Controllo elettronico globale - Oggi la tecnologia permette enormi comodità mai godute prima. Ma siamo noi ad avere il mondo in tasca o è il potere ad avere in tasca noi?

Controllo Elettronico Globale


[da News, 23.01.2022]

Oggi l’elettronica e la tecnologia permettono enormi comodità mai godute prima nella storia, una velocità di comunicazioni da farci parlare di “tempo reale” (o invece è virtuale?) e una quantità tale di informazioni immediatamente a disposizione da offrirci davvero l’impressione di “avere il mondo in casa” (nel pc) o addirittura “in tasca” (sullo smartphone). 
Ma siamo noi ad avere il mondo in tasca oppure è il potere ad avere in tasca noi?

Se nessun uomo della storia ha mai potuto godere di tali possibilità di contatti, è pur vero che nessun imperatore, dittatore, politico o magnate ha potuto esercitare come oggi un così forte anche se subdolo potere di informazione e di controllo sui propri sudditi, tra l’altro pur fornendo loro l’impressione di essere liberi pensatori e reali protagonisti delle moderne democrazie.

Se la stampa ha offerto da quasi 6 secoli inaudite possibilità di conoscenza, ma anche di potere culturale, e i quotidiani specie dalla seconda metà del XIX secolo (ad es. il Corriere della Sera è del 1876) ci hanno cominciato a dire quali erano le notizie da sapere, e in che modo, ma anche tacere su quelle che invece non si dovevano sapere, la radio da quasi un secolo ci porta nelle orecchie lo stesso “servizio” (giornale-radio) e con gli stessi criteri, mentre la televisione lo fa da quasi 70 anni, ma in modo molto più invasivo, prendendo non solo le orecchie ma pure gli occhi (e in pochi anni ha zittito le serate delle famiglie, sostituendosi inoltre ai tradizionali Rosari familiari serali).

Così per il popolo è vero ciò che dice la televisione ed è invece inesistente ciò di cui essa tace. Ciò  che conta è la notizia, ciò che fa notizia; persino il dolore altrui (fosse anche una catastrofe), mascherato da informazione, fa spettacolo, ma non esiste più quando i riflettori si sono invece spenti.

Abbiamo visto di recente e in modo plateale e planetario come questo potere possa far credere ciecamente al popolo nuovi “dogmi” e condurre a nuove rinunce (“credo!” e “rinuncio!”, proprio come nel Rito del Battesimo), come una nuova “fede” (ma questa sì senza alcuna razionalità vedi); creare fobie e panico ed ottenere obbedienza cieca, incollando il popolo ai media per sentire cosa permetterà o vieterà l’ultimo decreto governativo o DPCM.

Appunto, nessun imperatore della storia, pur godendo di poteri enormi, aveva ad esempio quello di predicare tutte le sere in tutte le case il proprio “verbo”.

Questi potenti mezzi di comunicazione di massa, pur essendo economicamente assai costosi e la cui gestione è in genere deficitaria (il “privato” ha cercato di ovviare con la pubblicità, seguito poi dal servizio pubblico, nonostante il “canone”), sono diventati il nuovo Parlamento (lo si dice persino apertamente: “Porta a porta” è la Terza Camera!) e per questo il potere vi si getta a capofitto, a tal punto che la lotta per procurarsene la gestione può creare o far cadere persino i governi.

Se l’invenzione del motore a scoppio, dell’elettricità o dell’automobile, hanno rappresentato vere e proprie rivoluzioni, in grado di cambiare totalmente lo stile di vita delle persone, non lo è da meno l’elettronica e la tecnologia (dell’informazione e della comunicazione, cioè l’informatica), con cambiamenti talmente rapidi da far fatica a rincorrerli; ed essere fruitori dei suoi “servizi” è ormai assolutamente indispensabile quanto una necessità vitale (o almeno così si vuol far credere).

Abbiamo più volte affrontato l’argomento (cfr. News, 28.11.2020) e sul “controllo elettronico” delle masse abbiamo l’anno scorso prodotto pure un breve documento/News (cfr. IV Parte, 1.07.2021).

Anche nella precedente Notizia/documento sulle “possibili catastrofi” (News, 12.01.2022) abbiamo sottolineato come il potere di “controllo sociale” che tali strumenti elettronici permettono non lascia ormai praticamente scampo al quasi ignaro cittadino, che è persino contento di poter così fruire di sempre nuovi “servizi”, non importa se a questo prezzo di sudditanza.

Non entriamo qui nel merito del problema della grande quantità di “disoccupazione” che l’elettronica ha prodotto, vista la scomparsa o la drastica riduzione di personale in moltissimi settori del mondo del lavoro, appunto sostituito sempre più dai mezzi elettronici.

Soffermiamo allora ancora un poco la nostra attenzione su questa problematica, con qualche considerazione sugli attuali strumenti di controllo elettronico di massa e con qualche esempio che ci viene dal loro possibile utilizzo già in atto in alcuni Paesi.


Il potere politico aveva da tempo ben colto che la vera “rivoluzione”, oltre che coi fucili, doveva essere condotta soprattutto a livello culturale.

In Italia lo scriveva a chiare lettere dal carcere Antonio Gramsci: conquistare l’egemonia culturale doveva essere prioritario, come fece la Chiesa nel Medioevo e come non ha invece più fatto negli ultimi secoli; e il PCI ha attuato perfettamente questo programma.
Anche in Cina Mao Zedong parlò di “rivoluzione culturale” per instaurare uno spietato comunismo, oggi non solo permanente ma salito recentemente al comando del mondo in quanto sposato col più spietato capitalismo.

In questa logica di potere, non solo il mondo della cultura (dell’editoria, della scuola e dell’università) doveva essere conquistato, mantenuto e pilotato (com’è avvenuto!), ma questi nuovi potenti e invasivi mezzi di “informazione” dovevano essere trasformati univocamente a strumenti di “propaganda”, per la formazione di un “pensiero unico”, pur fornendo appunto agli utenti l’impressione di formarsi un proprio “libero pensiero”, di vivere ancora in una “democrazia” e di poter scegliere liberamente (anche nelle cabine elettorali).

Quando il controllo globale sui cittadini da parte dei regimi totalitari avveniva in modo invasivo e violento, doveva però allora utilizzare agghiaccianti interrogatori, immensi e ingombranti archivi cartacei e magari spiare il sospettato (uomo di potere o semplice cittadino) piazzando “cimici” capaci di captare conversazioni private compromettenti e nascondendo fili elettrici sotto traccia.

Si veda in proposito il sintomatico ed angosciante film “Le vite degli altri” (vedivedi), del 2006, che mostra appunto con quale invasività ma anche con quali mezzi il comunismo controllava tutta la vita dei cittadini. Nella fattispecie si tratta della Germania dell’Est (siamo nel 1984) – cioè la DDR, quella parte di Germania annessa al Patto di Varsavia (Mosca) dopo la seconda Guerra Mondiale e paradossalmente detta “democratica” (sull’uso del termine “democratico” da parte dei comunisti vedi) – e dei terrificanti controlli operati dalla Stasi (cioè l’“organo di sicurezza e spionaggio interni” del Ministero per la Sicurezza dello Stato), in particolare per impedire che i tedeschi di Berlino-Est (comunista) valicassero, sia pur a rischio della vita, il fatidico Muro* per raggiungere Berlino Ovest (libera e democratica, perché sotto la NATO).

* Com’è noto, per fermare questa continua emorragia di tedeschi dall’est all’ovest di una città arbitrariamente divisa in due dalle potenze internazionali vincitrici, e ciò dimostra come si stesse bene sotto il comunismo, si giunse a costruire addirittura in una notte (12/13.08.1961, dividendo perfino improvvisamente e per sempre delle famiglie) quel muro, invalicabile (pena la fucilazione), che è diventato il simbolo stesso della cosiddetta “cortina di ferro”, cioè della divisione politica dell’Europa e degli stessi due sistemi (ideologici, economici, sociali) che divisero il mondo per decenni; così come il suo abbattimento, il 9.11.1989, è diventato il simbolo del crollo stesso del comunismo.
Ricordiamo che tale muro/confine fu l’unico che nella storia sia stato costruito non per difendersi dai nemici esterni ma per non far scappare gli abitanti interni!

Oggi il potere può sarcasticamente sorridere su quegli strumenti che aveva allora a disposizione per controllare la vita e le menti delle persone. Oggi la capacità di controllo dei cittadini e il potere d’informazione (e di formazione) dei propri sudditi è estremamente più potente, ma anche più subdolo e scaltro. È talmente invasivo ed univoco da non lasciare quasi scampo (solo internet, fin quando sarà possibile, lascia qualche spazio alternativo di libertà). L’informazione, che sembra variegata ed invece è univoca e quasi totalmente agli ordini del potere, è in grado di renderci addirittura psicologicamente “dipendenti”: non si può non rincorrere l’ultima notizia, l’ultimo TG, e a nostra volta ritrasmetterla subito ad amici e conoscenti attraverso i social. Una sorta di patologica “cronolatria”! E la riprova sociale è che anche tra amici e conoscenti, e persino in casa, si parla di ciò che viene trasmesso ossessivamente dai media e non si parla più, come fosse inesistente, di ciò di cui i media tacciono o censurano. Tutti devono essere ciecamente “credenti” nell’univoco “verbo” del potere, nei suoi nuovi dogmi, acriticamente assunti, non importa se irrazionali e persino contraddetti dalla realtà.
E per dispensarci dal pensare, dal sentire ed offrire “ragioni”, ci sono le sempre nuove ed immediate “etichette”, cioè slogan da affibbiare al dissenziente (“negazionista”, “complottista”, “no-…”) o anche solo a chi pone domande e desidera spiegazioni logiche. Il tutto con l’aggravante di lasciarci convinti di essere e diventare, proprio perché continuamente e ossessivamente informati, dei “liberi pensatori” e di vivere in una vera “democrazia”!


Soprattutto sta diventando davvero impressionante il potere di “controllo sociale” che l’elettronica e la sempre incalzante tecnologia mette sempre più a disposizione del potere, ma mascherato, fatto credere e facilmente creduto come continua offerta di “servizi”, quindi “per il nostro bene”!

“Servizi” … e potere

Chiunque sa che, affinché il pesce abbocchi, l’amo deve essere astutamente ricoperto con qualcosa di appetitoso. Il pesce mangia il boccone … e finisce “in padella”!
Anche il demonio conosce bene questo sistema di presa; e lo utilizza in tutti i modi possibili, conoscendo bene pure i nostri appetiti e le nostre vulnerabilità.

Sotto la voce “servizi”, comodità, rapidità, … agisce un sistema tale da cui non è più possibile sfuggire (neppure in futuro, perché gli archivi elettronici sono impietosi).

Alcuni strumenti (obbligatori … o quasi) di “controllo di massa”

Se ancora solo 45 anni fa nessuno immaginava neppure che farsene di un possibile uso domestico di un computer (pc: personal computer), oggi è necessario come l’aria che respiriamo (abbiamo visto nella precedente News/documento, che cosa avverrebbe di apocalittico nel mondo anche solo se venisse meno l’elettricità per una settimana, anche solo fermando i computers!).

Se fino a 30 anni fa nessuno immaginava che si potessero collegare tra loro i computers di tutto il mondo, in un’unica rete (www: world wide web), mai avremmo pensato di non poter più vivere senza internet. Il mondo è davvero entrato in casa e consultabile in qualsiasi momento; ma senza internet si è davvero fuori dal mondo (possiamo persino sentire un bimbo strillare istericamente perché in una baita in montagna, per un breve relax estivo di famiglia, non c’è “campo”!).

Inoltre da 20 anni la possibilità di gestire sul web in istantanea le proprie relazioni sociali (social: social networking service) fa sì che molti, specie tra i giovani ma non solo, si sentano quasi costretti a fare la telecronaca diretta della propria vita, subito da condividere, e pensare di restarne fuori significa essere esclusi e venire tacciati di essere degli a-sociali.
 

Appunto: “servizi”. Il mondo è in tasca. Ma anche noi siamo così in tasca di altri; e non solo di amici, conoscenti, interessati, ma appunto di un potere enorme. Navigare su internet o raccontarsi sui social, nonostante tutte le ipocrite leggi sulla ‘privacy’ e tutte le restrizioni possibili che potremmo anteporre, rende la nostra vita osservabile, indagabile (e non solo dalla Giustizia), controllabile e archiviabile per sempre. Non solo la nostra identità (IP:Internet Protocol address; senza cui non si accede ad internet), e se vogliamo il nostro “profilo” (con tutti i nostri connotati), ma anche le nostre scelte, gusti, idee, acquisti, …
Se poi avessimo la testa tra le ‘nuvole’ o dovessimo dimenticare o perdere qualcosa, c’è sempre “qualcuno” che non dimentica e ci offre questo servizio (un back-up o appunto una cloud) che conserva tutto ciò che c’è nel nostro pc (lo fanno anche gli aggiornamenti automatici?).

Questo “mostro” mondiale di servizi offerti costituisce una sorta di “censimento” virtuale istantaneo dei sudditi; qualcosa di inimmaginabile fino a 50 anni fa.

Come sappiamo il potere ha sempre desiderato fare censimenti dei sudditi, anche quando si doveva andare con l’asino da Nazareth a Betlemme “per farsi registrare”, cfr. Lc 2,1-5 (l’imperatore non poteva saperlo, ma in questo modo si compiva però l’antica profezia su Betlemme … perché poi la storia è comunque nelle mani di Dio)!

C’è però solo, dentro il ‘boccone’ dei servizi, l’amo del controllo sociale globale?
No, ci sono pericoli ancora più gravi; e sono l’incubo anche degli stessi potenti, dello stesso potere industriale, economico, finanziario, politico e persino militare (abbiamo visto nell’ultima Notizia).
Questo mostro globale dai mille tentacoli ha infatti delle terribili vulnerabilità; può cioè permettere intrusioni, controlli nemici, spionaggio e provocare persino nuovi tipi di guerre (commerciali ma anche politiche e perfino militari). L’intrusione infatti di sempre più astuti e imprendibili hackers nei propri sistemi elettronici e di informazione è infatti l’incubo non solo dei privati, ma soprattutto delle industrie, degli stessi politici e persino dei servizi segreti (militari).

Persino una privatissima e-mail, la cui privacy fosse difesa pure con le unghie, può diventare un’arma micidiale (questi maghi dell’elettronica sono persino in grado di far partire come nostra una e-mail in realtà inviata da altri, come ha ricordato Putin in un dibattito con una nota giornalista americana NBC riguardo a presunte sue e-mail per condizionare le elezioni americane, quando vinse Trump vedi).

Si potrebbe ricordare il caso WikiLeaks negli USA o le pressioni esercitate dalla stessa Hillary Clinton (allora Segretario di Stato USA) persino su importantissime questioni vaticane (leggi); oppure, sia pur ad altro livello, nello stesso cosiddetto caso VatiLeaks (leggi), cioè la fuga di notizia riservatissime (anche dalla stessa camera da letto del Pontefice), nel 2012, che ha certo inciso non poco sulle successive decisioni di Benedetto XVI!

Dunque internet, le e-mail, i social, possono essere strumenti di spionaggio, anche gravissimo, se non addirittura di guerra!

[Tra l’altro, in caso di guerra dichiarata (militare o di altro tipo), ci sarebbe ancora la libertà di scrivere e leggere qualsiasi cosa su internet, anche le notizie che il potere vorrebbe tenere ovviamente nascoste? In tal caso la grande libertà si eclisserebbe in poche ore, e ogni dissenso sarebbe censurato].

Sulla rete e nei social potrebbero oscurare qualsiasi cosa (non dimentichiamo che poco prima delle ultime elezioni americane ciò è avvenuto persino sui profili social dello stesso Presidente USA D. Trump!).
E il potere, magari con la scusa di “proteggerci” dalla false notizia (fake news), potrebbe arbitrariamente e violentemente zittire e oscurare qualsiasi dissenso (lo abbaiamo già ampiamente visto in questi mesi)!


Nella corsa ad una tecnologia sempre più avanzata (e di potere), siamo ora arrivati anche al 5G, che permette connessioni ancora più veloci, ma anche maggiori possibilità di controllo. Strano che non se ne parli più tanto, data anche la quantità delle necessarie nuove antenne, che stanno crescendo come funghi, ma che risultano pure pericolose per la salute dei vicini [tra l’altro proprio in questi giorni è emerso l’allarme, specie negli USA, delle gravi interferenze di tali antenne con gli aeroporti e gli aerei, a tal punto che alcune compagnie aeree hanno minacciato di sopprimere i loro voli se tali antenne non verranno allontanate dalle zone aeroportuali].
Se non è ancora chiaro che tipo di controllo elettronico maggiorato permetta il 5G, è invece abbastanza chiaro (anche se non si dice) chi vi abbia messo subito le proprie mani a livello globale: la Cina (guarda caso)!

Siamo poi sicuri che le numerosissime applicazioni (app) che siamo continuamente invitati a scaricare, sempre per ottenere particolari “servizi”, non siano un’ulteriore intrusione nella nostra privacy, per poterci sempre meglio controllare e schedare?

L’occhio del Grande Fratello, di orwelliana memoria, ci spia ovunque: attraverso i nostri cellulari (oggi vere protesi umane) sa in ogni momento dove siamo e può ascoltare quello che diciamo (dicono persino se è spento). Il nostro telefonino (come si chiamava prima, quasi con un vezzeggiativo) dice sempre dove si trova (si chiamano cellulari perché comunicano la propria posizione all’antenna della cellula in cui si trova, spazio che è di pochissimi km in campagna e addirittura di poche decine di metri in città). Il potere giudiziario può controllarci in ogni momento, persino se lo smartphone fosse spento (l’unico modo per non renderlo tracciabile sarebbe quello di togliergli la batteria – lo sapevano bene i malavitosi – ma guarda caso è un’operazione oggi non più possibile). Ma se tale potere andasse in mano ad un altro potere, ad esempio politico? E in caso di guerra, in mano al nemico: chi potrebbe ancora nascondersi o salvarsi?

Oggi questo “servizio” (e potere) è ancora più invasivo, attraverso la geolocalizzazione. Si tratta solo di trovare più in fretta gli amici? No, si tratta di essere sempre sotto l’occhio del Grande Fratello, senza poter più sfuggire al suo controllo.
Oggi sono pure serviti e controllabili degli incontri sessuali organizzati con apposite app; e, in mano al potere, tutto ciò può diventare oggetto di ricatto, anche ad alto livello.

Perché ciò non sembri fantascienza o fantapolitica, potremmo riferirci al fatto che tali occasioni privatissime e scabrose non sono state solo materiale per giornali o trasmissioni da gossip, ma ricatti anche ad altissimo livello, in grado cioè di incastrare questo o quel personaggio, coinvolgerlo in uno scandalo, bloccarne la carriera o destituirlo dalla propria carica, o sbattere a priori il “mostro” in prima pagina (con l’ipocrisia di una cultura che inneggia invece sempre all’assoluta libertà sessuale). Pare che la Cina abbia già usato questa possibilità tecnologica di “ricatto” (attraverso la “location-based app” Grindr) addirittura nei confronti del Vaticano! (cfr. News, 31.08.2021).

A proposito di “servizi” offerti dalla geolocalizzazione, viene ora proposta una nuova possibilità, in grado di catturare subito i nostri cuori come una necessità, addirittura per la salvezza dei propri cari: se la persona indicata, sempre seguita nei suoi spostamenti, non dovesse più rispondere alle telefonate e alle richieste di contatto, il “servizio” provvederebbe automaticamente e immediatamente ad informare le persone indicate (familiari o conoscenti) o richiedere addirittura l’intervento di un’ambulanza o delle forze dell’ordine. Un vero “pronto soccorso” elettronico: la persona potrebbe avere avuto un incidente, aver perso conoscenza, non essere in grado di chiamare soccorso! Questo è il servizio. Questo invece è il rovescio della medaglia (o lo scopo recondito?): un controllo continuo delle persone.
E se tale servizio andasse in mano ad un regime che, oltre a controllarci e seguirci continuamente, ci inviasse i militari se non rispondiamo all’appello?

Cosa si possa vedere oggi dallo spazio, cioè dai satelliti, lo abbiamo già indicato, quasi giocando con lo zoom su Google-Maps, all’inizio della News/documento del 2.01.2022. Entusiasmante. Ma questo, per chi ha in mano il potere, può essere visto e gestito in tempo reale. E nulla o nessuno può sfuggire a questo occhio.
Non a caso, se 50 anni fa internet (prima: Arpanet) è stato dismesso dall’utilizzo militare e ceduto a quello civile, ciò è dovuto al passaggio del mondo militare ad un ben più sofisticato, potente e invasivo sistema di comunicazione e di controllo planetario, attraverso appunto i satelliti.

Citiamo solo un caso. Quando il 20.10.2011 USA e Francia decisero di attaccare la Libia e di sopprimere il colonnello Gheddafi, col pretesto di incoraggiare la locale “primavera araba” (diciamo meglio: per il petrolio e il metano libico, peraltro ancor più importante per l’ENI italiana che per la Total francese!), a nulla servì al potente (e peraltro amato dal popolo) leader libico nascondersi prima nel suo bunker a Sirte e poi fuggire nel deserto: il suo convoglio nel deserto fu individuato dai satelliti, raggiunto dai droni di Obama e attaccato dagli aerei militari francesi, per finire trucidato in pochi minuti.
 


Guardiamo ora, brevemente, ad altri sistemi elettronici che, dietro la maschera dei “servizi” offerti, nascondono sistemi invasivi di controllo di massa, in molti casi resi persino obbligatori dallo Stato.

La nuova Carta d’Identità Elettronica sembrerebbe solo più piccola e pratica (la classica forma del rettangolino di plastica di tutte le “carte”) rispetto a quella storica cartacea; in realtà nel chip (ecco il mostro elettronico policefalo!) si nascondono importantissimi dati personali assai riservati, dalle impronte digitali addirittura delle 5 dita (quando è impossibile mentire anche solo con quella del pollice, essendo un dato unico e irripetibile, che si forma in noi già dai primi mesi di gravidanza!), fino al nostro consenso o meno dell’espianto degli organi in caso di morte (su questo problematica di valenza morale e non ovvia, vedi News/documento del 28.09.2021).

Anche il Passaporto è diventato ovviamente elettronico (se il passaporto non è elettronico non si entra in molti Paesi, a cominciare dagli USA, che provvedono peraltro a fare pure il body-scanner, invasivo come i raggi x, a chi vi sta accedendo), dotato di invisibile chip corredato di moltissimi nostri dati personali.

La stessa Patente di guida, diventata anch’essa delle dimensioni di una carta di credito e dotata di tracce elettroniche, ci ha già abituato da alcuni anni ad un sistema a “punti”, progressivamente persi (fino al ritiro della patente stessa) in base alle infrazioni incorse o pian piano riacquistati, se ci siamo invece comportati bene, cioè ad un sistema di giudizio sociale (vedi poi quanto avviene in Cina col Sistema di Credito Sociale). 

Tra l’altro, anche in questo campo l’elettronica è entrata prepotentemente (basti pensare, solo per il rilievo della velocità, all’Autovelox o al “Tutor”). Tra limiti di velocità esagerati e multe esose, ma anche tra innumerevoli ricorsi, molti, specie nei primi tempi, si sono chiesti se molti Comuni volessero in questo modo compensare certi mancati introiti (ad es. l’ICI sulla prima casa). 
 

Obbligatoria è ovviamente anche la Tessera Sanitaria, nel cui chip c’è non solo la nostra identità e ovviamente i dati sanitari che ci riguardano (qualcuno dice persino dati utili militari), che permette persino di far memorizzare e inviare (anche dall’Agenzia delle Entrate, ai fini delle detrazione fiscale) tutte le nostre spese sanitarie.

Sintomatica questa sinergia tra Sanità e Fisco. Non a caso anche la prossima multa (si parte da € 100) inflitta agli over-50 non vaccinati, coinvolge automaticamente l’Agenzia delle Entrate.

In proposito, non stiamo qui ad entrare nell’incredibile questione del Green-pass, che rende praticamente obbligatoria la vaccinazione (contro la Costituzione ed esplicite indicazioni di molti Trattati internazionali, comprese quelle del Consiglio d’Europa) e addirittura “conditio sine qua non” per condurre una normale vita personale e sociale. Si potrebbe pure sottolineare come tale “lasciapassare” (in genere elettronico, cioè da scaricare con un’app e mostrare sullo smartphone) costituisca un’ulteriore e assai invasivo strumento di controllo elettronico di massa!

Non se ne parla forse molto (anche se già più del 50% degli Italiani ne sono dotati) ma ultimamente è diventato praticamente obbligatorio, specie per interagire con gli enti pubblici, lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), che non solo permette un ulteriore controllo e catalogazione elettronica di tutti i cittadini, ma interfaccia significativamente in un unico documento elettronico (non materiale ma digitale) sia la Carta d’Identità che la Tessera Sanitaria, unendole però al proprio numero di cellulare (dove deve essere inserita una app, guarda caso, per ricevere di volta in volta un codice segreto da digitare) e alla propria e-mail. Insomma, il controllo sociale è ormai incrociato, a tutti i livelli: impossibile dunque sfuggire allo Stato e al potere di chi ci comanda e può sapere tutto di noi e permetterci di godere o meno di diritti (un domani forse anche di vita o di morte). 

Sarebbe interessante in proposito dilungarci sui pagamenti elettronici (praticamente obbligatori, per ora sopra una certa cifra, sempre più bassa). Si tratta di pagamenti attraverso i POS (Point of sale), cioè attraverso un chip (rieccolo!), inserito nei bancomat o nelle carte di credito (o di debito, prepagate, ecc.). Anche in questo caso, insieme alla comodità (l’elettronica abolisce i soldi, come ai primordi della civiltà la moneta ha abolito il baratto), ci raggiunge una possibilità di controllo senza precedenti e persino la possibilità o meno di comprare e vendere, cioè di vivere. Dietro le solite belle parole (lotta all’evasione fiscale, anticorruzione, antiriciclaggio, ecc.) si nasconde soprattutto l’immenso potere delle banche (dove è dunque obbligatorio lasciare i propri soldi, ora peraltro senza interessi e con la possibilità, in caso di loro fallimento, di rubarceli tutti), della finanza (nulla sfugge ai nostri acquisti e nulla è nascosto nei nostri conti corrente) e di un potere persino trans-nazionale (ad es. il sistema internazionale di circolarità di carte di credito e sistemi elettronici di pagamento).

Il sistema di riconoscimento elettronico internazionale di una banca (codice BIC SWIFT) e la circolarità dei servizi interbancari (per pagamenti elettronici all’estero), permettono una grande comodità (senza neppure dover pensare ai cambi nella valuta locale; le proprie carte di credito permettono pagamenti in tutto i mondo, semmai con commissioni aggiunte dalla banca, se si tratta di altre valute), ma genera una nuova e più grande dipendenza da un potere economico e finanziario globale, con relativi comandi e ricatti.

Un caso abbastanza forte di questa possibilità di interferenza dei poteri economico-finanziari internazionali s’è verificato ad es. proprio sulla Città del Vaticano (che possiede ovviamente, come Stato indipendente, una propria banca: lo IOR, Istituto Opere di Religione). Nell’ultimo periodo di pontificato di Benedetto XVI (a proposito delle pressioni internazionali contrarie, sopra accennate), tale sistema internazionale di pagamento elettronico è stato per lungo tempo bloccato all’interno della Città del Vaticano da questo potente circuito internazionale (ad es. non potevano essere utilizzate le carte di credito dai parte dei milioni di visitatori dei Musei Vaticani, costretti a pagare l’ingresso in contanti). Un blocco che s’è però (guarda caso) subito risolto dopo la “Rinuncia” di Benedetto XVI.

Tra i pagamenti elettronici automatici (con addebito sul conto corrente) ci sono anche i pedaggi non solo con le carte ma col Telepass (che oggi permette pure pagamenti automatici di parcheggi e altri transiti o servizi), che comporta ovviamente l’identificazione della targa dell’auto (e quindi del proprietario), la registrazione e archiviazione elettronica di ogni transito o servizio fruito (luogo, giorno, ora, minuto); dunque un ulteriore controllo elettronico, di tutti gli spostamenti e percorsi effettuati o servizi fruiti con l’auto.

A proposito di lettura elettronica delle targhe, sono ormai molti i servizi e i transiti che se ne servono (persino nella rare nuove autostrade italiane), senza neppure più l’uso dei caselli (peraltro già quasi totalmente automatizzati).
 

Concludiamo con una sottolineatura su due possibilità impressionanti (anche se sembrano come sempre solo ulteriori e moderne comodità) di controllo elettronico.

Si tratta del riconoscimento vocale, in grado cioè non solo di ascoltarci ma di riconoscere i contenuti delle nostre parole (e potenzialmente di trasmetterle e persino archiviarle), fornendo addirittura istantaneamente risposte alle nostre domande (trovate su internet) o addirittura eseguire i comandi dati anche per la gestione a voce della casa (radio, televisione, elettrodomestici, riscaldamento, ecc.). Non si tratta di poterci permettere un robot, ancora troppo costosi, ma di fruire di un semplice ed economico mezzuccio (vedi Alexa). Non viene il sospetto che allora anche ogni nostra conversazione domestica possa essere ascoltata, trasmessa e archiviata?

Quando invece parliamo di riconoscimento facciale (ne abbiamo fatto cenno in una nostra News/documento del 1.07.2021), ci riferiamo non solo al fatto che ad esempio il nostro smartphone possa sbloccarsi riconoscendo il nostro volto (persino se semicoperto dalla mascherina!), ma all’uso che ne fanno già le forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia [SARI enterprise (Sistema automatico di riconoscimento immagini), collegato ad es. con l’archivio di persone ricercate o segnalate AFIS (Automated Fingerprint Identification System), incrociandoli pure coi dati provenienti dai social (e bloccare certe persone o impedirne l’accesso a certi luoghi, come ad esempio allo stadio)].

Sull’uso di tale riconoscimento facciale in certi supermercati giapponesi, così da evitare persino la cassa e inviare il conto direttamente alla banca del cliente, vedi anche qui sotto. 
Il sistema di riconoscimento facciale è già utilizzato pure in certi magazzini Amazon. 
Un dato però impressionante è che la maggior parte di questa tecnologia avanzata sia ora in mano alla Cina!


Le possibilità di controllo sociale che appunto l’elettronica e la tecnologia mette in mano al potere oggi non lascia scampo.
Si tratta solo della tristezza di essere continuamente violati nella privacy, identificati anche nelle nostra scelte più private, controllati e archiviati? No, c’è di peggio: c’è la possibilità, oggi sempre più attuata di essere “giudicati” dal potere politico e persino premiati o puniti di conseguenza!


Ecco infinealcuni esempi di “controllo elettronico” di massa, già in atto, tanto nei più potenti ed avanzati regimi totalitari, come pure in Paesi cosiddetti liberi e nelle moderne democrazie.

Cina. Il “Sistema di Credito Sociale”

L’immenso potere del Partito Comunista Cinese (un marxismo/maoismo sposato ora con uno spietato capitalismo), che governa come dittatura monolitica l’immensa Repubblica Popolare Cinese (Cina), abitata da oltre 1,4 miliardi di persone, si avvale oggi e sempre più di questa tecnologia, per un controllo capillare delle persone e delle loro attività, pubbliche e private. In particolare (ne avevamo parlato in News, 2.03.2020) il governo sta attuando il cosiddetto “Sistema di Credito Sociale”, cioè di controllo sulle persone, da far rabbrividire anche le più distopiche previsioni di Orwell.
In pratica tutti i cittadini sono controllati e schedati nei loro comportamenti e giudicati secondo un “punteggio” (Credito Sociale), che può aumentare o diminuire in base a condotte ritenute buone o cattive (dal Partito), con conseguenze vantaggiose o svantaggiose sulla vita non solo pubblica ma anche privata. Ecco alcuni esempi…
Il Governo premia azioni giudicate “buone” [ad es. fare donazioni in denaro, donare il sangue … fino ad attraversare sulle strisce pedonali (perché tutti sono riconosciuti anche per strada da sistemi di webcam e di riconoscimento elettronico)] con permessi di viaggio, maggiore rapidità nelle prenotazioni, possibilità di noleggiare un’auto senza caparra, persino avere più possibilità di incontri sui siti romantici, fino ad arrivare a godere di sconti sulle bollette, migliori tassi di interesse nelle banche e addirittura facilitazioni nell’assegnazione di alloggi o nel poter più facilmente affittare casa.
Il Governo punisce invece azioni giudicate “non buone” (ad es. pagare in ritardo le bollette, fumare in zone non fumatori, diffondere fake-news, comprare troppi videogiochi o passare troppo tempo con essi, spendere soldi in acquisti inutili, non avere il biglietto di trasporto o addirittura non essere veloci nei gates d’imbarco) con l’impossibilità di accedere sui treni veloci o in prima classe, persino sui voli nazionali, divieto d’accesso in hotel di prima categoria, fino alla pena di veder rallentata la propria connessione internet e addirittura al rifiuto di carte di credito e all’impossibilità di accedere a un lavoro migliore o a scuole migliori (per sé o per i propri figli).
Inoltre, esistono pure conseguenti forme di pubblica condanna e ostracismo. Ad esempio, non avere una buona guida (non fermarsi al semaforo rosso o per far passare i pedoni sulle strisce) può anche essere punito col vedere il proprio nome e cognome indicato a pubblico ludibrio su degli schermi giganti in città.
I “puniti” possono essere catalogati (coi loro nomi, cognomi e carta d’identità) come cittadini non affidabili; e tali database possono essere consultati pure dai datori di lavoro! (ad esempio un avviso governativo del 2016 incoraggia le aziende a consultare la lista nera dei ‘puniti’ prima di assumere persone e offrire loro dei contratti).
Ovviamente, come sempre tutto ciò deve presentarsi come garanzia di “bene” e portatore di vantaggi sociali (ad es. un miglioramento nel comportamento dei cittadini), ma può essere, al di là di sentirsi comunque sotto l’occhio asfissiante di un Grande Fratello che tutto vede e giudica, un risvolto inquietante, davvero apocalittico; tanto più se tali sistemi di controllo e di giudizio (con relativi premi o pene) vanno in mano ad un sistema politico ideologico e dittatoriale!

Sinceramente, quando quasi 2 anni fa abbiamo riportato questa notizia cinese, non avremmo immaginato che in poco tempo anche in Italia saremo arrivati – ovviamente per un “bene” pubblico e privato (la salute, immunità da Covid-19) che si sarebbe così ottenuto (altrimenti chi lo avrebbe accettato?); non importa se poi non verificato – ad un controllo non lontano dal “Credito Sociale” cinese, con fondamentali diritti persi (punizioni sociali) o goduti (premi sociali), in base ad esempio ad un “lasciapassare” elettronico-sanitario, concesso a chi accetta di farsi inoculare, anche innumerevoli volte, un siero genico sperimentale, che potrebbe peraltro provocare effetti anche devastanti (infatti gli artefici e gli operatori sanitari si sono subito cautelati con lo “scudo penale”, cioè di impossibilità di denuncia penale, per gli effetti avversi, anche gravissimi e persino letali, che può comportare)!

Avevamo già ricordato (News, 31.08.2021) come il Governo cinese abbia progettato di installare 500 milioni di telecamere, per localizzare (in soli 7′) ogni postazione del cittadino, nelle città (e in carti casi addirittura nelle abitazioni private!); ma si serva già dei mostruosi “big data” dei suoi colossi telematici (Alibaba, Baidu e We Chat) per raccogliere e archiviare i dati sulle scelte, acquisti, gusti personali e altre caratteristiche dei cittadini cinesi.  
Siamo passati dal proverbiale “Dio ti vede” all’attuale “il Governo ti vede!”.

E’ infine notizia di questi giorni (leggi) che la Cina, ormai all’avanguardia anche nella tecnologia, facendo già ampio uso delle cosiddette “intelligenze artificiali”, abbia cominciato ad utilizzare per la televisione “conduttori televisivi virtuali”, in grado di dare notizie elaborate elettronicamente in proprio (in base ovviamente alle scelte del Governo), e talmente simili a quelli reali che i telespettatori non se ne sono neppure accorti! A cosa andiamo incontro? A chi andiamo in mano?

Inghilterra. Bracciale elettronico e sistema a punti … per la salute!

Come al solito il potere lo fa “per noi”, per il nostro bene, per la nostra salute, nel nostro “miglior interesse”. La Sanità inglese, lo abbiamo visto molte volte anche in queste News (cfr. News del 10.04.2017 e 2.06.2017, del 30.04.2018 e del 6.09.2020leggi), giunge ad uccidere, anche contro la volontà dell’interessato, se i medici o i giudici decidono che ciò sia “nel miglior interesse” del paziente!
La salute fisica è una nuova idolatria, la medicina è la nuova fede (da credere) e i medici i nuovi sacerdoti (da venerare ed obbedire)!
Così in Inghilterra è partito pure un “progetto pilota”, “per aiutare i cittadini ad assumere comportamenti più idonei ad una buona salute ed assumere stili di vita ad essa più consoni”, ad esempio “per aiutare le persone a mangiare meglio e a fare più esercizio fisico”; in altre parole, appunto “lo facciamo per voi, per il vostro benessere e la vostra salute”.
Di che cosa si tratta?
Si tratta che i cittadini dovranno indossare al polso un apposito apparecchio elettronico in grado di controllare, registrare e valutare molti comportamenti relativi alla salute (ad esempio l’attività fisica e la dieta). Il sistema, voluto e progettato dall’<Ufficio per il miglioramento della salute e contro le disparità> del Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale, assegna pure dei “punti” in base ai comportamenti virtuosi (ad es. “camminare di più e mangiare più frutta e verdura”), che potranno essere usati ad es. “per abbonamenti o sconti per le palestre, buoni pasto, ulteriori sconti per negozi selezionati, abbigliamento, cinema o parchi a tema”. Il governo britannico ha finanziato il progetto per 3 milioni di sterline ed ha incaricato il Head Up Systems di generare l’immancabile nuova App atta allo scopo; il tutto dovrebbe essere stato avviato in questi giorni. (leggi; fonte: gov.uk)
Visto appunto che la salute fisica è una nuova idolatria, a cui tutto sacrificare – e in questi due anni abbiamo infatti visto a che cosa l’uomo sia disposto a rinunciare per essa (anche ai più fondamentali diritti umani e costituzionali) – c’è da star certi che anche queste decisioni e dispositivi elettronici, cioè questo nuovo controllo sociale e politico, sarà accolto con grande favore e verranno pure socialmente discriminati tutti coloro che non avranno al polso (quindi immediatamente visibile) tale strumento elettronico!

Giappone. Supermercati a riconoscimento facciale

Avevamo già indicato come in alcuni Paesi più progrediti, come il Giappone (cfr. News/documento, 1.07.2021) i supermercati abbiano già compiuto un altro balzo avanti per velocizzare le operazioni di cassa. Se i codici a barre indicati sulla merce e i lettori ottici di cui è dotata la cassa (con tanto di risultato immediato del conto, memorizzazione di tutti i dati e seguenti pagamenti, possibilmente elettronici) hanno da tempo e ovunque velocizzato le operazioni di cassa, oggi c’è un nuovo passo avanti: in molti supermercati (ad esempio nipponici) si sta eliminando la figura del cassiere. Certo non è facile come è stata l’eliminazione del casellante autostradale o del parcheggiatore; ma l’elettronica ormai tutto permette. Così, dopo che il cliente stesso ha passato la merce acquistata sotto i lettori ottici, come già avviene con le casse automatiche (ma si stanno affacciando anche per questo nuovi sistemi molto più rapidi, con lettori ottici in grado di leggere i codici a barre della merce lasciata persino nel carrello), non c’è più bisogno di altra operazione di cassa, perché le nuove casse automatiche sono attrezzate per il “riconoscimento facciale” del cliente, cui è già associato un conto corrente bancario su cui addebitare il totale della spesa! (leggi)
Comodo no? Ma ecco che così non solo è riconosciuto il nostro volto e la nostra identità personale, ma vi è associato pure il proprio conto corrente.

Ci manca solo che le chiese più progredite, dopo aver inventato i distributori automatici di acqua santa e le pinze per dare la S. Comunione, non pensino anche di addebitare o saldare così i debiti dei propri peccati, persino da remoto, sul sistema centrale del Tribunale di Dio (che sarebbe senz’altro consenziente, perché da qualche tempo si fa intendere che Dio è come lo vogliamo noi e tra altro perdonerebbe sempre tutto)!

Australia. Controllo digitale globale

Che tutti i nostri sistemi elettronici siano controllati o controllabili dal potere (almeno quello giudiziario) è appunto cosa nota; e se già in una dittatura come ad esempio quella cinese tale potere giudiziario è già una cosa sola con quello politico (governo), cioè potrebbe in un prossimo futuro sembrare ovvio anche nelle cosiddette democrazie più avanzate.
Ecco ad esempio che il governo australiano ha ultimamente deciso che la polizia possa non solo regolarmente controllare, ma persino bloccare l’uso di tutti i computers, connessioni internet e sistemi elettronici dei cittadini (leggi). Ufficialmente, come al solito, è per garantire un bene: l’eliminazione della criminalità online.
Poi però si comincia ad estendere il divieto (lo abbiamo visto anche negli USA, e per questioni della massima importanza!) alle cosiddette fake-news, cioè a tutte quelle comunicazioni considerate nocive o false. Ma chi decide cos’è vero o cos’è falso? I passi successivi, per garantirsi il consenso e il potere, sono facilmente immaginabili!

Ed eccolo: il micro-chip sottocutaneo!

L’avanguardia in questo settore sembra giungere dalla Svezia.
Il badge per entrare al lavoro o andare a mensa? Sarà roba d’altri tempi.
La Epicenter di Stoccolma, offre agli impiegati la possibilità di farsi impiantare sotto pelle un microchip per l’identificazione a radiofrequenza, in sostituzione del badge. 
Il micro-chip ha la grandezza di un granello di sabbia e può essere inserito nella mano. Come un documento di identità, consente l’apertura delle porte, l’utilizzo della fotocopiatrice e altri servizi di ufficio. Inoltre può archiviare e trasmettere informazioni per la sicurezza personale.
Mentre la Sjöblad ha già attuato un sistema che permette non solo di ottenere un pass-vaccinale Covid-19 sul proprio cellulare (come il Green-pass) ma di connetterlo con un microchip posto nell’avambraccio, così che si attivi il lasciapassare semplicemente appoggiandolo al braccio!*
Sempre in Svezia il micro-chip sottocutaneo è utilizzato addirittura dalle ferrovie: i viaggiatori che ne sono dotati non hanno più bisogno di produrre un biglietto o un abbonamento cartaceo o sul telefono, perché il lettore lo rileva direttamente dal microchip sottopelle! 
Inutile far osservare come tali microchip possano raccogliere e pure trasmettere altre informazioni, dal gruppo sanguigno alla temperatura corporea, fino agli ID (di computer, smartphone), oltre ovviamente a permettere i pagamenti elettronici.
I dirigenti di tali società ammettono però un pericolo. Che il cittadino possa essere totalmente controllabile? No, questo è ovvio. Ma che in tali sistemi tecnologici possano introdursi gli hackers, con tutte le conseguenze del caso.


In fondo, però, già dal 2017 alcune aziende USA hanno fornito gratuitamente ai propri dipendenti tali microchip sottocutanei, idonei per aprire porte, andare a mensa, pagare bibite e vivande. Alcuni leaders prevedono che entro il 2025 almeno la metà della popolazione USA avrà tali microchip impiantati nel proprio corpo (pare inoltre che per gli animali domestici ciò avvenga da molto tempo).

* A proposito di un uso “sanitario” di tali microchip, ad esempio in grado di riconoscere l’avvenuta vaccinazione, c’è chi (cfr. E. Black di LifeSiteNewsleggi) vi ha scorto una conseguenza terrificante: cioè la possibilità di una comunicazione tra il microchip e l’Ente o Stato che ha fornito e inoculato il vaccino; cioè che la persona vaccinata possa essere così tracciabile e controllabile a distanza!
Beh, se fosse vero, l’Apocalisse sarebbe veramente arrivata!


Controllo totale e globale

A questo punto dovrebbe tramontare ogni indifferenza, come quella di chi si fa beffe di tutto questo con uno scontato e ostentato “io non ho nulla da nascondere”!
A parte il sacrosanto diritto al rispetto e alla riservatezza della propria vita privata; perché la “persona” non è proprietà dello Stato e i propri diritti derivano dalla propria natura di esseri umani e non sono concessioni del potere! (vedi il “personalismo”, cardine della Dottrina sociale della Chiesa). Qui si tratta del trionfo del moderno assolutismo statale, di una statolatria, di uno Stato che si fa “dio”, di un potere-Stato che si erge a “Giudice universale”, con tanto di premi e castighi, senza possibilità di fuga.
Al di là dell’orrore per questa pretesa, con quali criteri lo Stato si fa giudice? Con quale finalità? E poi: chi controlla il potere che tutti controlla?

Sotto il comunismo non si poteva fare una confidenza neppure ad un parente, perché poteva essere una spia” del Partito.
“Taci! Il nemico ti ascolta!” … si diceva nella II Guerra Mondiale.
Come abbiamo già ricordato, nell’antichità l’imperatore poteva decidere magari della vita o della morte dei suoi i sudditi, ma non poteva esercitare un controllo così capillare e totale come può esercitare il potere del “Principe” odierno, anche laddove lasci ancora credere di vivere in una democrazia, o poter predicare tutte le sere in tutte le case (con le televisioni), plasmando le menti, lasciandole pure nell’illusione di avere un proprio pensiero.
Nel secolo scorso, il potere di persuasione esercitato sulle folle dalle dittature aveva già permesso che i cittadini, ben indottrinati, scegliessero “liberamente” il proprio aguzzino.

Forse si comprende come già nel 1933 un povero disoccupato austro-tedesco, fisicamente fragile e dotato solo di licenza elementare (e peraltro indemoniato), potesse essere votato dalla maggioranza dei tedeschi (non di quelli cattolici), divenire il Cancelliere del Reich e l’anno dopo il Führer!

Così come il 10.06.1940 le piazze d’Italia, gremite di entusiasti seguaci (inutile continuare a nasconderlo!), applaudirono fino al delirio (vedi) la notizia data dal Duce dell’ingresso dell’Italia in guerra (da cui sarebbe uscita dopo 5 anni come un cumulo di morti e macerie).

Oggi il nemico e la spia sono entrati nella mente stessa e sono in grado di plasmare le idee e le decisioni dei sudditi, omologandole in un “pensiero unico”, persino applaudito dalle folle.
Oggi poi pare più che mai impossibile sfuggire al controllo e al potere globale; come dimostra questo breve documento.
Pare proprio un “marchio” di stampo satanico (cfr. Ap 13,16-17).

Non dimentichiamo però che la coscienza rimane, e può sempre ridestarsi! E che la verità prima o poi riemerge e vince!
Se poi è Cristo Signore a liberarci, allora siamo liberi davvero (cfr. Gv 8,36 e Gal 5,1).

Già nei primi due secoli del cristianesimo, nell’impero romano i cristiani erano cittadini modello; ma quando l’imperatore volle essere adorato come Dio, allora, invece che omologarsi (anche solo con una grana d’incenso da bruciare di fronte alla sua statua), scelsero piuttosto il martirio!
I veri vittoriosi (con la palma nelle mani) sono i martiri; e sono per sempre nella gloria di Dio (cfr. Ap 6,9-17; Ap 7,9-17).
Giunge poi il giorno, e repentinamente, in cui la menzogna crolla ed è la verità a regnare (cfr. Ap 18).

Dopo due secoli di cruente persecuzioni dell’impero romano contro i cristiani, persino l’imperatore sarà cristiano e l’impero si trasformerà per un millennio nella culla della civiltà cristiana, quella che ha plasmato ed elevato l’intera civiltà occidentale e in fondo umana.

Il nazismo è durato soli 12 anni (1933/1945); il fascismo 20; il comunismo nell’est-Europa 70. Eppure dovevano essere i padroni del mondo e iniziare nuove “ere”. Invece tutto è poi crollato improvvisamente. [Lo ha ricordato Giovanni Paolo II nel suo ultimo libro Memoria e identità (Rizzoli, 2005); ed era un’esperienza che da polacco aveva sofferto sulla propria pelle] 

Nonostante tutto, alla fine è ancora Gesù Cristo il Signore del cosmo e della storia! Sarà bene che lo ricordino anche i nuovi potenti del mondo.

Meditiamo con attenzione e “sapienza” (sophia, come dice il testo), l’Apocalisse, l’ultimo libro della Bibbia (l’unico libro profetico, del Nuovo Testamento), che è Parola di Dio e quindi assolutamente certa e veritiera: Ap 13,14-18; 14, 9-11; 16,2; 19,20; 20,4).

Maria Santissima ci aveva avvertito, già da oltre un secolo: “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!” (vedi

Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!