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Dieci anni fa abbiamo tirato la cinghia (e allargato l’inflazione) per entrare nell’euro… Quest’anno continuiamo a fare manovre e sacrifici drammatici per far fronte ai crolli della finanza.  Un nuovo governo italiano, che risponde non alla volontà popolare ma a quello delle banche (che rischiano di fallire), ottiene il consenso quasi unanime dei partiti, che firmano praticamente in bianco la loro fiducia (e pensare che se la destra avesse proposto certe misure la sinistra sarebbe non solo scesa in piazza ma forse avrebbe approvato perfino la guerriglia urbana, già emersa a Roma in ottobre).

In questa Europa nata caparbiamente solo sulla finanza, alcune Nazioni falliscono; ma anche chi si crede forte (come la Francia – che tra l’altro quest’anno ha fatto la guerra alla Libia per prenderne il petrolio ma respingendo poi i libici che si affacciavano alle sue frontiere) va poi incontro agli stessi problemi; e la Germania vuole dare lezioni all’Europa pensando solo ai propri interessi. Oltre la Manica, dall’alto della loro sterlina, stanno a vedere se il Continente va a fondo. Da oltre oceano, con il classico atteggiamento da padroni del mondo (dimenticando che sono ormai proprietà della Cina al 50%), ci danno lezioni e bacchettate, quando nel 2008 è proprio dalle loro allegre finanze che è iniziata la fine dell’economia occidentale.

A chi sa vedere la storia un po’ più in profondità, cercando di leggerla con gli occhi di Dio, non possono non venire in mente non solo le parole di Gesù quando dice che “l’uomo non vive di solo pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” e che “non si può servire Dio e il denaro”, ma anche quelle della Chiesa Cattolica – ad esempio i severi e ripetuti richiami di Giovanni Paolo II – che aveva messo in guardia sulla follia della costruzione di una unità europea fondata solo sulla finanza e giunta perfino a censurare le sue storiche e innegabili radici cristiane (negate anche nella sua traballante Costituzione). Gli immensi e dispendiosissimi organismi europei – che surclassando il principio di sussidiarietà ci impongono anche “quante galline ci devono essere in un pollaio” (è vero!) ma non sanno dire una parola comune ad esempio in politica estera e non sono stati in grado neppure di creare una vera autorità monetaria che sapesse difendere la moneta unica – hanno voluto segare il ramo su cui eravamo seduti e adorare solo il dio-denaro.

E ora ci chiedono i danni …