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Ecco un’altra “apertura” del Canada di Justin Trudeau, con una legge che andrà in vigore tra pochi giorni: la produzione e la vendita della “marijuana” sarà legale in tutto il Paese; e nello stesso tempo il governo si impegna a spiegare che essa fa male, stanziando 260 milioni di dollari in una campagna di sensibilizzazione sui suoi danni! Una sorta di schizofrenia politica.
Ad esempio, nel Colorado, dopo la legalizzazione della cannabis, si è riscontrata una crescita di malattie mentali, di ricoveri ospedalieri di giovani e persino di bambini, con incremento pure degli incidenti stradali.
La OMS (Organizzazione mondiale della sanità) indica già il Canada al 1° posto (fra 43 Paesi nord-americani ed europei) per abuso della marijuana fra i giovani, con il maggior numero di 15enni che ne avevano fatto già uso almeno una volta.
La stessa Canadian Pediatric Society (Cps) ha avvertito che la marijuana a lungo termine può causare problemi di attenzione, di capacità di controllo degli impulsi, di risolvere i problemi e regolare le proprie emozioni. La Cps ha anche riportato i risultati della American Psychiatric Association sui disturbi legati alla sostanza da cui emerge che 1 adolescente su 6 che la utilizza diventerà dipendente; per questo già oggi oltre il 3% degli adulti americani soffre di prestazioni cognitive ridotte, vive il fallimento scolastico e i conflitti in famiglia. Ma l’utilizzo da parte di un giovane il cui cervello è in via di sviluppo può portare anche all’emergere di psicosi e malattie mentali come la schizofrenia, appunto; e ciò anche in soggetti che non hanno alle spalle una storia familiare di malattie mentali.
Il dott. Howard Margolese, direttore del First Episode Psychosis Program del McGill University Health Center di Montreal, ha dichiarato che quasi il 70% dei suoi pazienti, in genere uomini di 18-19 anni, hanno fatto uso di cannabis. Di questi la maggioranza sono utenti cronici, ma c’è anche chi, dopo un uso solo occasionale comincia a sentire voci, vedere cose o credere di essere controllato, seguito o spiato. Dichiara che certamente nel 50% è la cannabis a causare la psicosi (sul rapporto tra uso della cannabis e l’insorgere di psicosi, cfr. News del 7.03.2018).
Gli studi di tutto il mondo danno risultati simili. Gli ospedali inglesi hanno denunciato che con la cannabis legale si sono riempiti di adolescenti schizofrenici. Il Montreal Gazete ha ricordato anche «uno studio condotto in Danimarca che ha rilevato che su 1200 pazienti che hanno manifestato psicosi indotta da cannabis, circa la metà ha sviluppato schizofrenia o disturbo bipolare entro vent’anni». Mentre un’altra ricerca condotta dall’Université de Montréal su 4000 studenti delle scuole superiori ha rilevato che «il consumo di cannabis di un anno sembrava correlato alla esperienza dei sintomi psicotici».
Intanto nel 2017 in Canada ha contato 3.987 decessi a causa degli oppioidi, mentre la cannabis è stata associata a 851 decessi all’anno a causa di cancro al polmone e incidenti stradali. E se nel 2014/15 il governo del Québec ha registrato che il 42% dei giovani tra i 18 e i 24 anni aveva fumato erba negli ultimi 12 mesi, mentre tra i 15 e i 17 anni erano il 31% (contro l’8% tra i 45 e i 64 anni), il dott. Margolese sostiene che con la legalizzazione della droga le cose peggioreranno, perché sarà più difficile convincere la gente del pericolo della cannabis.
Riguardo poi allo schizofrenico stanziamento di fondi per la prevenzione, da parte del governo, bisogna ricordare che nonostante i workshop scolastici e le pubblicità televisive passate, la percentuale di adolescenti del Quebec che fuma cannabis è invece leggermente aumentata (dal 30% nel 2008 al 31% nel 2015) piuttosto che diminuire. Figurarsi ora che sarà legale. Perciò, già durante il dibattito che aveva preceduto l’approvazione della legge, persino il presidente della CanniMed, Brent Zettl, la cui società produce marijuana destinata al campo medico, aveva dichiarato al NYT che sì «è una cosa buona dal punto di vista industriale, ma non penso sia un bene per la società … Credo sia un’iniziativa piuttosto arrogante da parte di Justin Trudeau». Eppure il primo ministro, il quale ha confessato di aver fumato joint con gli amici, sostiene di avere così a cuore i giovani da volerli “proteggere” legalizzando la droga. (dati riportati da B. Frigerio, NBQ 4.09.2018)