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Quando manca ancora un mese alla fine del 2016, il Ministero dell’interno fornisce oggi questi dati, in riferimento agli sbarchi di immigrati illegali giunti in Italia lungo il presente anno: 171.000, cui va aggiunto il triste numero di 4.600 persone annegate durante l’attraversamento del mare. Dunque fin d’ora il 2016 risulta un anno record per i flussi di clandestini (furono 170.100 in tutto il 2015 e 152.840 nel 2014).

Tra questi immigrati registrati vi sono 35.716 nigeriani, 20.100 eritrei, 12.352 che provengono dalla Guinea, 11.406 dalla Costa d’Avorio e 11.022 dal Gambia (nessuno di questi Paesi è in guerra; quindi non rientrano in quanto stabilito dalla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951, che impone di accogliere chi fugge direttamente da un paese in guerra; la stessa Convenzione prevede peraltro che possa comunque essere espulso chi non rispetta le leggi del Paese accogliente o costituisca una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico).

L’80% di questi clandestini sono maschi giovani. Ma il presente anno ha conosciuto pure il triste record di sbarchi di minori non accompagnati: da gennaio 22.772 (mentre 12.360 in tutto il 2015).

Attualmente in Italia, risultano ufficialmente presenti nei centri di accoglienza 176.720 persone (erano 103.792 nel 2015). A queste cifre sfuggono ovviamente coloro che sono riusciti ad entrare in Italia senza controllo e gli altri che sono fuggiti dai centri di accoglienza.

Dal 2014 sono sbarcate illegalmente in Italia 500.000 persone. Oltre a coloro che sono ancora ufficialmente in Italia (appunto 176.720), si stima che altri 200.000 vivano clandestinamente di espedienti (anche criminali), vagando per il Paese, o cercando di raggiungere Svizzera, Francia e Austria; mentre 100.000 sono già riusciti a scappare illegalmente verso il Nord Europa.

Il programma europeo di ricollocamento nei Paesi della UE è stato volutamente fatto fallire: dei 40.000 immigrati illegali giunti in Italia che dovevano essere collocati in altri Paesi UE (cifra che peraltro sarebbe resa comunque vana dall’attuale incremento degli sbarchi), sono stati accolti da tali Paesi solo 1.800!

Secondo un recente rapporto dell’ONU, in Italia si conta una media di circa 450 arrivi di clandestini al giorno (a confronto dei 75 arrivi in Grecia, dopo il loro blocco in Turchia). Secondo infatti l’accordo con la Turchia (voluto soprattutto da Angela Merkel, che, accortasi dell’impraticabilità politica ed economica di un’apertura anche se regolata a tale immigrazione clandestina, ha fatto una rapida inversione a U nelle sue decisioni in materia), tale Paese (la Turchia di Erdogan) – in cambio di 6 miliardi di euro sborsati dall’Europa (!) e di un possibile quanto scriteriato futuro ingresso nella UE – non deve più far partire dalle sue coste i clandestini diretti in Grecia e in Europa. Tali persone, ora bloccate in Turchia, sono addirittura 3,5 milioni (per lo più siriani, iracheni, afghani e pakistani). Ma Erdogan – che ha portato la Turchia nel complicatissimo scontro e groviglio di interessi economici e strategici delle potenze internazionali che sta dietro la guerra che ormai da anni dilania la Siria e il nord dell’Iraq (mettendosi come ovvio a fianco degli USA e delle potenze islamiche sunnite, Emirati e ISIS compresi, contro la Russia e le potenze islamiche sciite – v. News del 28.09.2016 – nel frattempo fornendosi abbondantemente del petrolio estratto dal Califfato e persino vendendolo all’Occidente) – ha già più volte minacciato, qualora non fosse più sostenuto dalla UE, di aprire le porte e di provocare quindi lo sbarco in Europa di milioni e milioni di immigrati.

Sarebbe un’ecatombe … per loro e per noi.

Del resto è quanto è già successo e succede, sia pur in proporzioni minori, dopo la destabilizzazione della Libia (e l’uccisione di Gheddafi), voluta dagli USA (di Obama e della Clinton), dalla GB e dalla Francia; che poi hanno chiuso le frontiere, abbandonando così l’Italia alle conseguenze che vediamo ogni giorno sulle nostre coste e nell’intero nostro Paese e facendo del Mediterraneo un tragico cimitero.