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Mentre nell’Europa occidentale si assiste alla tragica apostasia dal cristianesimo (espressione già  autorevolmente usata da Giovanni Paolo II nel 2003*), con un crescente nichilismo che, sotto la bandiera di una “libertà senza verità” e col pretesto di inventare nuovi infondati “diritti”, promuove ideologie che distruggono l’umano, la famiglia, la vita, sostanzialmente “una cultura di morte” (come la definirono i Vescovi europei nel Sinodo speciale del 1999), paradossalmente – dopo 70 anni di ateismo marxista imposto a decine di milioni di persone dal governo comunista salito al potere esattamente 100 anni fa (1917, come aveva preannunciato la madonna a Fatima solo 3 mesi prima!) – in Russia si riscontra un’enorme crescita religiosa.* Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa(28.06.2003), n. 9: “La cultura europea dà l’impressione di una «apostasia silenziosa» da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse. […] In tale orizzonte, prendono corpo i tentativi, anche ultimamente ricorrenti, di presentare la cultura europea a prescindere dall’apporto del cristianesimo che ha segnato il suo sviluppo storico e la sua diffusione universale. Siamo di fronte all’emergere di unanuova cultura, in larga parte influenzata dai mass media, dalle caratteristiche e dai contenuti spesso in contrasto con il Vangelo e con la dignità della persona umana. Di tale cultura fa parte anche un sempre più diffuso agnosticismo religioso, connesso con un più profondo relativismo morale e giuridico, che affonda le sue radici nello smarrimento della verità dell’uomo come fondamento dei diritti inalienabili di ciascuno. I segni del venir meno della speranza talvolta si manifestano attraverso forme preoccupanti di ciò che si può chiamare una «cultura di morte»” (così i Vescovi europei al Sinodo del 1999).Mentre nell’Europa occidentale (specie in Olanda, Belgio, ma anche in Francia) abbiamo chiese abbandonate, vendute, trasformate in teatri, musei, cinema, alberghi e in numero crescente anche acquistate da musulmani e trasformate in moschee, invece in Russia negli ultimi 15 anni sono state riaperte circa 20.000 chiese ortodosse (solo nella diocesi di Mosca si è passati dalle 837 nel 2010 alle 1.056 nel 2014 – di cui 934 chiese e 122 cappelle – col programma di costruirne altre 200 entro breve termine). È aumentato notevolmente anche il numero di sacerdoti, passati dai 17.500 del 2000 ai 35.000 di oggi; tra l’altro con una formazione culturale e teologica assai superiore che nel passato (quando non veniva richiesta una particolare formazione teologica ma talora semplicemente una capacità di cantare e di presiedere la liturgia). Nel 2009 la Chiesa ortodossa russa è riuscita persino ad ottenere che la Teologia risultasse tra le specializzazioni riconosciute dalla Commissione di valutazione del Ministero della Scienza e dell’Istruzione della Federazione Russa (pensare invece che dal 1873 in Italia la facoltà di Teologia è proibita nelle università statali!). Così in 10 anni gli Istituti Teologici sono passati in Russia da 38 a 51; solo a Mosca, nel scorso dell’ultimo anno accademico si sono diplomati in Teologia 4.030 studenti, tra i quali anche molti laici.
A cominciare dal Presidente Putin – che non nasconde di essere tornato devoto credente, visita i santuari, si fa pubblicamente il segno della croce, rende omaggio alle icone, si confessa e si comunica – come in gran parte dell’apparato politico e amministrativo russo, si è compreso che la religione – che com’è noto il marxismo definiva “oppio del popolo” e come tale sarebbe svanita con la società socialista senza classi, mentre poi, continuando a permanere, è stata sempre violentemente perseguitata come nemica del popolo – è l’anima vera di un popolo, così come i valori morali che sulla fede cristiana si fondano non sono assolutamente un impedimento alla dignità della persona e alla costruzione di una società più umana, ma ne sono invece un insostituibile baluardo affinché essa non degeneri e non si autodistrugga. Come sta appunto mostrando l’Occidente; che certo anche per questo sembra ogni giorno di più disposto a non tollerare Putin e la nuova linea di valori promossi nell’est-Europa, che si rifà alle radici cristiane della suo civiltà e che si oppone alle nuove ideologie libertarie e nichiliste che l’Occidente vorrebbe imporre al resto del mondo (sono espressioni usate dall’attuale pensatore russo Aleksandr Dugin, che sta non poco dietro i nuovi indirizzi culturali e politici della nuova Russia, in questi giorni intervistato da un noto quotidiano italiano).
Esattamente 100 anni fa (13.07.1917) la Madonna a Fatima aveva posto in guardia – chiedendo conversione, preghiere e grandi penitenze per evitarlo – dalla terribile persecuzione anticristiana che da lì a poco la Russia avrebbe scatenato nel mondo (e quanto accadde solo 3 mesi dopo con la rivoluzione bolscevica); ma la profezia – chiedendo per questo che il Papa insieme a tutti i vescovi consacrasse la Russia al Suo Cuore Immacolato (cosa fatta solo parzialmente e genericamente da Giovanni Paolo II il 25.03.1984, v. Dossier Fatima) – alludeva poi che infine proprio in Russia la fede in Cristo si sarebbe irradiata sul mondo.