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Quando si crea il vuoto spirituale, prima o poi esso viene colmato da ‘qualcuno’  (horror vacui).
Nel secolo XIV la Svezia era ancora fortemente cattolica, tanto da darci Santa Brigida, talmente grande da essere stata proclamata da Giovanni Paolo II “compatrona d’Europa”.
Con la Riforma protestante, i prìncipi costrinsero la popolazione ad abbandonare la Chiesa cattolica, incamerandone i beni, e ad aderire allo scisma ed eresia evangelico-luterana.

Scrive Vittorio Messori: “Il luteranesimo, in gran parte dei Paesi che lo accettarono, fu imposto con la forza dai principi e dai nobili, che concupivano i beni della Chiesa e non parve loro vero di poterli sequestrare. In Svezia violenza e cinismo regi raggiunsero il massimo. Il fondatore della nuova dinastia scandinava, Gustavo I Wasa, ben lontano da preoccupazioni religiose, per mero interesse economico e politico vide nel luteranesimo un modo per riempire le casse vuote dello Stato e per legare a sé la nobiltà, suddividendo tra loro il bottino costituito dalle proprietà della Chiesa. Il popolo ne fu indignato e più volte insorse, ma fu schiacciato dal re Gustavo. I suoi successori furono costretti, dal malcontento della gente nei confronti della nuova fede imposta manu militari, a tollerare almeno che restassero aperti alcuni santuari mariani. Proprio a Lund (dove Papa Francesco si è recato per celebrare coi luterani il V centenario della Riforma protestante) tutte le chiese furono rase al suolo, tranne la cattedrale (la chiesa principale di Svezia), pur ovviamente denudata di ogni decorazione, secondo l’uso riformato; e le pietre degli edifici cattolici abbattuti furono impiegate per la fortificazioni e la cinta muraria della città” (v. News del 31.10.2017).

Come in gran parte di questi Paesi protestanti del centro-nord Europa, anche in Svezia la fede si è però progressivamente dissolta nell’attuale nichilismo ed ateismo pratico.Ad esempio il 75% dei giovani non si riconosce in nessuna religione (si professa cattolico solo l’1%; ma in compenso i giovani che si professano musulmani sono già il 18%).
E per coprire questo vuoto di significato la Svezia, come del resto tutto l’Occidente, inneggia alle nuove ideologie panteiste, ecologiste: una vera esaltazione della dea Natura, che raggiunge spesso l’odio non solo per il progresso ma per l’uomo stesso; ne incensa i suoi simboli, profeti e sacerdotesse (v. l’esaltazione mediatica della povera diciasettenne svedese Greta Thunberg, divenuta simbolo mondiale della lotta ideologica per lo sviluppo ‘sostenibile’ e contro il cambiamento climatico). Dietro tutto ciò si nasconde però un vuoto esistenziale insostenibile!

Com’è noto, la Svezia passa per essere tra i paesi più civili, moderni, aperti e tolleranti del mondo; che gode anche di un altissimo reddito medio pro-capite. Apparentemente tutto “funziona”. Persino l’ONU l’ha esaltato come un Paese dove si può essere davvero “felici”. Peccato che il suo pauroso “vuoto spirituale” in questi ultimi decenni abbia fatto lievitare in modo esponenziale (anche questo da primato mondiale) il numero di suicidi, omicidi, stupri, e persino violenza tra minori. E la tanto sbandierata tolleranza (in realtà relativismo puro) conosce invece incredibili episodi di violenza “statale” contro i cristiani (cfr. News del 2.04.2018, circa il violento intervento dei “servizi sociali” Barnavernet, giunti a sottrarre i figli a dei genitori perché considerati cristiani troppo “credenti”!).
Così, le politiche di rinnegamento delle proprie radici cristiane e di apertura indiscriminata verso l’immigrazione, specie musulmana, ha portato in pochi anni la Svezia ad avere oltre 1 milione di musulmani (v. News del 2.10.2018), su una popolazione di 10 milioni di abitanti, e di riempirsi di moschee.
Non solo, ma cresce in modo esponenziale anche la violenza islamica. Solo nel 2020 si sono già avuti 200 gravi incidenti e 24 morti, causati da bande criminali islamiche. Certi quartieri di grandi città sono in una condizione esplosiva. Anche in questi giorni [fonte: NBQ, 4.09.2020]  emerge ad esempio che città come Göteborg e Malmö sono diventate ingovernabili. Interi quartieri sono off-limits, anche per lo Stato, e le forze dell’ordine non possono intervenirvi; e se lo fanno è battaglia (bombe, auto incendiate, quartieri messi a ferro e fuoco, incendi appiccati per impedire l’intervento delle autorità; anche una ragazzina di 12 anni è rimasta uccisa in questi attuali scontri). Si tratta di bande criminali, ma la loro identità e lotta è islamica; il grido di fondo è sempre ‘Allah Akbar‘. A Göteborg, nel sobborgo di Angered, c’è persino una famiglia-clan (Ali Khan: 120 persone; il capo è un imam) che controlla questo potere islamico parallelo e antitetico allo Stato in modo ‘mafioso’ (possesso illecito di armi, minacce, droga, omicidi); nell’area Hammarkullen (50.000 abitanti) controlla praticamente tutto.

Di fronte alla realtà, le vecchie o nuove ideologie prima o poi crollano.
Di vera società multietnica, multireligiosa, dove le diverse identità convivono perfettamente integrate, non rimane appunto che il sogno dell’ideologia globalista (massonica), imposta pure nei Parlamenti “civili” anche mediante l’immigrazione selvaggia.
Con l’Islam, poi, tale integrazione non si è quasi mai realizzata. Del resto non potrebbe esserlo, anche dal punto di vista teoretico. L’Islam ha infatti come principio, dal Corano stesso, che il mondo si divide in due parti: quello musulmano e quello che deve essere reso tale, con ogni mezzo!