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Là, in una mondana culla svizzera …

Siamo ormai abituati agli incontri mondiali dei Capi di Stato e di Governo dei più potenti Paesi del mondo (G7, G8, G20), tenuti in diverse località del mondo, con un immenso dispiegamento di forze, non solo economiche ma anche dell’Ordine (per evitare contestazioni e scontri – si ricordi, nel nostro Paese, la tragica esperienza di Genova nel G8 del 2001 – oltre che per l’usuale protezione di tali personalità).
Ci siamo forse abituati anche a quell’incontro dei potenti del mondo che si trovano annualmente a discutere sul destino del pianeta (!), in pieno inverno, in quella prestigiosa località sciistica svizzera che è Davos, a m. 1.560 slm, in una stretta stupenda valle tra cime innevate, ricca di piste da sci, prestigiosissimi alberghi e ameni luoghi di divertimento. Si tratta del World Economic Forum. Si è concluso quest’oggi (25-29.01.2021).
Già su questo ci si potrebbe porre qualche ingenua domanda. Passi che si tratti della Svizzera: non occorre essere particolarmente addentro alle “cose di questo mondo” per sapere che siamo in un Paese assai ricco, nel centro del continente europeo, che arriva a neppure 50 km. da Milano ma volutamente al di fuori della UE e ovviamente soprattutto dall’euro (ma non è oggi quasi un comandamento divino essere nella UE e nell’euro?), dove le banche conservano non solo i capitali ma i segreti di tanti che contano nel mondo (non a caso è riuscita persino a farla “franca” anche nella II Guerra Mondiale!), un Paese neutrale ma stranamente super-militarizzato; poi c’è la proverbiale precisione e capacità organizzativa svizzera; il tutto appunto in un meraviglioso e invidiabile quadro alpino. Perché, però, scegliere, e nel pieno delle nevicate invernali, una località così difficile da raggiungere, considerato pure lo spiegamento di forze che richiede lo spostamento di personaggi così potenti? Aerei (compreso l’Air Force One) che devono raggiungere l’aeroporto di Zurigo, cioè a km. 150 da Davos (video); poi gli elicotteri che trasportino appunto a Davos (e il Presidente USA si porta ovviamente sempre i propri, trasferiti con mega cargo, insieme alle auto presidenziali, da Washington), per poi muoversi ancora nella neve con le auto super-scortate verso i lussuosi alberghi e il Centro-Congressi?! (video)
Appunto ingenue domande, da non rivolgere a chi sta discutendo (o fanno finta di discutere, perché ovviamente tutto è già stato deciso altrove) di come rendere più vivibile questo mondo, a spese dei poveri cittadini di questo mondo e sulle loro teste.
Quest’anno ci ha pensato però il Covid-19 a portare a più miti e sobri consigli per tenere il celebre Forum: si sono parlarti ‘da remoto’, cioè dai rispettivi palazzi presidenziali, senza tutto quell’enorme spiegamento di forze economiche, organizzative e di sicurezza cui ci eravamo abituati come fosse ovvio. E con lo stesso risultato! Chissà che il virus non lo insegni anche per il futuro e per analoghi incontri mondiali… Sarebbe già una testimonianza e pure un ‘piccolo’ risparmio (possibilmente da erogare a coloro per i quali dicono di incontrarsi).

La Cina a Davos
Al di là del mancato soggiorno personale (e dell’ingente sèguito) nella prestigiosa località turistica svizzera, cosa è stato deciso in questo augusto incontro, finito appunto oggi?
Non possiamo e dobbiamo ovviamente qui entrare nel merito.
Soltanto una sottolineatura: circa l’intervento (di 20’, da Pechino) di Xi Jinping. Il Presidente cinese ha sostanzialmente propagandato il “modello Cina” per tutto il mondo, elogiando la sua stabilità politica (non importa se a prezzo di una terribile dittatura) e il suo progresso economico (che non ha conosciuto la crisi seguita al 2008 e neppure ora quella seguita al Covid-19, virus partito guarda caso proprio dalla Cina). Ha fatto da maestro, ha voluto insegnare al mondo (quasi ormai prono ai suoi piedi) come bisogna procedere; l’ha fatto come un menzognero incantatore, riempiendo il discorso di slogan irenici quali “no alla guerra fredda” e al “dominio l’uno sull’altro”, “sì al dialogo e alla collaborazione”, al “multilateralismo”, all’aiuto “ai Paesi poveri e in via di sviluppo”… nascondendo ad esempio che la Cina sta colonizzando il mondo, ha rifiutato la firma del trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, continua a costruire basi militari nel Mar Cinese meridionale (incurante delle rivendicazioni degli altri Paesi del sud-est asiatico), manda i suoi jet militari a minacciare Taiwan di una possibile riconquista con la forza, ecc.
Il Presidente cinese si è mostrato poi favorevole al potenziamento delle organizzazioni e delle agenzie internazionali; ma la prima che cita, non a caso, è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): è infatti ormai assai stretto il legame fra i vertici dell’Oms (a partire dal direttore Ghebreyesus) e gli interessi della Cina, così che rimangono tuttora inspiegabili pure i ritardi della Cina e della stessa Oms sull’inizio della nuova epidemia e con questo con un’enorme responsabilità per la sua tragica diffusione nel mondo intero.
Infine, visto che ovviamente a Davos si doveva parlare anche del clima e dei nuovi comandamenti ecologisti, Xi Jinping ha invocato pure gli Accordi di Parigi per “promuovere uno sviluppo verde”, cercando di far dimenticare al mondo che la Cina è il Paese più inquinato del mondo e che tuttora detiene il record mondiale delle emissioni di gas-serra, anzi le sue emissioni (a parte la pausa 2020 per il Coronavirus) sono in crescita e presto saranno pure attivate centrali termiche a carbone con una potenza pari a tutte quelle dell’UE.

Xi Jinping e Biden
Il Presidente cinese ha potuto quindi permettersi di fare da “maestro”, nonostante quanto è venuto proprio dalla Cina (voluto?) lo scorso anno ed ha messo in ginocchio il mondo intero. Ha potuto farlo, forte di essere l’unica grande economia mondiale in crescita (anche nel 2020!) e di essere diventata il primo Paese al mondo meta di investimenti esteri, superando in questo persino gli Stati Uniti.
Senza ovviamente essere esplicito, ha voluto pure far capire alla nuova Presidenza USA* di invertire la rotta rispetto all’Amministrazione precedente: cioè scendere a patti con la Cina, se non addirittura imitarla!

* Al tempo dell’elezione di Trump a Presidente degli USA i Democratici, incapaci di riconoscere il fallimento della propria politica e della loro stessa campagna elettorale, hanno furiosamente sollevato per lungo tempo la farneticante scusa dell’influsso della Russia di Putin sulle elezioni USA. Ora, con tutto quello che è successo di eclatante e non chiaro nelle ultime elezioni presidenziali qualcuno si domanda se non ci sia invece un forte e ben più plausibile influsso cinese? Considerando che nell’Amministrazione Trump la Cina s’è trovata davanti a dei paletti, non solo nell’assalto al mondo ma nella stessa economia americana! (Per non dire dei valori cristiani promossi dall’Amministrazione Trump, come quelli a favore della vita, della famiglia e della stessa libertà religiosa nel mondo; al contrario delle politiche annunciate, e già subito all’assalto, dal ‘sedicente cattolico’ Biden).

Significativo in questo senso l’autorevole Editoriale (del 26.01.2021) su Davos di padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia del PIME (le Missioni Cattoliche nel mondo) Asia News (cui facciamo spesso riferimento e il cui sito è edito persino in cinese). Già il titolo è eloquente e impressionante: “Xi Jinping e Biden servono lo stesso potere economico” (leggi).

La Russia
Potrebbe dunque aprirsi una nuova fase mondiale, assai più favorevole alla Cina e paradossalmente incoraggiata dalla stessa pandemia: una distensione tra USA e Cina, se non addirittura un’alleanza, per non dire una subdola sottomissione dei primi, che sarebbe pericolosissima per il mondo!
Non a caso, ora il nemico pare debba diventare Putin, ormai l’unico non-allineato (che si è inaspettatamente affacciato telematicamente a Davos), con tutte quelle identità valoriali (cristiane) che permangono in Russia e in alcuni Paesi dell’Europa centro-orientale, che non si sottomettono ma si oppongono al “pensiero unico dominante” e al New World Order (e che sono infatti per questo nel mirino della stessa UE)!
Nello stesso tempo sembra difficile immaginare uno scontro tra Cina e Russia, in quanto comunque proprio in Russia ci sono le radici ideologiche – una sorta di ormai remota fratellanza ideologico-politica – del potere che guida tuttora in modo dittatoriale la Cina (e di conseguenza la piccola ma bellicosa Corea del nord), cioè il “comunismo”.

Ci sarà una missione della Russia (questa è sempre stata una convinzione russa, tanto nel bene quanto nel male) per la salvezza dell’umanità dal demoniaco potere globale … e per il finale “trionfo del Cuore Immacolato di Maria Santissima”? La Madonna stessa ne fece cenno nel 1917 agli ignari pastorelli di Fatima!