La Polonia ha dato un altro segnale, anche politico, della volontà di rifondare la vita stessa della Nazione sull’identità cristiana (v. altre News del 7.10.2017 e del 19.11.2016), che è anche la base per una buona società per tutti, invece di seguire il laicismo-nichilismo dell’Europa occidentale.
Da oggi infatti, ogni domenica in tutta la Polonia le attività commerciali resteranno chiuse.
Entra infatti in vigore la legge apposita, firmata dal presidente polacco Andrzej Duda. Tale divieto di apertura la domenica, che entrerà progressivamente in atto nei prossimi 2 anni, non riguarda le stazioni di servizio, i caffè, le gelaterie, le panetterie, le farmacie e alcune altre attività commerciali per la rivendita di beni indispensabili. Il divieto di apertura non vale per gli aeroporti e le stazioni ferroviarie; come pure per i piccoli negozi a conduzione familiare (ma anche in questo caso non si potrà far lavorare altri dipendenti).
La proposta di legge era partita dal sindacato Solidarnosc.
Come dovremmo ricordare, Solidarnosc è stato quel primo sindacato “libero” del blocco sovietico che negli anni ’80 del secolo scorso, con la propria fede cattolica e il proprio eroismo, ha costituito il fondamento del crollo del comunismo in tutto l’est-Europa, della ritrovata libertà per tutti quei Paesi (v. crollo del “Muro di Berlino”, cioè appunto del comunismo in tutto l’est-Europa) e del recupero delle proprie radici cristiane, che peraltro in Polonia il comunismo (al potere per il trattato di Yalta, che aveva spartito l’Europa tra i vincitori della Seconda Guerra mondiale e che aveva assurdamente messo la Polonia super-cattolica sotto l’influenza comunista e atea dell’Unione sovietica) non aveva mai potuto neppure scalfire.
Il partito di orientamento cattolico “Diritto e Giustizia” che guida attualmente il governo polacco, aveva fatto proprio questo progetto, ora attuato.
Una sottolineatura della chiara identità cristiana di tale provvedimento è data anche dal fatto che tale chiusura riguarda anche il pomeriggio/sera della vigilia di Natale e di Pasqua.
Tale legge ha avuto ovviamente l’appoggio di tutto l’episcopato polacco.
Del resto, si tratta di un contenuto proprio della Dottrina Sociale della Chiesa (v. nel il documento apposito al n. 25 – cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n.n. 2186/2188, 2194-2195 e Compendio CCC n. 454) e un diritto di ogni persona. Fu persino uno dei primi diritti ottenuti per tutti dal cristianesimo già al tempo dell’Impero Romano.