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Un binomio impossibile? Sembrerebbe di no, guardando ad esempio questi due casi.

La prima donna a conseguire un dottorato in “Computer Science” (Informatica), presso l’Università di Wisconsin-Madison (USA), nel 1964, sfondando un mondo allora rigidamente maschile, fu Suor Mary Kenneth Keller, nata nel 1913 a Cleveland e Suora della Carità della B.V. Maria. Già nel 1958 fu lei la prima donna ad essere ammessa al futuristico “Computer Center” dell’Università di Dormouth (New Hampshire), dando tra l’altro uno speciale contributo allo sviluppo del nuovo linguaggio informatico (il famoso Basic). Inoltre fondò e diresse per quasi vent’anni l’innovativo dipartimento del Clark College e si occupò di didattica attraverso la tecnologia.

A proposito di Informatica, ricordiamo quanto già più sotto menzionato (v. News del 20.08.2011), cioè che ad inventare la scrittura del computer, dimostrando alla stessa IBM la possibilità di utilizzare il computer non solo per calcolo (come allora era) ma per archivio di testi, fu il gesuita italiano Roberto Busa (1913-2011), che fu anche il primo a mettere un’intera opera (l’Opera omnia di S. Tommaso d’Aquino) in formato elettronico.

Per venire al presente, possiamo ricordare un’altra giovane Suora (domenicana) norvegese, Katarina Pajchel, che dopo essere stata già affermato docente di Fisica all’Università di Oslo è ora ricercatrice al CERN di Ginevra, proprio al mastodontico acceleratore di particelle LHC (Large Hadron Collider), utilizzato per ricerche sperimentali nel campo della fisica delle particelle (come di recente per il “bosone” di Higgs).

Ulteriori esempi che smentiscono chi si ostina nel pregiudizio (ottocentesco, positivista, scientista) che vorrebbe la scienza in opposizione alla fede (v. ad esempio nel sito: Il caso Galileo).