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Vietato discutere di aborto e persino di applicare integralmente la legge 194

Vietato discutere di aborto e persino di applicare integralmente la legge 194


Com’è tristemente noto, la legge 194, approvata 40 anni fa dal Parlamento Italiano, ha prodotto in Italia 6 milioni di morti innocenti (bambini abortiti).
Solo delle coscienze annebbiate dall’errore o pervertite dal male possono considerare queste uccisioni legali – perché scientificamente di questo si tratta, essendo il “concepito” fin dal primo istante un essere umano con tutte le sue potenzialità (che devono solo svilupparsi) – un “diritto” e un progresso sociale e della civiltà.
Nel 1978, in un momento peraltro drammatico del Paese (erano i giorni del rapimento e uccisione di Aldo Moro), la legge 194 passò al Parlamento (e non fu abrogata col Referendum del 1981, in giorni altrettanto drammatici, cioè quando avvenne l’attentato a Giovanni Paolo II), sospinta da pressioni ideologiche e menzogne colossali (si presentava un numero inverosimile di aborti clandestini addirittura superiori al totale delle donne fertili; si parlava sempre di casi pietosi, di donne stuprate, di bambini deformi).
Comunque l’articolo 1, cioè l’incipit della legge 194, afferma non senza ipocrisia che “riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio” (art.1); poi si afferma che, da parte dei medici e dei consultori deve essere fatto tutto il possibile perché la donna sia distolta da compiere questo atto estremo (aborto), rimuovendo anche tutti gli ostacoli che possono indurlo (mediante un sostegno psicologico, aiuti economici, possibilità di partorire in anonimato e far affidare o adottare il neonato) [aiutare la donna a rimuovere le cause che l’inducono ad abortire (art.2), “esaminare con la donna e con il padre del concepito …. le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all’ aborto” (art.5)]; poneva particolari limiti di tempo [90 giorni dal concepimento, tranne che nel caso di “serio pericolo per la salute fisica o psichica della donna” (art.4) … ma nel periodo 1990-2010, gli aborti oltre i 90 giorni dal concepimento sono cresciuti del 182%!)] e di possibilità di ricorrevi; soprattutto che l’aborto non può essere assolutamente inteso come un metodo di pianificazione delle nascite (art. 1), cioè come una sorta di contraccezione estrema; infine permette al medico di fare “obiezione di coscienza” (art. 9) e quindi in coscienza di potersi sottrarre a compiere questo omicidio.
Come sappiamo, la 194, che rimane comunque una delle peggiori leggi mondiali sull’aborto, non solo è diventata un “dogma” laicista, intoccabile e indiscutibile (incredibile e diabolico come la cultura dominante vorrebbe aggiornare e relativizzare la “legge di Dio” ma assai spesso considera intoccabili – appunto quel gridato “non si tocca!” – le leggi fatte dagli uomini), ma non è stata neppure applicata integralmente, e non è possibile farlo, specie per quel riguarda appunto i limiti e la prevenzione dell’aborto.
Quindi non solo molti considerano intoccabile la 194 ma addirittura, e contraddittoriamente, che non si possa allo stesso tempo applicare in quelle parti che produrrebbero, come previsto e come statisticamente s’è sempre potuto osservare quando applicata, una limitazione agli aborti stessi.
Insomma, siamo rimasti ad un irrazionale (e diabolico!) “vietato vietare” di sapore sessantottino, nonostante siano passati appunto 40 anni! È questa la menzogna da svelare.
Si fanno leggi pessime e poi si vuole andare persino oltre la legge.
Ad esempio, coi governi passati si è fatta passare (con una certa violenza anche parlamentare) una legge sulle “Dichiarazioni anticipate di Trattamento” (DAT) dicendo che non era eutanasia, ma poi si urla che si torna indietro se bisogna ancora andare all’estero per suicidarsi; si è legiferato sulla “unioni civili” dicendo che non era il “matrimonio omosessuale”, ma si grida subito contro il neo-ministro della Famiglia (Fontana) se osa ricordare che per la Costituzione Italiana la famiglia è composta da un uomo e una donna.

A proposito ancora della legge 194, in questi giorni è accaduto ad esempio che il Comune di Verona abbia approvato (21 voti contro 6) una mozione (promossa dalla Lega) a sostegno delle donne che scelgono la vita rinunciando all’aborto; quindi si potrebbe dire in fondo per applicare la stessa 194 in quelle parti che prevedono appunto l’aiuto e la prevenzione per non giungere se possibile all’aborto. Si è scatenato il finimondo, anche a livello nazionale. Tra chi ha approvato questa mozione del comune scaligero c’è stata questa volta anche la capogruppo del PD Carla Padovani, cattolica e focolarina, già consigliere comunale in passate legislature. Apriti cielo: i responsabili nazionali del PD il giorno stresso l’hanno condannata, anche sui TG nazionali. Con ciò si dimostra quanto e come possano muoversi i cattolici all’interno del PD (ne vogliono i voti e affidano loro anche importanti poltrone, basta che si adeguino ai dogmi laicisti che promuove e che non osino obiettare; … ma il rispetto della coscienza vale solo per la donna che vuole abortire?).

Infine, un banchetto degli “Universitari per la vita” dell’Università La Sapienza di Roma è stato in questi giorni contestato e aggredito dai collettivi di estrema sinistra e dalle femministe.

Chi sono allora i dogmatici e fascisti?