Sembra che in Occidente ci sia tanta attenzione nei confronti dei bambini, da oscurare persino i loro volti nelle fotografie pubbliche e giustamente inorridire per ogni attentato alla loro vita, salute, moralità, purezza.
In realtà non è proprio così. Basti pensare cosa ormai si insegni loro nelle scuole, fin dalle più tenere età. Per non parlare di cosa possono vedere in TV o su internet.
Si è giunti persino al presunto “diritto al figlio” e alla sua produzione in laboratorio, quasi fosse un oggetto, fino a dimenticare i “diritti del figlio”!
Nella Notizia del 25.05.2020 avevamo già parlato di “produzione di bambini”, anche per italiani, ad esempio in Ucraina, che in molti casi sono rimasti tra l’altro mesi in “deposito” a motivo del lockdown.
Ebbene, ogni anno si tiene nientemeno che a Bruxelles (quest’anno solo on-line, a motivo della pandemia, il 7-8 novembre), la “Fiera del Bimbo”! No, non si tratta di un parco giochi per bambini… ma proprio di un supermercato chiamato Men Having Babies, per ricchi maschi gay che programmano figli “surrogati” sfogliando cataloghi, anche di donne che forniscono uteri in affitto. I prezzi del “prodotto” (bambino!) variano tra i 90 e i 150.000 $ (a seconda del sesso, della qualità di sperma, se non fornito dagli interessati, e degli ovuli, salute e nazionalità della madre gestante o naturale) e comprendono servizi, oltre alla madre surrogata, quali fornitura di ovuli e di sperma (se non fornito), assistenza legale e perfino accompagnamento psicologico, laddove richiesto. Si tratta di una surreale (ma purtroppo realissima) mostra-mercato che si tiene ogni anno nella capitale belga, con grande partecipazione di uomini interessati.
Non è neppure un caso isolato. In estate c’è stata una “fiera” analoga a Taipei (Taiwan), frequentata da ricchi gay occidentali, mentre nell’ottobre scorso ce n’è stata una in Francia e il 2-3 dicembre ce ne sarà una a Tel Aviv (Israele). In tali “fiere” non solo si possono consultare cataloghi e fare acquisti, ma anche ascoltare conferenze di titolari di cliniche e medici specializzati, di esperti finanziari, psicologi, testimonials di ogni genere provenienti da ogni paese del mondo (specialmente USA e Canada).
 

… o da uccidere!

Abbiamo anche già visto (cfr. sotto News del 6.09.2020) come “nel migliore interesse”, cioè per il suo bene, si giunga con disinvoltura anche alla soppressione di un ragazzino, se le condizioni della sua vita non si reputano consoni ad un’idea di felicità o di dignità di vita propria dei giudici.
Come sappiamo, l’Olanda, da alcuni decenni all’avanguardia nella deriva nichilista, ha conosciuto in poco tempo una progressiva e dirompente “apertura” all’eutanasia.
All’inizio degli anni ’80, l’eutanasia era considerata accettabile nella fase terminale di una malattia somatica. Più tardi anche prima della fase terminale. Negli anni ’90 l’eutanasia è stata applicata anche in casi di disturbi psichiatrici o di demenza.
Circa i bambini …
Prima della nascita, la soppressione (aborto) del feto può avvenire fino a 24 settimane dal concepimento (cioè fino a quando può vivere anche fuori dal grembo materno). Anche nel primo anno di vita il neonato può essere “accompagnato alla morte”(!), se gravemente disabile.
Finora il medico poteva “assecondare o produrre” il suicidio-omicidio dei minori, verificata l’assenza di prospettive di guarigione e la sofferenza dichiarata insopportabile (che però può invece essere trattata con cure palliative), solo dopo i 12 anni: dai 12 ai 16 anni col consenso dei genitori e dai 16 ai 18 anni solo “consultando” i genitori (ma arrivare alla decisione anche senza il loro consenso).
Ebbene, il 13 ottobre scorso la corsa della “cultura della morte” ha fatto in Olanda un ulteriore passo: l’eutanasia sarà possibile anche al di sotto dei 12 anni.
In merito a tale legge, grazie a Dio, c’è stato un pubblico e duro intervento contrario del Card. W. J. Eijk, Arcivescovo di Utrecht, tra l’altro laureato in Medicina e chirurgia, con titoli accademici anche in Bioetica e pure Referente per l’etica medica per la Conferenza Episcopale Olandese.