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Abbiamo parlato più volte della dittatura comunista cinese, anche in riferimento al nuovo controllo elettronico totale delle persone (v. il “Sistema di Credito Sociale” – cfr. News del 2.03.2020).
Com’è noto, proprio da una regione (Hubei) di questo immenso Paese, dove esistono anche a scopo militare i più grandi laboratori batteriologici (forniti dalla Francia ed ora totalmente in mano al Governo cinese), è nato, per cause ancora ignote, il Coronavirus Covid-19, che si è diffuso in tutto il mondo e costituisce per l’umanità intera, per la salute ma anche per l’economia, la più grande ferita dopo il secondo conflitto mondiale.
Nella stessa News indicata avevamo fatta anche qualche sottolineatura sulle responsabilità da parte del Governo comunista, che guida in modo dittatoriale la Cina, circa l’iniziale diffusione dell’epidemia e pure sulle coraggiose proteste popolari che avevano cominciato a sorgere contro il regime, anche per questo.
Tra i leaders più in vista di tali proteste, molti sono coloro che risultano ora “scomparsi”! Tra questi anche la dottoressa Ai Fen, capo della terapia d’urgenza dell’ospedale di Wuhan, che fu tra i primi a denunciare la pericolosità del virus scoperto, insieme al dott. Li Wenliang, l’oftalmologo di 33 anni dell’ospedale centrale di Wuhan, che il 30.12.2020 aveva individuato in 7 pazienti il nuovo virus e la sua potenzialità distruttiva, ma venne arrestato il 3.01.2020 e poi morì il 7.02.2020 per aver contratto egli stesso il virus (v. ancora la News indicata). Anche la dottoressa Ai Fen, subito il 31.12.2019, aveva posto l’allarme sulla nuova infezione virale (secondo lei simile alla Sars) in un post su WeChat, ma i suoi superiori le ordinarono di tacere per non creare il panico e l’accusarono di essere una delatrice. Scrisse poi un articolo in merito il 10.03.2020 sul magazine “People” (Renwu), ma fu subito censurato. Ora la dottoressa, che criticò apertamente il governo per i ritardi nell’ammettere il pericolo, è misteriosamente scomparsa e si teme sia stata arrestata.
Il 12.03.2020 è sparito anche Ren Zhiqiang, il miliardario leader della importante impresa di costruzioni statale Huayuan Real Estate Group, già membro del Partito Comunista, che aveva osato criticare duramente il presidente Xi Jinping. La Commissione disciplinare del Partito comunista cinese ha annunciato che è indagato per aver violato in modo grave le leggi dello Stato e la disciplina del Partito. Pare sia ora detenuto a Taipingzhuang, sobborgo di Pechino.
Anche lo studente universitario di Shandong, Zhang Wenbin, che aveva chiesto in un video le dimissioni di Xi Jinping, è sparito. Secondo resoconti di stampa estera, lo studente è stato arrestato dalla polizia per aver creato “problemi di ordine pubblico”, tipica accusa rivolta a chi osa contestare anche in modo pacifico il regime comunista.
Anche molti intellettuali cinesi, che hanno osato criticare il governo per la gestione dell’epidemia, sono spariti misteriosamente; come nel caso di Xu Zhiyong, attivista per i diritti umani, arrestato il 15.02.2020 a Guangzhou (Guangdong) per “incitamento alla sovversione contro il potere dello Stato” e recluso in una prigione segreta. Sono spariti da febbraio anche Xu Zhangrun e He Weifang, intellettuali secondo i quali la propagazione del coronavirus è dovuta anche alle censure del governo ed è stata favorita pure dall’assenza in Cina della libertà di stampa.

Del resto quando ancora il Governo parlava di sole 2.500 vittime per Coronavirus, nella sola città di Wuhan, epicentro dell’epidemia, in un solo mese erano state cremate 28.000 persone (contro una media di 6.600) ed erano state distribuite già 50.000 urne cinerarie.

Il Partito Comunista Cinese cerca ora di farsi perdonare dal consesso mondiale, continuando con la sua propaganda e pure fornendo a 89 Paesi (tra cui l’Italia!) 26 milioni di mascherine (che tra l’altro non sembrano neppure di qualità o persino inutili), 2,3 milioni di tamponi ed altre forniture utili per le analisi del virus.

Il sogno poi di conquistare il potere economico mondiale entro il 2050, come disse orgogliosamente il Presidente cinese, pare sia stato già ridimensionato dal Coronavirus.
Sono precipitate sia le esportazioni (solo tra gennaio e febbraio erano già calate del 17%) che le importazioni. Anche i consumi interni sono crollati.
Così nei primi 3 mesi del 2020 hanno chiuso 460.000 imprese, con un calo del 29% di nuove aziende rispetto al 2019.
I profitti industriali sono crollati del 38,3%. Le grandi imprese di Stato hanno ridotto le vendite del 32,9%; quelle partecipate da fondi esteri del 53,6%.
Nel 2020 la crescita prevista dell’economia cinese si è così ridotta al 2,9%.
In totale sono stati persi 250 milioni di posti di lavoro (di cui 100 milioni solo nel settore del turismo)!
(fonte: Asia News)