Sembra strano, ma la scienza, nonostante il suo progresso e nonostante conosca tutti gli elementi che costituiscono ad esempio una cellula vivente, non è in grado di spiegare cosa sia la vita!
Per questo non è in fondo neppure in grado di definire cosa sia la morte.

Secondo quanto è stato rivelato da Dio stesso ed è trasmesso fedelmente dalla Chiesa Cattolica (ma l’esistenza dell’anima è presente in ogni religione e le corrette filosofie già dell’antichità greca avevano scoperto l’anima come “principio di vita”), la morte è il definitivo e irreversibile distacco dell’anima (che continua a vivere ed è subito giudicata da Dio) dal corpo, in attesa della risurrezione finale, quando verranno ricongiunti nella nuova dimensione dell’eternità (beata o dannata).

Infatti scientificamente, per definire clinicamente la morte di una persona, si utilizzano dei parametri, che sono però di fatto convenzionali: prima si considerava la cessazione del respiro, poi del battito cardiaco, ora dell’attività elettrica del cervello (elettroencefalogramma piatto).
Esistono però casi eclatanti che mandano in crisi queste “convenzioni”. Qualcosa di sconvolgente in questo senso è successo anche in questi giorni a Detroit (Michigan, USA). 
Una giovane di 20 anni, Timesha Beauchamp, il 23 agosto scorso alle 7:30 è morta d’infarto. I genitori, accortisi della figlia caduta a terra senza segni di vita, hanno chiamato subito i soccorsi medici, immediatamente intervenuti; essi hanno tentato in tutti i modi di rianimare la ragazza, ma senza successo; dopo 30’ non hanno potuto che constatarne il decesso. Così, dopo l’accertamento della polizia, sono iniziate le procedure standard, anche dal punto di vista della pratica funebre.
Ma proprio quando, dopo molte ore, il personale dell’impresa di pompe funebri «James H. Cole» stava per sigillare la bara dove era stata deposta la salma della giovane donna, lei si è risvegliata!
La ragazza è tuttora viva, anche se in condizione critiche. È in terapia intensiva nel Detroit Medical Center; ma vive!
È stata aperta un’inchiesta sull’accertamento di morte, ma gli inquirenti hanno insistito sul fatto che sia i medici che la polizia abbiano seguito le procedure standard.
Certo, questa giovane ha rischiato seriamente di essere sepolta viva! Ma ci chiediamo pure: e se a suo tempo lei o in quel frangente i suoi genitori avessero deciso la donazione degli organi? L’espianto degli organi, come sappiamo, deve avvenire subito dopo il decesso, altrimenti inizierebbe la loro decomposizione e non potrebbero essere impiantati in altra persona.

[Sulla questione morale della donazione degli organi, su cui oggi si sta scadendo in un semplicismo materialista, anche se avvolto di buonismo, v. sotto News del 2.06.2020 – v. anche Dottrina sociale della Chiesa, al n. 32]