Le religioni sono tutte uguali? Perché la religione ebraica è già un caso particolare? Perché il cristianesimo non è solo una religione?

Questione 3 – Le Religioni


Le religioni sono tutte uguali? 

Perché la religione ebraica è già un caso particolare?

Perché il cristianesimo non è solo una religione?

Religioni e Rivelazione di Dio

La religione ebraica

L’uomo, fin dall’inizio, non si è limitato a intuire o sapere che Dio esiste, come Causa prima di tutte le cose e come significato globale della propria esistenza, ma ha cercato di entrare in rapporto con Lui, Lo ha adorato, pregato, ringraziato, obbedito. Questa è la radice di ogni religione.

Quasi sicuramente anche l’etimologia di “religione” indica il desiderio di questo “legame” (re-ligo) con Dio.

La questione di Dio non è infatti mai stata semplicemente una questione “da sapere”, ma “da vivere”. 
Possiamo poi osservare come l’uomo sia naturalmente religioso, poiché questo desiderio di Dio, totalmente assente negli animali, è invece presente nell’uomo fin dal suo apparire sulla terra ed è universale: lo troviamo infatti in ogni tempo ed in ogni luogo. Non è infatti mai esistita una civiltà atea. 
Questo “desiderio di Dio” nasce dalla più profonda interiorità dell’uomo (coscienza); ma il rapporto con Lui, che si esprime nella religione, non è mai solo una questione interiore, perché investe tutta la vita, sia personale che sociale. Possiamo infatti osservare come un’intera civiltà (morale, rapporti sociali, usi, costumi, arte, ritmo del tempo, feste, ecc.) sia plasmata dalla propria religione. 
Questo ci fa capire come la religione, contrariamente a dove il laicismo contemporaneo (ad esempio nelle società europee) vorrebbe relegarla, non sia mai stata considerata un fattore solo privato, di coscienza, secondario o accessorio della vita, della società e di un’intera civiltà, ma determinante. Potremmo infatti dire che così come l’uomo conosce (o non conosce) Dio, di conseguenza conosce se stesso e struttura di conseguenza la propria vita, personale, familiare e sociale.

Questo è il motivo per cui, per conoscere davvero l’identità di un popolo, la struttura portante di una civiltà, occorre conoscere la sua religione; ed ecco perché ad esempio in Italia e in Europa gli studenti dovrebbero studiare il cristianesimo anche a suola, perfino se non fossero cristiani.

Dobbiamo quindi domandarci cosa sia una religione e perché tanto incida nella vita personale e sociale. 

Cerchiamo poi di rispondere brevemente alla domanda su come mai ci siano però tante religioni, visto che anche razionalmente – come abbiamo osservato (2.7) – si capisce che Dio non possa che essere “uno”. 

Dentro un mondo ormai globalizzato – dove cioè i sistemi di comunicazione e di trasporto, così come i grandi flussi migratori, permettono un quotidiano rapporto con altre civiltà, culture e religioni – e fortemente condizionati dal dominante “relativismo” (così che, sotto il velo della “tolleranza”, si presuppone che non ci sia una verità e tutto sia solo opinione soggettiva), potrebbe insorgere l’errata impressione di una fondamentale uguaglianza o equivalenza di tutte le religioni. Allo stesso modo, il doveroso rispetto per ogni religione, come per ogni cultura, non significa affatto impossibilità di formulare un giudizio obiettivo su di esse.

Non ci addentriamo qui in un’analisi delle diverse religioni, ma osserviamo in questa questione 3, ancora escludendo il cristianesimo (in quanto è un caso talmente a se stante ed originale da non poter quasi essere catalogato nella categoria delle “religioni”), che nella storia delle religioni c’è un’esperienza particolarissima e straordinaria, che è quella del popolo ebraico. In questo caso infatti siamo di fronte già ad una “pretesa” particolare: non solo di essere la religione vera – questa convinzione è ovviamente presente in ogni religione, altrimenti uno non la sceglierebbe, almeno là dove è possibile una scelta – ma di essere una Rivelazione di Dio stesso e non solo una ricerca o intuizione umana. Basterebbe pensare al caso davvero umanamente inspiegabile della Bibbia, anche già dal punto di vista letterario (è il testo più diffuso e che più ha inciso nella storia mondiale), ma soprattutto all’elevatezza dei suoi contenuti religiosi, della concezione di Dio, dell’uomo, del cosmo e della storia, che rimane totalmente inspiegabile, se considerata una sapienza di origine solo “umana”, tanto più in quanto emerge da un popolo che nell’antichità possedeva un livello di civiltà assai arretrato rispetto alle civiltà ad esso contemporanee.

La prima e più estesa parte della Bibbia, che i cristiani chiamano Antico Testamento, è tra l’altro accolta come “Rivelazione di Dio” non solo dagli ebrei, ma anche dai cristiani e dai musulmani. Il che vuol dire, tutt’oggi, dalla maggioranza assoluta della popolazione mondiale.