• Categoria dell'articolo:Eutanasia

Oggi il piccolo Charlie Gard, il bimbo londinese nato il 4.08.2016 e affetto da una grave e rarissima patologia (ne avevamo parlato nelle News del 10.04.2017 e 2.06.2017), è morto. Ha cessato di vivere, non perché il suo cuoricino si è naturalmente fermato, o neppure perché hanno cessato le cure ormai ritenute inutili e sproporzionate (questo potrebbe essere, a determinate condizioni, la giusta cessazione di un inutile “accanimento terapeutico”), ma perché i medici e lo Stato hanno negato all’innocente e inconsapevole Charlie di poter respirare e nutrirsi con l’aiuto di mezzi artificiali (come fanno innumerevoli pazienti in ospedale e persino a domicilio).
A questo punto il piccolo Charlie sarebbe comunque con tutta probabilità morto entro breve tempo; visto anche il ritardo dovuto al rifiuto medico e legale di trasferirlo in altri Ospedali (ad esempio negli USA, dove volevano portarlo i genitori con l’aiuto anche di una volontaria sottoscrizione per far fronte alle spese, o all’ospedale pediatrico vaticano “Bambin Gesù” di Roma, che ha comunque fornito una consulenza medica specialistica), per tentare eventuali cure possibili. Ma si è invece voluto ucciderlo prima, bloccandogli il respiro; con l’ipocrita motivazione che questo sarebbe stato, secondo i medici e lo Stato, il suo “vero bene”. Tra l’altro, non regge neppure l’ipocrita motivazione, usata con falso “pietismo” in questi casi, secondo cui si eviterebbero così inutili sofferenze, poiché le cure palliative e gli antidolorifici permettono oggi di annullare o ridurre questo triste problema.  
In questo giorno, dunque, Charlie non è divenuto un “angioletto” che vaga da qualche parte del cosmo, come una vaga visione sentimentale e romantica potrebbe immaginare, ma si è presentato per sempre come persona, come tutti noi (senza differenze), di fronte a Dio, alla Santissima Trinità, per partecipare per sempre (se Battezzato in Cristo e ovviamente senza peccati personali in quanto neonato e inconsapevolmente partecipe della Croce di Cristo in quanto malato grave) alla felicità e amore infiniti di Dio.
Ora forse sa pure che il suo “caso” è diventato quasi un’icona, innocente ma anche per questo assai efficace, di dove possa spingersi la “pretesa” della scienza e dello Stato moderno, cioè fino a decidere se la nostra vita sia “degna di essere vissuta o no”.
Il fatto poi che i suoi giovani genitori (Chris Gard e Connie Yates) si siano opposti con tutte le forze a questa sentenza di condanna a morte (da parte dei medici del prestigioso ospedale pediatrico londinese Great Ormond Street Hospital, ma anche dell’Alta Corte londinese, della Corte d’Appello e persino della “Corte europea dei diritti dell’uomo”), ha commosso il mondo intero, fino a toccare le coscienze di alcuni importanti capi di Stato (USA ‘in primis’), oltre che di una vasta area popolare e ovviamente di numerosissimi cristiani in tutto il mondo. Ma anche se i suoi genitori avessero voluto o si fossero subito arresi alla sentenza di morte – non l’inesorabile morte dovuta alla gravissima patologia, ma la morte comunque “procurata” per mancato ausilio nella respirazione e idratazione/alimentazione, come deciso dai medici, dallo Stato e dalle più alte Corti di giustizia – ciò non avrebbe comunque diminuito la gravità morale di tale decisione.
Chissà che il “martirio” (testimonianza) del piccolo Charlie, un “caso” di cui il mondo si è trovato come costretto a parlarne con commozione e prendere posizione, di questo inconsapevole innocente neonato (come gli innumerevoli bambini abortiti … e come già i “santi innocenti” uccisi da Erode), e ora la sua intercessione dall’Aldilà, non serva a scuotere le coscienze e a svegliarle, perché si cessi di sentirci così “padroni” della vita; per poi affidarla al potere dello Stato, “uno Stato eugenetico che afferma essere legale e persino doveroso uccidere un disabile” (come qualcuno oggi ha dichiarato) uno Stato che da tempo vorrebbe prendere il posto di Dio.