• Categoria dell'articolo:Covid-19

A riportare la notizia non è un articolo complottista o allarmistico, ma nientemeno che il più autorevole e informato sito della Chiesa cattolica sulla realtà, specie ecclesiale ma non solo, in Asia: cioè AsiaNews (è anche tra i links del sito e spesso citato anche in queste News; è addirittura scritto anche in cinese); e a riportare la notizia in un articolo è addirittura il direttore padre Bernardo Cervellera, del P.I.M.E. (Pontificio Istituto Missioni Estere), una delle persone più informate sul lontano Oriente, con dati forniti da personale qualificato presente da anni sul territorio e libero da ogni indottrinamento politico.
L’articolo, apparso su AsiaNews il 4.08.2020, si riferisce ad un autorevole libro appena uscito dello scienziato di fama internazionale prof. Joseph Tritto: “Cina. Covid 19. La Chimera che ha cambiato il Mondo” (Edizioni Cantagalli, Siena, 2020).
Il prof. J. Tritto, 68 anni, è il Presidente del WABT (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies), un’istituzione non governativa fondata nel 1997 sotto l’egida dell’Unesco e con sede a Parigi. Oltre ad essere medico specializzato in urologia, andrologia, microchirurgia dell’infertilità, è professore di microtecnologie e nanotecnologia nel Regno Unito e in India (direttore di nano-medicina, presso la Amity University di New Delhi).

Secondo il prof. Tritto il Covid-19 non è un virus presente in natura, ma è stato creato dal laboratorio di ingegneria genetica e biosicurezza P4 di Wuhan.
La ricerca si mosse per studiare vaccini contro la Sars; poi si sono inseriti negli organismi genomi tratti dall’Hiv, rendendoli così più aggressivi; infine si sono aggiunti elementi di Coronavirus scoperti in pipistrelli “a ferro di cavallo”, con un metodo chiamato “reverse genetics system 2”.
Il laboratorio di Wuhan, inizialmente guidato dalla prof.ssa Shi Zheng Li, è sorto ed è stato inizialmente aiutato dal governo francese e dall’istituto Pasteur (per l’uso dei genomi dell’Hiv). Vi hanno collaborato anche scienziati americani (fra cui il prof. Ralph S. Baric, dell’Università della Carolina del Nord), con fondi per lo sviluppo (Usaid) provenienti dagli USA. Gli scienziati americani erano interessati agli studi sui Coronavirus, proibiti negli USA fino al 2017 a causa della loro pericolosità.
Inizialmente la ricerca di questi laboratori di Wuhan era mossa dal tentativo di produrre un “vaccino” a valenza universale. Si trattava non tanto di salvare milioni di vite umane, ma di un brevetto in grado di avere una valenza commerciale di grandissimo spessore a livello planetario, cioè produrre un vaccino da vendere in tutto il mondo. Per questo, secondo il prof. Tritto, Pechino non ha messo a disposizione la struttura genetica originaria del coronavirus (virus madre), ma ha diffuso solo dati parziali. Perché solo con la struttura originale del virus si riesce a produrre un vaccino davvero universale, efficace su ogni punto del globo. Con l’andar del tempo, infatti, i virus mutano e un vaccino prodotto da un virus mutato ha efficacia solo in un certo periodo e in una certa zona.
Il prof. Tritto giunge persino ad accusare l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) di essere stata “un burattino” nella mani della leadership di Pechino, avendo assecondato a questo scopo i suoi iniziali silenzi sull’epidemia (“perché ha deciso di non inviare immediatamente una sua équipe per verificare le informazioni ricevute dal governo cinese?”).
Inoltre tali ricerche dei laboratori di Wuhan, inizialmente nate per combattere le malattie, oltre a diventare di enorme importanza commerciale per la produzione di vaccini, sono diventate di grande rilievo anche dal punto di vista militare, cioè trasformandosi in studi di bio-ingegneria per costruire armi biologiche letali. [In questo senso il prof. Tritto ritiene urgente obbligare la Cina ed altri Paesi a sottoscrivere la Convenzione sulle armi biologiche e tossiniche].
Infatti negli ultimi 5 anni, quello di Wuhan, oltre ad aver ricevuto per la ricerca virologica i fondi più consistenti di tutta la Cina, è diventato un laboratorio di ricerca molto avanzata, che l’Accademia delle Scienze e lo stesso governo cinese hanno posto sotto il loro diretto controllo.
Oggi a capo dell’Istituto di virologia di Wuhan è stato infatti nominato il generale maggiore dell’Esercito popolare cinese Chen Wei, tra l’altro esperta di armi biochimiche e di bioterrorismo, alla quale è stata affiancata un’equipe ove spicca il nome di Zhong Nanshang, famoso pneumologo di lunga esperienza nelle malattie polmonari infettive.
L’Istituto di Virologia è stato dunque praticamente commissariato e messo sotto il controllo delle Forze armate cinesi (Esercito di liberazione del popolo); mentre della prof.ssa Shi Zheng-Li, la precedente direttrice, s’è persa ogni traccia!