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Già ai tempi dell’incredibile cosiddetto lockdown, che ha obbligato gli italiani a stare in casa per 2 mesi, avevamo osservato un’irragionevole (o laicista?) discrepanza tra le restrizioni alla libertà di religione (fino all’impossibilità di accedere alle chiese per la S. Messa) rispetto a certe sia pur limitate possibilità di accesso ai luoghi pubblici (ad esempio al supermercato) o di spostamento (addirittura per andare a comprare le sigarette in tabaccheria), con illecite ingerenze del potere statale in decisioni che riguardano persino la liturgia (giunti addirittura a sacrileghi interventi delle forze dell’ordine in chiesa durante la S. Messa), ingerenze di fatto tuttora in atto (v. sotto Notizie del 8.06.2020, 3.05.2020, 22.04.2020 e soprattutto del 10.04.2020); avevamo poi osservato l’incredibile differenza di tolleranza riservata ad esempio per le ricorrenze civili (cfr. Notizia del 25 aprile) rispetto a quelle religiose, Pasqua compresa!

Così che ancor oggi ci capita, anche nelle grande città, di passare da vie, piazze, luoghi di incontro, negozi, supermercati, raduni vari, dove la libertà di movimento pare quasi tornata alla normalità, all’impressione da “campo di rieducazione sanitaria” quando si entra nelle chiese: direzioni per entrare ed uscire dal luogo sacro, indicazioni di cartelli e personale per obbedire alle norme anti-contagio, gel igienizzante, nauseante odore di disinfettante (al posto dell’incenso sacro di venerata memoria), posti assegnati o vietati nelle panche (laddove ancora ci sono), indicazioni persino sul modo di pregare, di partecipare alla S. Messa, di ricevere la Ss.ma Eucaristia, per poter o non poter restare nella chiesa a pregare … soprattutto un pauroso vuoto, cioè un evidente calo di presenze, che aggrava peraltro quanto già stava inesorabilmente avvenendo in questi ultimi anni! Dai primi dati (giunti ad esempio da una importante diocesi, che rappresentava in passato quasi il culmine della vitalità cattolica, quale quella “ambrosiana”, cioè di MI) risulta che, dopo la ripresa, solo il 30% dei fedeli è tornato a partecipare alla S. Messa (fonte: Aldo Maria Valli, 19.08.2020) (vuoi perché gli anziani, che sono ormai la maggioranza, hanno talora ancora paura, oppure perché qualcuno si è abituato alle liturgie virtuali in TV o in internet – che invece non valgono come partecipazione alla S. Messa – o perché i giovani e i ragazzi nelle chiese sono ormai quasi ovunque spariti)!
In questi giorni (14 agosto) siamo poi giunti ad un nuovo paradosso, che rasenta il ridicolo: il Governo, dopo 46 giorni di riflessione su un quesito posto dalla CEI, ha concesso (!) alla Chiesa Cattolica che prossimamente nelle chiese gli appartenenti ad uno stesso nucleo familiare potranno sedersi vicini (come fanno in casa)! (roba da romanzo di Kafka…)

Queste restrizioni valgono per tutti allo stesso modo? Le norme anti-contagio valgono anche per altre attività? Appunto: no! Alcuni esempi.
In questi giorni a Spino d’Adda (CR) un “rave party” con 1.500 partecipanti provenienti da tutta Europa è andato avanti indisturbato per tre giorni, senza alcun rispetto delle norme anti-contagio.
A Milano, un Centro Sociale ha tenuto nell’ex scuola di via Del Volga uno dei cosiddetti “collettivi” (siamo rimasti davvero pateticamente al ’68!), con uno sportello sulla “salute sessuale”, organizzando incontri, pranzi ed eventi cosiddetti artistici. Lì, da quanto si apprende e si vede, il contagio era ‘politicamente’ escluso … sotto la protezione del Comune.
[fonte: Il Giornale, 18.08.2020] 

Quest’ossessione anti-contagio Coronavirus, che troviamo nelle chiese cattoliche, è presente anche per altre attività religiose? No!
Un esempio eclatante, sempre per rimanere a Milano. Nel tendone-moschea di Lampugnano, gremito di musulmani (quasi 6000 uomini) per la “preghiera del venerdì” del 14 agosto – nonostante il protocollo firmato lo scorso 15 maggio dal Governo e da tutte le associazioni islamiche in Italia [«Anche per le moschee sono obbligatorie le mascherine ed è necessario mantenere le distanze, mentre il tappeto per preghiera deve essere personale. Inoltre bisogna individuare una persona che dovrà gestire il flusso delle persone»] – nessuna norma anti-Covid è rispettata (esistono foto e video che lo documentano): nessuno a gestire il flusso delle persone, nessun distanziamento tra le persone, nessun tappetino personale, mascherine quasi inesistenti, i contatti tra le persone di fatto normali… Il tutto alla presenza addirittura della Protezione Civile che, per conto del Comune, garantisce il funzionamento di un generatore di energia elettrica e la sistemazione del locale al termine della preghiera. [fonte: NBQ, 17.08.2020]

“La legge è uguale per tutti”, si legge in ogni aula di Tribunale …
Ma forse il Covid-19 nelle chiese cattoliche è più contagioso (?!)