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Negli USA, dove l’amministrazione Trump, contrariamente a quella del suo predecessore Obama, cerca di limitare il più possibile la pratica dell’aborto e appoggia pubblicamente i sostenitori del diritto alla vita (pro life), lo Stato di New York (governato da Cuomo) ha varato una nuova mostruosa normativa sull’aborto, che lo permette anche al 3° trimestre di gravidanza, cioè fino al 9° mese, in pratica dunque fino alla nascita! Come al solito sembra permetterlo in casi eccezionali, ad esempio per garantire la salute della madre, ma per salute si intende anche quella psicologica, per cui può essere una causa di fatto sempre rilevata. Mentre il governatore della Virginia, Ralph Northam, ha affermato che considera legale lasciar morire un bambino nato vivo.
Del resto nel programma politico dei Democratici (Dem, cioè di sinistra), vedi l’ultima campagna elettorale della Hillary Clinton, si parlava espressamente di accesso all’aborto fino al momento della nascita.
Però, secondo recentissimi sondaggi, anche tra i Dem, come nell’intero mondo abortista dei pro choice, tali eccessi disumani pare abbiano provocato reazioni negative.
Così l’agenzia YouGov, in collaborazione con Americans United for Life, ha in questi giorni rilevato che il 68% degli americani abortisti (pro choice) si opponga all’aborto al nono mese, con il 66% di essi contrario anche a quello nell’inizio del terzo trimestre e il 77% si è detto avverso anche alla rimozione delle cure fetali e neonatali allorquando un bimbo dia segni di vita.
Significativo che ultimamente la percentuale depro life negli USA abbia quasi raggiunto quella dei pro choice, cioè il 47% (dato del Marist College Institute for Public Opinion). Non accadeva dal 2009. Nel giro solo dell’ultimo mese il numero degli stessi Democratici che si identificano ora come pro life è salito dal 20 al 34% (cfr. Il Timone News, 27.02.2019).