Un aiuto per capire la fede: la vita cristiana

Questione 6.3


Domanda:

Allora, concretamente cosa devo fare?

Risposta:

Una volta che ho capito questo, cioè che si tratta non soltanto di fare qualche cosa ma di una dimensione del cuore (cfr. ancora Mt 6,1-6.16-23), cioè di una cosa nuova che nasce nel più profondo di me stesso, allora posso anche semplicemente chiederglielo: “Padre, fa che io ti conosca!”, “voglio seguirti: dimmi cosa devo fare!”. Ebbene, a queste domande – che sono le più vere e le più belle che possiamo rivolgerGli (perché non Gli chiediamo di fare la nostra volontà, che potrebbe anche essere sbagliata, che potrebbe non essere il nostro vero bene, ma che si compia in me la Sua volontà, che è il mio vero bene, la mia vera gioia) – Dio non resiste! In un modo o nell’altro, nel cuore ma anche attraverso fatti apparentemente casuali che mi capitano, Dio risponde (in genere molto presto; se si fa attendere è per purificare ulteriormente la mia volontà e accendere ancor più il mio desiderio, così che poi possa provare ancora più gioia). Sì, Dio è amore e non esita ad entrare col Suo amore in un cuore che desidera questo amore, anzi, che lo desidera perché è già amato da Lui!
Per sapere che la risposta che sento in me è proprio la Sua, e non una mia immaginazione, devo verificare se corrisponde (cfr. 1Gv 4,1) alla Parola di Dio rivelata (nella Bibbia), autenticamente trasmessa e insegnata dalla Chiesa (guidata certamente dallo Spirito Santo a comprendere la parola di Gesù, cfr. Gv 16,12-13). Se io dicessi che nel mio cuore sento che Dio mi dice di avere una fede o di vivere una morale diversa da quella che insegna la Chiesa Cattolica, certamente so che non può essere un’autentica parola di Dio in me (perché ovviamente lo Spirito Santo non si contraddice e sicuramente guida la Chiesa nel suo insegnamento ufficiale sulla fede e sulla morale, come abbiamo visto nella Questione 5), ma proprio sul più bello potrebbe essersi mescolato perfino un inganno del demonio.

Qualche volta anche le guide della Chiesa, fossero anche Vescovi, possono all’inizio fare fatica a comprendere e accogliere ad esempio un nuovo “carisma” (dono dello Spirito) – è successo molte volte nella storia della Chiesa – ma mai può sorgere un nuovo carisma che cambi la fede o neghi una legge morale cattolica (sarebbe un’eresia, cioè una cambiamento della Verità rivelata). Ecco perché anche il sorgere di nuovi grandi carismi (pensiamo ad esempio a S. Francesco d’Assisi) non è e non può essere mai contro l’insegnamento della Chiesa e necessita della conferma del Papa (è stata infatti una prioritaria preoccupazione di S. Francesco, altrimenti avrebbe egli stesso rinunciato alla sua nuova forma di vita cristiana). Se è veramente Gesù che parla, se è veramente lo Spirito Santo che muove, alla fine – pur passando magari attraverso molte prove e iniziali incomprensioni – giunge il conforto e la conferma dello stesso Spirito attraverso il giudizio del successore di Pietro, capo e guida della Chiesa.