Un aiuto per capire la fede: Gesù Cristo

Questione 4.9


Domanda:

Nella vita terrena di Gesù, esistono già parole e fatti che manifestano la Sua divinità?

Risposta:

Nella Sua vita pubblica Gesù ha svelato “pian piano” di essere il Messia atteso da secoli e addirittura Dio stesso fatto uomo; anzi, non lo dice mai esplicitamente, se non alla fine (cfr. Mt 26, 59-66; Mc 15, 61-62; Lc 22,70; Gv 18,37). 

Abbiamo certamente espressioni in cui manifesta la Sua umanità (cfr. Mc 6,3-4; Mc 11,12-14; Mc 14,32-42; Mc 15,34; Mt 8,20), e perfino la Sua subordinazione al Padre [cfr. Gv 4,34; Gv 5,19.36; Gv 8,49 – Molti di coloro che negano la divinità di Cristo (ad esempio di Testimoni di Geova, per questo non considerabili come setta cristiana) si appellano a queste espressioni, censurando invece quelle che manifestano l’uguaglianza col Padre]; ma abbiamo anche numerosissime espressioni in cui si evidenzia che Egli è Dio come il Padre, eterno come Lui [cfr. ad es.: Gv 10,22-38, spec. 22,30; Gv 17,21; Mt 9,6; Mt 12,8; Gv 17 – Gesù non dice mai “Padre nostro”, ma distingue sempre “il Padre mio” (perché Egli è “Figlio di Dio” per natura, uguale a Lui) e il “Padre vostro” (poichè invece noi diventiamo “figli di Dio” per adozione, cioè in Cristo) – Mt 5,20-48 (corregge e porta a compimento la “legge” di Dio dell’A.T.)]. Ci sono infatti parole che se fossero dette da un essere solamente “umano” sarebbero semplicemente folli(cfr. Gv 6,35.53-56; Gv 8,58; Mt 24,30-31; Mc 8,34-38; Lc 14,26).

Gesù compie poi delle azioni straordinarie, che chiamiamo “miracoli”, in cui manifesta la Sua potestà divina, cioè la capacità di comandare alla natura (e perfino ai demoni), trasformandone momentaneamente e in via del tutto eccezionale le leggi usuali [cfr. nel sito il Dossier “Miracoli” al n. 5].

Miracolo significa “qualcosa che meraviglia”, in quanto fuori dal comune. Secondo le normali leggi della natura, che dipendono però da Dio, questi fatti non si spiegano. La scienza non può spiegare il miracolo, perché la scienza è possibile solo in quanto studio di ciò che normalmente avviene (si dice infatti “sperimentale”); ma non può neppure negarlo a priori, in quanto appunto anche questi sono fatti che fanno parte dell’<esperienza> e poi perché nessuno può dire che ciò che si è sempre osservato fino ad oggi non possa una volta accadere diversamente, certo per l’intervento di “forze” sconosciute. In questo caso, essendo addirittura Dio ad essere presente e a comandare alla natura, nessuno può dire che non sia possibile (cfr. Lc 1,37).

Gesù non cede però mai alla tentazione di usare di questo Suo potere divino per capriccio o per pubblicità (cfr. Mt 4,1-7 – anzi, normalmente soggiace Lui stesso alle normali leggi della natura, provando anche fame, sete, stanchezza e dovendo procurarsi i normali mezzi di sussistenza), ma solo per indicare l’amore di Dio che prende compassione della sofferenza dell’uomo (guarigioni, rianimazioni, moltiplicazioni di vivande). Rimangono comunque casi eccezionali. Lo scopo è sempre quello di ridestare il bisogno più profondo dell’uomo (quello di significato e di liberazione dal male morale) e di insegnare, cioè di educare alla fede. 

I miracoli di Gesù manifestano però certamente un “caso” senza pari (nessuno ha mai compiuto tutto questo!) e sono “segno”, per chi vuol capire, della Sua divinità. Il miracolo conserva però una certa ambiguità (di interpretazione), per cui può convertire chi ha l’animo disposto a farlo, ma può anche lasciare nell’indifferenza o perfino irritare chi l’ha invece chiuso alla Sua grazia (cfr. ad es. Gv 9,13-16; Gv 11,45-47.53).