Come si rende ogni giorno più evidente, in Occidente si sta imponendo sempre più un “pensiero unico”, una progressiva e reale “dittatura del relativismo”, che verte soprattutto sulle questioni sessuali, a tal punto che non solo diventa “reato” dissentire, ma ora si vuole imporre nelle scuole fin dalla più tenera età, e addirittura senza possibilità di intervento da parte degli stessi genitori! È il caso dell’ideologia “gender” secondo cui la sessualità non sarebbe quella biologica ma un “genere” con molteplici tipologie da scegliere liberamente, fondamentalmente in base al proprio desiderio.

Contro l’imposizione di tale ideologia nelle scuole, si sono mossi milioni di persone in Europa, preoccupati soprattutto dell’educazione e dello stesso futuro dei propri figli e nipoti.

Per questo molte Associazioni (Associazione ProVita, Associazione Italiana Genitori, Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche, Movimento per la vita, Associazione Giuristi per la Vita) hanno lanciato una petizione propositiva al Ministro dell’Istruzione, al Presidente della Repubblica e al Presidente del  Consiglio, affinché sia riconosciuto almeno il diritto (peraltro conseguente al diritto fondamentale della “libertà di educazione” e quello dei genitori come primi educatori dei propri figli), sancito anche dalla Costituzione,  di educare i propri figli secondo i principi religiosi e morali che ritengono più formativi e quindi anche di opporsi all’ideologia gender che ritengono assolutamente diseducativa, oltre che contraria alla natura stessa dell’uomo. Si può firmare tale petizione sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole su https://www.provitaefamiglia.it.

Anche la Diocesi di Roma si è mobilitata, con il Comitato Articolo 26 (e relativo sito) per chiedere, anche mediante un modulo firmato da inviare ai dirigenti scolastici delle scuole dei propri figli, il “consenso informato” (è il diritto minimo dei genitori!) sulle iniziative delle scuole improntate alla ideologia “gender”.