La legge

Con 153 voti favorevoli, 143 contrari e 45 astenuti, il Senato francese ha ieri (4.02.2020) approvato la revisione della cosiddetta ‘legge sulla bioetica’, che estende la fecondazione artificiale (procreazione medicalmente assistita) a donne single e a coppie lesbiche.
La legge, fortemente voluta da Macron e dal suo Partito (La République En Marche), era già stata votata dalla Camera e vi tornerà ora, con la certezza di passare, avendo tale partito del Presidente la maggioranza.
Sono almeno stati eliminati gli articoli che avrebbero permesso la creazione di “embrioni transgenici” e di quelli “chimera” (cioè embrioni ibridi, composti di materiale umano e animale) e quello che permetteva di estendere la diagnosi preimpianto ai casi di aneuploidia (all’interno dei quali i più frequenti riguardano la Trisomia 21, la Sindrome di Down).
Rimane invece l’abominio del “bébé médicament” (bambino medicinale): si tratta della creazione di un bambino in laboratorio allo scopo di guarirne un altro! Nel caso cioè in cui una coppia abbia già un figlio affetto da grave malattia genetica, può permettere la fecondazione in vitro di un embrione (un figlio) che dovrà essere sottoposto ad una duplice diagnosi preimpianto: si dovrà cioè verificare l’assenza della malattia genetica di cui soffre il fratello e l’immunocompatibilità; in altri termini, lo scopo è quello di prelevare del sangue dal cordone ombelicale da questo nuovo embrione per poter guarire l’altro figlio, cioè il fratello più grande.
La legge prevede poi l’estensione della conservazione degli embrioni fino a 21 giorni, al fine di effettuare ricerche sulla gastrulazione, la creazione di modelli embrionali, la fabbricazione di gameti artificiali.
Il Senato ha respinto la proposta del governo di poter parlare di bambini nati da due donne (?!), cioè la donna che l’ha portato in grembo e la compagna, ma tale compagna potrà essere riconosciuta come “madre” mediante adozione. Quindi il bambino risulterà comunque, anche anagraficamente, con due madri e senza un padre!
Il padre (cioè il donatore degli spermatozoi) dovrà fornire i propri dati identificativi, che verranno conservati al Consiglio nazionale per l’accesso alle origini personali (Cnaop); ma il figlio potrà sapere chi è il padre solo quando sarà maggiorenne e solo se il padre lo consentirà.
Per il momento in Francia non è ancora permessa la “maternità surrogata” (Gestation pour autrui, cioè l’utero in affitto) e rimane pure ufficialmente proibita la trascrizione all’anagrafe dei bambini nati all’estero da queste gestanti, però è comunque autorizzata la trascrizione delle sentenze d’adozione.

Il popolo in piazza contro la legge
Contro questa legge, il 19.01.2020 erano già scese in piazza a Parigi decine di migliaia di persone! Tale enorme manifestazione contro la «provetta per tutte» ha visto anche la partecipazione di 22 associazioni, riunite nel collettivo «Marchons Enfants!», tra cui Manif pour tous, il movimento che portò in piazza milioni di persone contro il matrimonio per tutti, cioè la legge che permette i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Anche in questo caso, però, il popolo è stato silenziato dalla stampa e non ascoltato dalla politica.

Il Presidente
Emmanuel Macron, il 25° Presidente della Repubblica francese, emerso nel 2017 in pochi giorni dal cilindro delle banche (e lui stesso banchiere), con un partito inventato ‘ad personam’ in pochi giorni (En Marche), e il cui consenso popolare è ormai sceso al 25%, ha fortemente voluto questa legge, giungendo ad affermare in proposito che «un padre non è necessariamente un uomo»!!
Con questi ‘salti mortali’ del linguaggio si vuol dire che secondo questa legge un bambino, nato dalla Pma e dato a una o due donne, non sarà senza un padre, ma che «suo padre sarà una donna»!
Mamma e papà, nel senso di maschio e femmina, sono insomma “categorie” superate: infatti oggi «i modelli familiari sono cambiati» e tali bambini «non hanno problemi rispetto ai quelli cresciuti in situazioni familiari più tradizionali», ha dichiarato il Ministro della Salute francese Agnès Buzyn.
Non importa se persino la scienza dice invece il contrario (v. News del 26.01.2020, appena sotto).

I Vescovi
Fa onore, anche se evangelicamente doveroso, che i Vescovi francesi abbiamo preso chiara e dura posizione contro questa legge. A cominciare dall’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, peraltro grande esperto di bioetica e lui stesso medico. Mosso da una rovente citazione evangelica («Se restiamo in silenzio, grideranno le pietre», Lc 19, 40), con una dichiarazione ufficiale (17.01.2020) in chiara opposizione al Presidente Macron, l’Arcivescovo di Parigi ha affermato anzitutto che «il bambino è un dono da ricevere e non un dono da fabbricare» e che «nessun essere umano è un oggetto, nessun figlio è una cosa». Sottolinea poi come incomprensibile e paradossale che la tanto sbandierata attenzione ecologica rispetto al pianeta diventi così cieca quando si tratta dell’uomo!
Interessante poi che mons. Aupetit, in una sua pubblicazione appena uscita (Salvator, 2020) si rifaccia addirittura alla tanto contestata enciclica di Paolo VI Humanae Vitae (1968), sottolineando come tale documento fosse stato profetico nel prefigurare dove avrebbe progressivamente portato la mentalità contraccettiva del “fare” un figlio a piacimento. Oggi possiamo dire: fino a tale fabbricazione innaturale del figlio, come un diritto per tutti, a piacimento! Si può dire fino a questa legge della “provetta per tutti”.
Questo è il motivo, ricorda Aupetit, per cui «anche nella scienza usiamo la parola “riproduzione” per gli animali ma “procreazione” nell’uomo, vale a dire la partecipazione a un atto che la precede. L’uomo e la donna entrano volontariamente in un progetto di accoglienza della vita che è dono di Dio». E, citando san Giovanni Paolo II: «Non sono gli [esseri] umani che si uniscono tra loro, è Dio che li dà reciprocamente».

Il vescovo di Bayonne Marc Aillet qualche mese fa aveva sottolineato come la Francia, «sotto la pressione di lobby minoritarie, è stata posta su un piano inclinato: la procreazione medicalmente assistita per tutti (PMA), che possiamo chiamare la “PMA senza padre”, farà passare anche alla legalizzazione gestazione per altri (GPA), così come si è passati dai PCAS al matrimonio per tutti, e dal matrimonio per tutti alla PMA, nonostante molte dichiarazioni di principio ingannevoli».

Il 13.01.2020 anche l’intera Conferenza Episcopale Francese ha preso una posizione comune contro questa legge. Oltre alle problematiche legate alla PMA «senza padre» e i diritti del bambino, c’è anche il dramma dell’estensione delle indagini prenatali, fino a giungere ad una sorta di eugenetica.
Questa legge, muovendosi da un principio già moralmente illecito (la procreazione assistita), estende poi il desiderio (che diventa diritto) di genitorialità a chiunque, ad una singola donna come ad una coppia lesbica. Basta poi una semplice dichiarazione davanti ad un notaio, per dichiararsi madri, anche senza aver vissuto la gestazione e neppure aver donato gli ovuli. Insomma, uno stravolgimento non solo della natura ma dell’istituto familiare tramite l’abbattimento della figura paterna. Inoltre l’estensione della diagnosi pre-impianto permessa dalla legge apre la strada a una tale selezione di bambini in gestazione da costituire una vera e propria «eugenetica liberale».