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S. Nicola di Bari, il vescovo di Myra (Demre nell’attuale Turchia) del IV secolo, è un santo molto venerato, non solo a Bari, che nel XI secolo vi ha dedicato una straordinaria basilica dove giacciono le sue reliquie, ma in tutto il nord Europa (è lui il Santa Claus – da SinterKlaas, che in olandese significa appunto S. Nicola – che, con le insegne episcopali porta i doni ai bambini nel giorno della sua festa, il 6 dicembre; solo nel 1823 a New York il Santa Claus si trasformerà in Babbo Natale con il suo abituale vestito rosso); ed è un Santo venerato con particolare devozione in Russia e in tutto l’oriente europeo.
In questi giorni una reliquia (una costola) di S. Nicola (qui chiamato “di Myra”) è presente a Mosca, dove nella cattedrale di Cristo Salvatore è esposta alla venerazione dei fedeli. Ebbene, per passare un secondo davanti a tale reliquia e baciarla con fede, si sono formate code lunghissime, con una attesa per i pellegrini anche di 8-9 ore (nonostante appunto la celerità della sosta davanti alla reliquia). Persino nelle stazioni dell’efficiente e bellissima metropolitana di Mosca viene continuamente ripetuto l’annuncio, che spiega a chi intende recarsi in cattedrale per venerare S. Nicola la necessità di scendere alla stazione “Frunzeskaja”, a diversi chilometri di distanza, per inserirsi nell’impressionante, composta e orante coda di devoti che attendono di baciare la santa reliquia.
Il 12 luglio la reliquia di S. Nicola sarà poi trasferita a S. Pietroburgo, dove sarà esposta per qualche giorno alla Lavra di S. Aleksandr Nevskij e dove si attendono analoghe code chilometriche di devoti pellegrini.
Una notizia che sarebbe sembrata impossibile e allucinante fino al 1991, quando crollò il “comunismo” che per 70 anni aveva perseguitato in Russia ogni religione, secondo l’ideologia marxista-leninista, e obbligava di fatto l’intera società ad essere atea.