Già da quando il nostro Paese, 150 anni fa, è stato occupato da un potere, prima militare e poi culturale, sostanzialmente ostile alla fede ed alla Chiesa cattolica (v. in merito nel sito la  documentazione 1 e 2) , di fatto ha perso la sua grande dignità, se non addirittura priorità, che aveva nel panorama della civiltà mondiale (qui e dalla Chiesa sono nate le università, gli ospedali, gli enti caritativi, abbiamo la maggioranza assoluta del patrimonio culturale mondiale, ma in fondo in Italia è nata la stessa scienza moderna); ed ha cominciato ad essere marginale, persino “colonizzato” culturalmente, ideologicamente ed economicamente, per ritrovarsi subalterno, culturalmente ed economicamente, a potenze straniere. Però i grandi “poteri forti” (occulti o palesi), a differenza di quanto poteva più agevolmente avvenire nei Paesi “protestanti” (in virtù di quella stessa loro teologia ‘eretica’ e più facilmente sottomessa al potere), in Italia dovevano fare sempre i conti con la presenza nel nostro Paese del centro della cattolicità (Roma, il Papato), che infatti hanno sempre cercato di distruggere (prima militarmente, nel secolo XIX, poi culturalmente). Nonostante ciò, fino a qualche decennio fa il popolo italiano rimaneva però sostanzialmente fedele a Cristo e alla Chiesa e sentiva questi poteri anticristiani come ostili alla propria stessa vita, tradizione, mentalità, comunque impregnata indubitabilmente di fede cristiana. (Ridicolo ad esempio chi oggi vorrebbe togliere i segni pubblici della fede cristiana in Italia: se si prendesse davvero sul serio questa follia laicista e suicida, dovremmo cancellare gran parte del nostro patrimonio artistico, culturale, di usi e costumi, fino a buona parte della lingua, dei nomi e persino della toponomastica … infatti il Risorgimento ha cercato violentemente di cambiare anche questa, vedi).
Però da qualche decennio, per ingenuità o per convinzione (ad esempio di molti cattolici impegnati in politica, che teorizzano essi stessi l’assoluta laicità dello Stato – mentre invece i laicisti ed avversari della Chiesa e della fede portano avanti con forza le loro battaglie e spesso impongono le loro idee – dove cioè le convinzioni di fede devono rimanere solo nella coscienza e nella vita privata, e giungono persino ad approvare leggi civili esattamente contrarie alla legge di Dio – v. invece nel sito alcuni elementi della Dottrina sociale della Chiesa), questo potere culturale, questa ideologia anticristiana, questo “nuovo ordine mondiale”, questo “pensiero unico”, si è ugualmente infiltrato ovunque, mutando radicalmente, pian piano e anche attraverso la stampa e la televisione, la mentalità degli italiani, che pur nella quasi totalità si dicevano ancora “cattolici” e comunque ancor oggi richiedono a maggioranza assoluta il Battesimo (e altri sacramenti) della Chiesa Cattolica.
Improvvisamente, ma per chi aveva occhi aperti non poteva invece essere una sorpresa, 50 anni orsono si evidenziò che la mentalità degli italiani, pur continuando in gran parte a dirsi cattolici, non era più cattolica, che quindi un pensiero non-cattolico si era infiltrato nella Chiesa stessa, e persino non solo nei semplici fedeli (fu una tragica espressione già del Papa Paolo VI). Questo fu evidente già nella contestazione giovanile del ’68 (che trovò silenti, supini se non d’accordo anche i giovani cattolici che ancora frequentavano le chiese e vide persino incredibilmente nella stessa Università Cattolica una sua fucina), ma divenne palese nella legge italiana sul “divorzio” (1970) e il fallimentare tentativo di abrogarla mediante Referendum (1974). Gli agguerriti propugnatori di quella legge (paradossalmente oggi persino incensati in alcune chiese!) brindarono non tanto perché credessero che in questo modo la famiglia e la società ci avrebbero guadagnato (anche la storia e il presente hanno dimostrato chi aveva ragione!!), ma perché per la prima volta fu evidente che la Chiesa non era più seguita neppure dai sedicenti cattolici, che cioè anche l’Italia poteva cadere in mano di un potere culturale anticristiano, autodefinitosi ovviamente come “progresso”, “libertà”, “autodeterminazione” (ideologia del Partito radicale, ma sospinto da tutte le forze anticristiane, specie di sinistra, che infatti poi, dopo il crollo del comunismo, non hanno e non sanno far altro che difendere questa ideologia, passata per presunti nuovi “diritti” e segni di progresso e di “civiltà”).
Allora (1974) si giurò, anche da parte di Cattolici (che di fatto disobbedirono alle allora chiare indicazioni della Chiesa), che il divorzio poteva essere tollerato (sempre con l’equivoco-trappola di non dire il proprio pensiero per rispetto a chi la pensa diversamente! tra l’altro mentre chi pensa diversamente dice e persino impone il proprio pensiero) ma che invece l’aborto non lo sarebbe mai stato, perché in questo caso era più evidente la gravità della cosa, trattandosi di uccisione di un figlio. Gli stessi che avevano fatto la battaglia per il primo la fecero per il secondo, e poi per tutti gli altri obiettivi “radicali” (e che infatti oggi hanno brindato commossi fino alle lacrime anche per quest’altra conquista di civiltà e di progresso, finalmente raggiunta anche in Italia!). 
Infatti, solo dopo 4 anni, nel 1978 (mentre l’Italia era sprofondata negli “anni di piombo”, in cui specie il terrorismo comunista era arrivato a compiere a raffica rapine, omicidi e stragi; proprio mentre il Parlamento discuteva della legge sull’aborto, ci fu il rapimento e uccisione del Presidente del Consiglio Aldo Moro da parte delle “Brigate Rosse”) passò anche la terrificante legge 194 sull’aborto (ancor più terrificante poi come si è attuata nella pratica, sorpassando anche ogni pur prevista fase previa di deterrenza e il divieto di fare dell’aborto un metodo di regolazione delle nascite e tanto meno di selezione eugenetica per difetti dei nascituri); e anche in questo caso fu vano il tentativo referendario di abrogarla (1981).
Poi c’è stata l’Europa Unita, che, tradendo le sue motivazioni iniziali (non a caso poste in atto da tre statisti profondamente cristiani: De Gasperi, Adenauer, Schuman), si è indirizzata su un’economia diretta da oligarchie potenti e autoreferenziali e su una strisciante ideologia (laicista, relativista, individualista, libertaria) allineata al crescente e sempre più potente “pensiero unico” occidentale, anche questo voluto da ristrette ma potentissime oligarchie, sostanzialmente ostili alla Chiesa e alla morale cristiana. Così, i vincoli economici e ideologici posti da questo tipo di Europa hanno reso e rendono il nostro Paese sempre più povero e subalterno (e ai margini, se non verso il fallimento) a poteri esterni, palesi (v. l’asse franco-tedesco) od occulti (v. il “pensiero unico” massonico).
Senza dunque entrare qui nel merito della tragica legge approvata oggi dal Parlamento italiano (nel sito si trovano già le motivazioni di fondo, razionali e di fede, per esserle contrari), ancora una volta (come già nel caso della legge sulla “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, Cirinnà-Renzi 2016) con un iter parlamentare e un’accelerata degna dei casi di urgenza nazionale (e trattasi invece di questione di fortissima valenza etica), legge denominata Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, in pratica la versione tutta italiana (cioè delicata e menzognera nelle parole, per confondere ed ottenere maggior consenso, ma tragica nella realtà) dell’eutanasia, persino peggiore di quelle drammatiche già esistenti in altri Paesi, non contemplando infatti neppure la possibilità per i medici della “obiezione di coscienza” (quindi di fatto costretti ad uccidere). Non a caso non solo autorevoli singoli medici, ma persino intere strutture sanitarie cattoliche (come il Policlinico Gemelli/ Università Cattolica e il Cottolengo) hanno già fortemente dissentito, rifiutandosi di attuarla (cioè di essere obbligate ad uccidere il paziente che lo ha richiesto) o persino hanno paventando la chiusura (con grave danno al bene pubblico) se costretti a farlo.
Insomma, un’altra battaglia vinta dal “pensiero unico dominante” (occidentale), quel pensiero che in nome della libertà e del relativismo si vuole imporre a tutti (“dittatura del relativismo”), ma in realtà una volontà menzognera ed omicida (come Gesù stesso definisce Satana, v. Gv 8,44), che vuole sostituire l’uomo (e lo Stato) a Dio, persino sulla padronanza circa la vita e la morte, perché in fondo addita se stesso come Dio (cfr. 2Ts 2,4) (il diavolo ci fa credere che staccandoci da Dio diventiamo “dio” noi, padroni di noi stessi; in realtà così ci fa schiavi suoi; da sempre, dal ‘peccato originale’ in giù, ma oggi in modo addirittura “sistemico” e mondiale).
E che ciò avvenga ora anche in Italia, è un tragico segno per il mondo intero, come il crollo di un sicuro baluardo per la verità dell’uomo; tanto più se poi trovasse la Chiesa stessa silenziosa, incapace di opporvisi, arresa, se non addirittura (Dio non voglia! e non vuole!) consenziente.