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Sui deliri e menzogne dell’attuale ecologismo, vera e propria ideologia (nel senso di visione distorta e unilaterale della realtà) e religione panteista (la Dea Natura, la Madre Terra, cui tutto sacrificare, uomo compreso), promosso in modo ossessivo dal potere mediatico e politico dell’Occidente, al fine di creare sempre nuove “emergenze” e ricatti socio-economici, siamo intervenuti spesso, specie nell’articolato documento “Ecologismo” (7-14-21-28.11.2021) (vedi).
Ecco qui qualche aggiornamento, coi relativi rimandi agli articoli di riferimento.

Ideologia, Pensiero unico, false emergenze, economia e politica

Come tutte le ideologie e i miti della modernità (vedi), anche quella ecologista è una visione della realtà riduttiva e studiata a tavolino da una certa cultura e da attuare ad opera di certi poteri forti, per reconditi fini, pur partendo da alcuni dati ed esigenze reali.
L’Illuminismo, la Rivoluzione francese, le filosofie del XIX secolo e le rivoluzioni del XX secolo stanno lì a dimostrare questo assunto.
Anche l’ideologia “ecologista” sembra rientrare sempre più in questo schema, da imporre alla società, con la promessa di una liberazione dalle sorti altrimenti catastrofiche dell’umanità.

Intanto, tutto può essere funzionale, al nuovo montante “statalismo ecologista”, persino la guerra tra le Forze alleate occidentali (NATO, USA, UE) e la Russia, sul campo dell’Ucraina. Un ottimo pretesto anche per la questione del “gas” (gli USA vogliono venderci il loro?), per le restrizioni economiche ed energetiche (tanto care all’ideologia ecologista) e la lievitazione delle bollette e dei prezzi (anche quelli che palesemente non c’entrano nulla con tale sempre più incandescente questione geopolitica). (leggi)

Non è poi difficile notare come molte politiche di “sinistra” (che cavalcano di tutto, anche ciò che farebbe rivoltare nella tomba i loro leaders e fondatori storici, pur di cercare di rimanere a galla!), sposino calorosamente anche tutte le rivendicazioni ecologiste, in una sorta di matrimonio verde-rosso. Del resto, nell’arcobaleno delle bandiere del pensiero unico occidentale ci sta ogni colore. (leggi)
Persino la Chiesa cattolica, o ancora sedicente tale, pare ormai prostrarsi più a queste bandiere che alla Croce!

Però, a proposito del rosso che è diventato verde, alla fine tutto risulta funzionale alla costruzione di un New World Order, sotto forma di un comunismo che diventa capitalista (come in Cina) o di un capitalismo che diventa socialista (come in Occidente), cioè come nuove forme di dittatura, col pretesto di sempre nuove “emergenze” (dopo quella sanitaria, ecco quella ambientalista-ecologista). Così comandano i padroni del mondo: il World Economic Forum (Davos), la Green Deal (Commissione UE), l’Agenda 2030 (ONU).
“Il catastrofismo è funzionale a un nuovo socialismo, che ha i tratti di una “religione civile” contraria alla vita e alla libertà, contro i ceti medi, le famiglie, lo stesso essere umano”. (leggi)

A proposito della nuova “pulzella” (così veniva chiamata S. Giovanna d’Arco) venuta dalla Svezia, sacerdotessa-simbolo dell’ecologismo mondiale, cioè Greta Thunberg, alla cui presenza si sono inchinati i grandi del mondo (tranne qualche lodevole eccezione) … 
Ormai cresciuta, non riesce più a celare la sua anima “woke” (espressione americana nata dalle battaglie Black Lives Matter e assurta a bandiera delle nuove militanze ideologiche internazionali) e il suo spirito di radicale opposizione al capitalismo mondiale. Pochi mesi fa, a Londra, ha apertamente dichiarato che “è l’ora di abbattere il sistema capitalistico definito dal colonialismo, dall’imperialismo, dall’oppressione e dal genocidio”!
Peccato che la “candida” fanciulla fu promossa alla ribalta internazionale dai guru del più spudorato mondo capitalista. Nel 2019 ha navigato sull’Oceano Atlantico verso News York, sotto lo sguardo ammirato dell’universo ambientalista (perché gli aerei inquinano!),  sul catamarano di lusso Malizia II di Pierre Casiraghi, sponsorizzata da Rolex, Credit Suisse, Hermès, Lvmh (gruppo di lusso) e BMW. È stata sostenuta da We Don’t Have Time (strumento di pressione pubblica internazionale) di Gustav Stenbeck (la cui famiglia controlla Kinnewik, una delle più grandi ‘corporations’ svedesi).
Tale suo ecologismo (a nozze con un nuovo capitalismo-woke) è sostenuto, a suon di miliardi di $, da parte ad esempio della Nike [la multinazionale che si è schierata contro Trump ma che si serve della manodopera sottocosto della Cina (compreso quella, per la produzione di scarpe, degli uiguri condannati ai lavori forzati!)], o dell’American Airlines (ma gli aerei non erano inquinanti?), per non parlare della sempre potentissima Coca-Cola. (vedi)


Questo delirio ambientalista, che si nutre di catastrofismi ideologici e vuol perseguire a tutti i costi l’onnicomprensiva transizione “verde”, se trova ampi megafoni nei consessi internazionali, sembra albergare specialmente nella UE. Ultimamente persino la Germania, locomotiva d’Europa, pare abbia ceduto: abolirà il nucleare per affidarsi unicamente alle energie “rinnovabili”. Per molti, un “suicidio ecologista” che stritolerà il Paese e trascinerà nell’abisso l’intera UE. (leggi)
Questo suicida delirio ecologista, dopo essersi abbattuto anche sul settore auto sta ora per abbattersi anche sulle nostre case!
Il 14.03.2023 il Parlamento UE ha già votato una “bozza” di legge secondo la quale tutti gli edifici dovranno essere in classe energetica E entro il 2030, in classe D entro il 2033, per poi raggiungere la neutralità assoluta delle emissioni entro il 2050. Se tali scadenze sono già ideologiche e comunque troppo ravvicinate per gli immobili privati, per gli edifici pubblici sono ancora più strette (rispettivamente il 2027 e il 2030). In Italia, si calcola, devono essere “riqualificati” circa 10 milioni di edifici!
Se già la questione della “conversione forzata” alle auto elettriche (la UE vorrebbe imporre l’abolizione della auto a benzina e diesel entro i 2035, leggi) può risultare fattibile per certe Nazioni (ad es. la Norvegia) ma costituirebbe un vero e proprio suicidio per altre, in primis l’Italia (v. Nota sotto), pure la riqualificazione energetica delle case costituirebbe per l’Italia, che possiede una grande percentuale di edifici in paesi storici addirittura di origine medievale, un vero suicidio economico, in un settore dove tradizionalmente gli Italiani fanno confluire i propri risparmi (ponendosi in questo senso tra i più virtuosi del mondo). (leggi)
Siamo già di fronte all’abolizione della “proprietà privata”, auspicata dai grandi centri di potere mondiali?

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Ancora una Nota sulle auto elettriche

Sull’ideologia “ecologista” che investe anche la questione delle auto elettriche, che ormai condiziona pesantemente non solo l’opinione pubblica ma la stessa produzione delle case automobilistiche, abbiamo già brevemente trattato nella II Parte del Documento sull’Ecologismo (vedi)

Abbiamo sopra accennato che l’uso e persino l’obbligo delle auto elettriche potrebbe avere un senso per certe nazioni come la Norvegia, che pur non fa parte della UE e gode comunque di ampli giacimenti petroliferi. Ha infatti già un preponderante parco di auto elettriche, sostenuto da ampi privilegi statali quali parcheggi e pedaggi gratuiti. Quando parliamo però dell’Italia, stiamo parlando di un Paese con 40 milioni di vetture e con scarse risorse energetiche proprie, anche per produrre energia elettrica! Il passaggio forzato all’elettrico per le auto circolanti in Italia sarebbe appunto insostenibile ed un vero suicidio economico!

Pur rimanendo in uno sguardo unilaterale ecologista, si capisce però che l’ideologia nasconde comunque dei dati, riguardo all’auto elettrica, che interessano gravemente l’inquinamento e l’ambiente, oltre e censurare pesanti questioni economiche, energetiche e di politica internazionale!

Dobbiamo infatti considerare cosa significhi, anche in termini di inquinamento, la produzione così imponente di grandi “batterie elettriche” per auto, così come lo stoccaggio di quelle usate (rifiuti come sappiamo pericolosi e di non facile smistamento; tanto da richiedere raccolte particolari anche per le semplice piccole pile ad uso domiciliare!), tenendo presente che un’auto elettrica ne ha molte e che non durano quanto la vita dell’auto stessa, quindi vanno cambiate anche in itinere.
Circa la produzione di tali batterie (soprattutto per auto elettriche, ma anche cicli e  monopattini elettrici, che peraltro hanno già pesantemente invaso le nostre città), non si dimentichi che occorre litio, cobalto, grafite sferica, … materiale non proprio innocuo e che si possa trovare ovunque! Guarda caso: la Cina controlla il 51% della produzione mondiale del litio, il 62% del cobalto chimico (v. sotto i baby-schiavi dei cinesi in Congo) e il 100% della grafite sferica!
Inoltre, quanta energia elettrica occorre per ricaricare tali batterie? Tanta quanta ad esempio l’Italia non ne dispone (oltre al fatto che per produrla, avendo rinunciato anche al nucleare, occorrono migliaia e migliaia di tonnellate di petrolio, metano o carbone, totalmente da importare e fortemente inquinanti), se tutti usassero esclusivamente l’auto elettrica.
Addirittura produce inquinamento elettromagnetico anche l’azione di ricarica (ad esempio nel box di casa; tra l’altro con contratti energetici domestici tutti da rimodulare e ampliare).
Dove poi smaltire appunto le batterie elettriche e le stesse auto elettriche? Un problema enorme, proprio per l’ambiente; perché occorrono appositi “cimiteri” d’auto altamente inquinanti! 
E anche qui l’ideologia ecologista crolla di fronte alla realtà!

Sull’inquinamento prodotto dalle auto elettriche (anche se nulla ovviamente esce dal tubo di scappamento) si vedano alcuni studi (leggi) (leggi), tra cui quello di ADEME [French Environment and Energy Management Agency, Agence de la transition écologique, operante in Francia dal 1991), di cui riportiamo qualche breve dato:

Già nella produzione l’auto elettrica è più inquinante di quella a motore termico, principalmente a causa della sua batteria (che richiede appunto metalli la cui estrazione è particolarmente inquinante).
Esempio (francese): batteria di Renault Zoe. Per produrla ci vogliono kg. 7 di litio, kg. 11 chili di cobalto, kg. 11 chili di manganese, kg. 34 chili di nichel. [Si tenga presente che gli stessi metalli (rari!) sono necessari pure per le turbine eoliche e il fotovoltaico, tanto celebrati!].
I Paesi che posseggono tali metalli sono pochi e il monopolio è in genere in mano a Paesi come la Cina. Difficile pensare la sostituibilità dal petrolio (e la dipendenza dai Paesi che lo posseggono ed estraggono) con quella di questi metalli (e dai Paesi che li posseggono).
Inoltre, un veicolo elettrico richiede molto più rame di un veicolo a motore termico. Già a livello di fabbisogno attuale, tra 20 anni sarà esaurito quasi il rame disponibile sulla Terra”.
Tale maggiore inquinamento iniziale, sempre per l’auto indicata, può essere pareggiato solo dopo 40/50.000 km., ma a patto che l’energia elettrica (per ricaricare le batterie) sia prodotta anche con centrali  a bassa emissione di gas ad effetto serra, come quelle nucleari (che la Francia possiede)
Tale stima riguarda solo l’uso di batterie < 60 kWh (ad es. Peugeot 208e, con autonomia di circa 400 km).
Dunque, è impossibile sostituire il parco macchine attuale (a motore termico) con quello di auto elettriche! L’auto elettrica può integrare le auto a motore termico solo per piccoli spostamenti quotidiani.

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A proposito dell’Italia, raggiunta anch’essa dalla CO2-fobia di questo ecologismo occidentale, secondo i dati forniti dallo stesso Global Carbon Project, esso è un Paese particolarmente virtuoso: se nel mondo le emissioni di CO2 sono salite del 15% in 15 anni e la UE ne emette l’8% di quella presente in atmosfera, l’Italia ne emette solo l’1% e negli ultimi 15 anni è addirittura diminuita del 30%.
La Cina, invece, ne emette il 28% e negli ultimi 15 anni è aumentata del 40%. [vedi Il Timone, n. 226 (Marzo 2023), p. 50] 


Nella “follia suicida” dell’Occidente, che rinnega la propria storia, identità, cultura e religione, autocondannandosi come causa di tutti i mali del mondo e della storia, anche l’ecologismo gioca un ruolo di primo piano, in alleanza con un perseverante “Terzomondismo” che continua a vedere in modo idilliaco le popolazioni indigene dell’Africa e dell’America latina (vedi documento), rovinate solo dal vecchio e nuovo “colonialismo” dell’Occidente, dimenticando che ancora oggi tali popolazioni, quando sono lasciate a se stesse, non solo non progrediscono economicamente ma si eliminano a vicenda con apocalittici eccidi (pensiamo a quelli ancora recenti dell’Africa centrale!), certo foraggiati pure da sporchi interessi economici e militari dell’Occidente.
Rientra in quest’ottica anche il catastrofismo ecologista e l’ideologia ambientalista che domina, con particolare incidenza della UE, gli augusti consessi mondiali impegnati sul tema. Si veda in proposito anche l’ultima Conferenza internazionale sul clima (Cop27: Sharm-el-Sheikh, novembre 2022), che si è conclusa con un accordo solo economico che impegna i Paesi occidentali a pagare dal 2030 un enorme risarcimento “ambientalista” ai Paesi del terzo Mondo.
Un’altra ipoteca sul futuro del mondo? (leggi)

L’alleanza ideologica tra “catastrofismo ecologista” e “terzomondismo” occidentale è emerso anche dall’ultimo Rapporto (2022) dell’UNDRR [Ufficio ONU per la riduzione del rischio di catastrofi; creato nel 1999 per garantire l’attuazione della “Strategia internazionale per la riduzione dei disastri” (Strategy for Disaster Reduction)], colmo di errori statistici (sottolineati persino dall’ambientalista Lomborg), conditi di pregiudizi catastrofisti e culminante in incerte se non farneticanti previsioni apocalittiche. Secondo tale documento, che ruota attorno al presunto “riscaldamento globale” antropico, cioè causato dall’uomo (cosa smentita dalla scienza e dalla storia, vedi nostro documento, parte 4), il colpevole di tale suicidio prossimo venturo sarebbe l’Occidente e vittima ne sarebbe soprattutto l’Africa. (leggi)


Come tutte le ideologie, anche l’ecologismo, quando è smentito dai fatti, è la realtà a sbagliare e ad essere censurata!

Perfino a proposito dell’Africa, che pur gode di immensi territori vergini che si estendono quanto certe Nazioni occidentali e scarsamente abitati, sarebbe interessante notare come a procurare danni all’ambiente siano proprio molti governi locali (v. ad es. Congo, Uganda, Tanzania…). (leggi)
Dovrebbe poi essere noto che anche in Africa la Cina – il Paese più inquinato e inquinante del mondo! (ma il suo potere mondiale e gli interessi economici anche dell’Occidente non permettono di parlarne, come dei diritti umani più elementari calpestati da quel governo comunista) – non solo sta da tempo attuando una potente colonizzazione economica, ma una vera e propria forma di schiavitù, persino dei bambini!
Ad esempio nel Congo la Cina estrae il cobalto chimico (materia non proprio innocua, di cui la Cina ne estrae e lavora il 62% di quello mondiale), necessario per produrre le batterie elettriche (e quindi le auto elettriche, cicli e monopattini elettrici, ecc. tanto cari e promossi dall’ecologismo mondiale e nostrano), ma per farlo sfrutta anche il lavoro di 40.000 bambini, ridotti in un vero e proprio stato di schiavitù! (leggi)



Che l’ecologismo stia diventando non solo un’ideologia pericolosa e persino un fenomeno religioso neo-pagano (v. poi) ma una subdola “dittatura” (peraltro globale), sulla scorta di quelle presunte “emergenze” che permettono persino la soppressione dei più elementari diritti democratici (come abbiamo visto per il Covid-19), ne è prova il fatto che si sta pericolosamente scivolando verso la proibizione di qualsiasi dissenso, persino riesumando denominazioni di atroci memorie storiche e belliche, quali la parola “negazionismo”! (Nell’emergenza sanitaria abbiamo sentito riecheggiare anche la parola “coprifuoco”). Dovrebbe profondamente allarmare l’uso indiscriminato di questa parola (negazionismo) – storicamente ascritta a chiunque negasse lo sterminio patito dagli ebrei sotto il nazismo! – per indicare chiunque osi anche solo porre dubbi, domande e sollevare razionali questioni su certi slogan e luoghi comuni ammessi ed imposti socialmente, mediaticamente,  politicamente e persino economicamente.
Così, dopo che l’UNESCO aveva recentemente ventilata l’ipotesi di considerare “reato” qualsiasi “negazionismo” climatico, cioè le multe, le manette e persino il carcere per chiunque dissenta sui nuovi “dogmi” ecologisti, ora anche in Italia si sono mossi in tal senso già un docente universitario (Luiss) e persino un leader politico (dell’area Verdi/Sinistra) (leggi) (leggi)

A proposito di controllo e censure delle idee, persino in campo economico, cominciano a muoversi in tal senso anche le banche , giungendo persino a chiudere i conti correnti dei dissidenti. Lo avevamo già visto in Canada, quando il premier Trudeau non ci ha pensato due volte a far chiudere i conti correnti bancari ai poveri camionisti che protestavano per le limitazioni Covid; ora anche il caso Farage, a Londra, pare stia lì a dimostrarlo. (leggi)
Avevamo del resto già parlato delle Carte di credito a “credenza ecologica” (leggi)



Eppure persino molti autorevoli scienziati e documentati studi scientifici stanno lì a smentire razionalmente molti dogmi ecologisti …
 
La scienza contro l’ecologismo
Nel nostro documento sull’ecologismo (vedi), abbiamo mostrato come certi appositi “allarmismi”, dalla “sovrappopolazione” al “riscaldamento globale”, dal “buco dell’ozono” alla CO2-fobia, e certi nuovi miti, come l’auto-elettrica, siano fondamentalmente colossali menzogne, smentite dagli stessi scienziati.

Già oltre 30 anni fa fece scalpore l’Appello di Heidelberg, sottoscritto, in concomitanza con la Conferenza ONU (“Vertice sulla Terra”) di Rio de Janeiro del 1992, da circa 4.000 scienziati (fra i quali 72 Premi Nobel) di 106 Paesi, che smentiva il catastrofismo ecologista a causa dell’uomo e del progresso economico e industriale [cfr. V. Messori, Le cose della vita, Paoline, 1995, pp. 294/297]
Anche il prof. Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica 1984, smentì categoricamente che ci sia qualcosa di scientifico in quell’allarmismo ecologista che vede nell’attività umana (causa antropica) e soprattutto nella CO2 la causa del riscaldamento del clima e di ciò che di tragico se non di apocalittico ne conseguirebbe. Essendo “Senatore a vita” dal 2013, si veda in proposito il suo intervento al Senato il 2.01.2016 (video) (cfr. News, 28.06.2019).
Ancora nel 2019 c’è stata poi una decisa presa di posizione di 92 autorevoli scienziati italiani (geologi, geofisici, astrofisici, ecc.) contro il “catastrofismo climatico” di questo ecologismo ideologico, mediante un documento inviato addirittura come “Petizione” alle massime autorità dello Stato italiano, perché non soccombano a queste menzogne ecologiste sul clima e sull’ambiente (qui il testo, con l’elenco dei firmatari).


Lo scorso anno (2022) numerosi scienziati italiani, a fronte dell’ecologismo catastrofista imperante anche al World Economic Forum di Davos (che ha dato ampio spazio a Greta Thunberg, ma ha censurato chiunque non si prostri alla nuova parola d’ordine “emergenza”!) e dell’appoggio avuto dall’allarmista “Lettera aperta” di Repubblica, hanno presentato una “Petizione Italiana sul Clima”, per richiamare gli stessi colleghi scienziati a non cedere a queste pressioni politiche catastrofiste, ma a confrontarsi con obiettività su un terreno esclusivamente scientifico. (leggi)

Anche quest’anno un gruppo di scienziati italiani ha presentato una petizione al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché se ne faccia portavoce, nelle opportune Sedi europee, contro quel catastrofismo ecologista imperante nella UE e che vorrebbe imporre ai Paesi-membro politiche restrittive da vero e proprio suicidio economico! (leggi)

Del resto, anche tra gli “ambientalisti” più ferocemente impegnati in questa nuova militanza ideologica e politica, cominciamo ad avere persino degli illustri “pentiti”. Come il caso del giornalista USA Michael Shellenberger, un vero e proprio “guru” del più spietato ambientalismo ecologista, che ha chiesto pubblicamente scusa per le solenni menzogne ecologiste da lui stesso propagandate in tutto il mondo. (leggi)




Nuova (ancestrale) religione

Che l’ecologismo rappresenti non solo un’ideologia (le ideologie nascono anche da esigenze giuste, ma poi diventano idee impazzite, come le modernità ampiamente dimostra vedi) e una montante pericolosa dittatura ma una vera e propria forma di ancestrale religione neo-pagana (un panteismo filosofico che diventa religione, ritorno all’adorazione della Dea Natura, cui sacrificare persino l’uomo, “cancro del pianeta”) ne avevamo parlato nel nostro documento (vedi).

C’è chi vede uno sfondo religioso, oltre che ideologico, anche in certe forme estreme di militanza ecologista, che arriva a bloccare strade, imbrattare opere d’arte e sacrificarsi (persino con suicidi) per questo nuovo ideale di stampo “neo-millenarista”. (leggi)

Però, al di là di queste forme estreme e isteriche, l’ecologismo imperante, sospinto dai grandi poteri occidentali, pare abbia abbondantemente raggiunto anche gli ambienti cristiani e persino la Chiesa cattolica, fin nei suoi vertici!
Ne abbiamo prova inconfutabile persino in autorevoli richiami episcopali (card. Zuppi: occorre una “conversione ecologica!”), dove tramontano vecchi comandamenti divini e sorgono nuovi comandamenti ecologisti (compreso il dovere morale della “raccolta differenziata”), nei riti pagani (satanico-panteisti) tenuti in Vaticano (vedivedi), fino ai documenti magisteriali (vedi Enciclica Laudato sii), dove i dogmi dei cambiamenti climatici sono assunti acriticamente come dati reali, inequivocabili e moralmente vincolanti.

Comunque, negli ultimi giorni abbiamo pure visto (ovviamente in Germania, sempre all’avanguardia!) un rito cattolico-luterano (un tocco di ecumenismo non guasta mai) di “Requiem” per un ghiacciaio alpino che si sta inesorabilmente esaurendo! (leggi) (leggi)