanche lontanamente paragonabile a quelli degli anni scorsi. Ci troviamo di fronte ad una tragedia”, ha concluso. 
Anche la Società Italiana di Alcologia, già durante il primo periodo di lockdown (mar/mag 2020), ha registrato un aumento del 15% di nuovi dipendenti e un 20% di ricadute tra gli alcolisti.
Negli USA, il 13,3% della popolazione ha iniziato o aumentato in questo periodo l’uso di stupefacenti. 
Nel Regno Unito, l’Office for National Statistics (ONS) ha registrato lo scorso anno un raddoppio dei tassi di depressione (dal 10% al 20%). Ged Flynn, amministratore delegato di PAPYRUS Prevention of Young Suicide ha dichiarato: “Temo che un’intera generazione di giovani sentirà a lungo l’impatto dell’attuale crisi… Ogni giorno riceviamo un numero enorme di chiamate, messaggi, e-mail da parte di giovani con pensieri di suicidio”. I giovani con meno di 35 anni che hanno avuto pensieri di suicidio sono aumentati col lockdown del 27% (e nel 90% dei casi è proprio per questo). Mind (un ente di aiuto alla salute mentale) ha registrato che l’80% dei giovani (18-24 anni) ha avvertito il peggioramento della propria salute mentale a causa della solitudine dovuta al lockdown. Così pure il 50% degli ultra-sessantenni.
Se parliamo poi del Giappone, che già da anni conosce un numero elevatissimo di sucidi, durante la pandemia il numero di suicidi (2.153 solo nell’ottobre scorso!) è stato comunque superiore a quello di morti per/con Covid-19.