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Immigrazione selvaggia

Sulla questione degli immigrati, sempre tra le prime notizie e decisive questioni socio-politiche, si fa sempre, forse volutamente, una gran confusione e spesso si è di un semplicismo paradossale.
Si fa ad esempio confusione tra immigrati regolari, irregolari, profughi, clandestini … e poi si fa finta di dimenticare che non si tratta solo di immigrazione, comunque da regolare, ma, per quel che riguarda l’attraversamento del Mediterraneo, della ben più grave questione dei modi e dei mezzi con cui questa avviene. Una vera e propria “tratta degli schiavi”, operata da scafisti, cioè delinquenti che speculano in modo gravissimo su queste persone, chiedendo cifre esorbitanti per questi attraversamenti (dopo quelli, per la maggior parte, per giungere al mare provenendo da altri Paesi africani e mediorientali), cifre che permetterebbero loro di giungere comodamente in Italia o in Europa persino in “business class” di una normale compagnia di linea aerea (v. nel sito News del 2.12.2017), mentre così sono trattati da vera merce umana (ogni animalista protesterebbe se fossero trattati così degli animali) e con serio pericolo di morte, avvenuta infatti per migliaia e migliaia di loro.
Tra l’altro, anche ciò che potrebbe sembrare un aiuto umanitario, come quello delle navi Ong, che oltre a sostituirsi alle forze dell’ordine e militari degli Stati ricevono pure lauti finanziamenti pubblici e privati, in queste condizioni può assumere l’aspetto di una connivenza, se non un accordo (talora documentato!), con tali scafisti-schiavisti.
Rimane poi la questione di dove possa andare tuta questa gente (come sappiamo l’Italia sino allo scorso anno è stata di fatto lasciata sola ad assumersi questo onere anche da parte della UE), che cosa possa fare (avranno davvero la possibilità di un lavoro o diverranno di nuovo schiavi se non manovalanza della malavita?), se possa davvero integrarsi nell’identità dei Paesi ospitanti (che forti poteri occulti vorrebbero anche con questo sbriciolare).
Come può vedere chiunque non chiuda gli occhi di fronte alla realtà ed abbia un po’ di buon senso, non si tratta semplicemente di “accogliere ed aiutare poveri o profughi da guerre” – il che dovrebbe comunque essere fatto in modo regolare e non selvaggio, anche a loro stessa garanzia – ma di questioni assai più complesse e pericolose, che nascondono persino inconfessabili ma palesi interessi economici, ideologici e politici, anche a livello internazionale.
C’è infine la questione, certo non secondaria ma di estremo pericolo, dell’infiltrazione tra gli immigrati di veri e propri terroristi, specie dopo la caduta dell’ISIS (Califfato mediorientale) dove si erano arruolati molti di questi giovani musulmani e che hanno mantenuto la loro carica religioso-ideologica di “guerra agli infedeli” e all’Occidente.
È ad esempio di oggi la notizia di 8 terroristi infiltrati tra gli immigrati, che sono stati individuati e arrestati a Palermo, che gestivano la tratta degli immigrati e persino sui social inneggiavano allo stato islamico.

Tra questi Mongi Ltaief, tunisino di 43 anni residente a Marsala, già arrestato nel 2017 per favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina e che aveva poi ottenuta la detenzione domiciliare (mentre su Facebook confessava apertamente e si vantava di voler tornare quanto prima a questo mercato degli schiavi) e poi assolto nel processo di primo grado. Inneggiava alla memoria di Bin Laden, alla «guerra santa», e faceva propaganda dello Stato islamico, oltre a inserire foto e filmati con proclami di guerra, decapitazioni di ostaggi occidentali, adunate jihadiste. Oggi è dunque tornato in carcere (insieme ad altri 7 collaboratori, su un totale di 15 indagati), sempre per lo stesso reato: aver organizzato viaggi di migranti tra le coste nord-africane e la Sicilia a bordo di motoscafi veloci, traversate rapide (in 210’, al prezzo di circa € 2.500 a persona, che raddoppiano per pregiudicati o ricercati) pressoché immuni da controlli e sbarramenti, cioè da spiaggia a spiaggia, senza passare da porti e identificazioni, cioè «sbarchi fantasma» che non rientrano neppure nella contabilità del Viminale. E si tratta non di traffici di essere umani partiti dalla Libia, ma addirittura dalla Tunisia, con cui ci sono accordi specifici in questo senso.

Stavolta, nell’operazione di contrasto al fenomeno, si aggiunge l’ipotesi del terrorismo internazionale, da cui in realtà l’indagine ha preso le mosse. A far scattare gli accertamenti dei Carabinieri, infatti, è stato il racconto di un tunisino già arrestato e ora “pentito”, che ha deciso di raccontare ciò che sapeva su questa attività di contrabbando e di immigrazione clandestina di persone provenienti dalla Tunisia, che può coinvolgere anche terroristi, persino l’arrivo in Italia – come ha confessato – di «un esercito di kamikaze» (cfr. Corriere della Sera, 10.01.2019).

Comunque nel corso del 2018 …
Secondo i dati forniti dallo stesso Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu (Unhcr), nel corso del 2018 s’è registrata comunque un’evidente inversione di tendenza: gli immigrati morti o dispersi durante la traversata del Mediterraneo sono passati dai 3.139 del 2017 ai 2.262 del 2018; gli sbarchi in Europa sono passati dai 172.301 del 2017 ai 114.941 del 2018 (in Italia si è passati da 119.247 persone nel 2017 a 23.371 nel 2018; nel 2016 erano state 181.436).
Sempre secondo i dati del’UNHCR, in riferimento alle nazioni di provenienza dei migranti in Europa, la Guinea è il primo paese d’origine (13.068), seguita dal Marocco (12.745) e dal Mali (10.347). Si tratta tra l’altro di Paesi non in guerra o colpiti da particolari calamità (quindi non si tratta di profughi).