Ecco gli impressionanti dati dell’annuale relazione ministeriale (19.07.2013, dati per il  2011) sulla “procreazione assistita” in Italia – cioè sulla “produzione di esseri umani” al di fuori del rapporto sessuale – che pur la legge 40 ha posto entro certi limiti (ad esempio è vietata l’eterologa, cioè da parte di estranei alla coppia) e che molti vorrebbero far persino saltare: sono stati “prodotti” 154.404 embrioni, ma di questi solo 4.221 sono poi stati trasferiti in utero, mentre 14.577 sono tuttora nei “frigoriferi” dei vari laboratori d’Italia. In totale in Italia ci sono 18.798 embrioni crioconservati, cioè esseri umani (a tutti gli effetti, anche biologici) in azoto liquido. Molti di essi muoiono in fase di “scongelamento”. Delle decine di migliaia degli altri embrioni prodotti non se ne sa addirittura più nulla!

“Inizialmente la legge 40 prevedeva di produrre non più di 3 embrioni e che tutti dovessero essere trasferiti in utero. Purtroppo la Corte Costituzionale (sentenza 151\2009) ha annullato questo limite dei 3 embrioni consentendo il congelamento di quelli sovrabbondanti (cosiddetti soprannumerari) con la giustificazione che essi sono ‘una scorta’ qualora da un primo trasferimento nel seno materno non derivi la nascita sperata. In realtà la Corte ha subordinato la generazione soprannumeraria ad un giudizio medico sulla salute della donna e ha mantenuto il limite rigoroso che a tale metodica si possa ricorrere soltanto quando essa appaia «strettamente necessaria». Ma la breccia è stata aperta e purtroppo le brecce possono essere allargate”. “Che fare? Le decisioni della Consulta non possono essere mutate neppure dal legislatore, anche se, forse, una norma che precisasse meglio cosa significa «strettamente necessario» sarebbe utile. Una cosa, però, si può fare. Se la coscienza collettiva riconoscesse che il concepito è sempre un essere umano, che, come tale, non può essere oggetto di discriminazione; che è portatore di una dignità uguale a quella dei già nati, la breccia non verrebbe allargata, ma probabilmente ridotta. Ma la coscienza collettiva è condizionata da quella forma di razionalità sociale che è la legge. Ecco perché tanto insistiamo sulla necessità di riformare l’art. 1 del codice civile riconoscendo la capacità giuridica del concepito fin dal concepimento. Evidentemente non è stato sufficiente riconoscere la qualità di soggetto al concepito, come fa l’art. 1 della Legge 40. Ma ora la Corte di giustizia europea (18 ottobre 2011) ha riconosciuto il momento della fecondazione come quello di inizio dell’essere umano e ha chiamato embrione anche il concepito non impiantato. Ecco perché l’iniziativa dei cittadini europei ‘Uno di noi’ in pieno svolgimento ha un significato culturale e pratico di primo ordine. La tabella 3.55 della Relazione ministeriale ci dice che nel solo 2011 sono stati collocati sotto azoto liquido a 196 gradi sottozero – in una sorta di camera della morte – 14.577 esseri umani. Ciascuno di loro è ‘uno di noi’” (C. Casini, Presidente Movimento per la Vita).