Mentre il 4 novembre scorso la Camera ha approvato il ddl Zan contro l’omotransfobia (cfr. sotto la Notizia del 20.10.2020), che ora passa al Senato, decretando pure che il 17 maggio di ogni anno sarà “Giornata nazionale contro l’omofobia” (cfr. quanto detto nel documento sui Calendari laici, vedi) e stabilendo che ogni anno lo Stato darà 4 milioni di € ai centri contro tali discriminazioni sessuali e che ancora le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione in merito (!), il 12 novembre scorso la UE (Commissione dell’Unione europea), in violazione degli stessi Trattati europei (ingiustificata invadenza di campo in settori di competenza nazionale), ha manifestato la propria volontà di stabilire che l’omofobia sia “reato europeo”, che le nozze tra omosessuali e l’omo-genitorialità siano riconosciute in tutti gli Stati membri, che le scuole insegnino a superare gli “stereotipi di genere” (maschio/femmina), che si finanzino iniziative Lgbt e persino che una parte del cosiddetto Recovery Fund (istituito per far fronte all’attuale “emergenza sanitaria”) sia utilizzato per tali attività, con tanto di blocco dei finanziamenti agli Stati che non si adeguano.

Un tempo era la Chiesa che insegnava allo Stato quelli che sono i principi morali fondamentali (dati da Dio e riconoscibili anche dalla ragione) da garantire anche socialmente (vedi la Dottrina sociale della Chiesa). Poi s’è iniziato a dire, in una falsa idea di “laicità” (“laicismo”), che ogni giudizio cattolico, anche se razionalmente fondato e quindi riconoscibile da tutti, sulle leggi dello Stato sarebbe un’inammissibile “ingerenza”. Quest’anno siamo arrivati a vedere, anche in Italia, uno Stato che decide persino della “liturgia” della Chiesa (cosa si può o non si può fare coi Sacramenti)! 
Ora abbiamo infine l’ideologia Lgbt che non solo vuole zittire la Parola di Dio (proclamare ad es. S. Paolo in Rm 1,24-32 rischia di diventare reato!), ma vuole pure insegnare ai Parroci cosa debbano fare, addirittura nei Sacramenti (bisognerebbe cioè obbedire a loro e alle loro voglie invece che a Dio e al Codice di Diritto Canonico; sennò i giornali parlano sdegnati di “bufera”)!
È successo infatti in questi giorni che organizzazioni Lgbt abbiano furiosamente protestato perché un Parroco (di Reggio Emilia) non ha permesso, secondo appunto la legge di Dio e della Chiesa, ad una donna “lesbica”, pubblicamente convivente con altra donna, di fare da “madrina” (compito che richiede una testimonianza di vita cristiana, per esserne garante di altri di cui ci si assume questa responsabilità) alla Cresima di una ragazza! Addirittura l’Arcigay locale, nella sua isterica reazione, offende il parroco (e tutto il clero cattolico!) con queste parole: «un uomo che ha rinunciato alla propria sessualità impone la sua visione calpestando le vite altrui»!
Cristianofobia acuta e abolizione della stessa libertà religiosa!