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Il matrimonio cristiano (sacramento) dura fino alla morte. Quello civile, anche in Italia, può durare ora anche solo 6 mesi. Ma adesso c’è una novità nel laicismo. Ci si può sposare anche con un morto (specie se era gay). Dunque un matrimonio con un’anima dell’Aldilà!? È accaduto in Francia.
Oggi (30.05.2017) infatti il defunto Xavier Jugelè, poliziotto parigino ucciso il 20 aprile da un attacco terroristico sugli Champs-Elysées, si è “sposato” con il compagno Etìenne Cardile, con cui già aveva stretto un Pacs. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco della capitale Anne Hidalgo, l’ex presidente François Hollande, il ministro dell’Interno Gérard Collomb ed altre autorità, tutte accorse presso il XIV arrondissement di Parigi per assistere alla cerimonia. Insomma momento di rilevanza istituzionale e di grande spessore.In effetti l’art. 171 del Codice civile francese prevede anche questo. C’è anche un organo del Ministero della Giustizia, il Dacs, che fornisce tutte le risposte in merito al matrimonio postumo, espressione tecnica di carattere giuridico. Ci sono formalità da espletare – come la presentazione di domanda scritta, il certificato di morte, etc. – e alcuni requisiti da soddisfare. Ci soffermiamo su due. Innanzitutto  occorre provare la volontà inequivocabile del de cuius di sposarsi. Sul sito del governo che spiega come sposare un cadavere vengono indicate le seguenti possibili prove: “documenti ufficiali (es. pubblicazioni matrimoniali), la redazione di un contratto di matrimonio, la prenotazione di una sala per la cerimonia, vari impegni presi (ristorante, fotografo, etc.), l’acquisto degli abiti, l’attestazione di aver partecipato ad un corso per fidanzati in vista di un matrimonio religioso, la testimonianza di genitori, delle famiglie, di amici, colleghi, etc.”. Secondo requisito: occorre produrre “prove che dimostrino l’esistenza di una ‘grave causa’, come la presenza di bambini (certificato di nascita o un certificato medico di gravidanza), la stabilità e l’anzianità della convivenza (comunicazioni del fisco, fatture, certificati di domicilio emessi dal municipio), o le circostanze della morte”.Nel caso del poliziotto Jugelè il grave motivo è stato l’attentato subito a Parigi. Quindi la volontà di “sposarsi” c’era, ma la morte improvvisa del giovane ha stroncato sul nascere questo proposito.
Raccolte tutte le prove, si è istruito un fascicolo, lo si è inviato al Procuratore generale della Corte di Appello e al Procuratore del Tribunale regionale perché convalidassero la richiesta. Alla fine l’ultima parola è spettata al Presidente della Repubblica, il quale tramite decreto ha autorizzato le nozze post mortem. E dato che in Francia il matrimonio è sia etero che omo, il fatto che siamo in presenza di una richiesta di “matrimonio” omosessuale dal punto di vista burocratico non fa problema alcuno. Eccoci quindi al “matrimonio omosessuale postumo”.
Il fatto, in pieno ossequio all’art. 171 del Codice Civile francese, confermerebbe dunque la possibilità di un “sì lo voglio” presunto (con tutte le conseguenze giuridiche prevedibili: legittime nei testamenti, pensioni di reversibilità, etc.) con un morto, considerato però di fatto ancora vivente e dotato persino di personalità giuridica!
Se la vicenda non riguardasse una persona morta, peraltro drammaticamente per mano di terroristi, e quindi di un’anima, che ora è già di fronte ad un tribunale non umano ma “divino”, verrebbe quasi da ironizzare ….
Sorgono infatti a questo punto ulteriori domande: se il coniuge superstite, magari stanco di essere sposato con una salma, potrebbe chiedere divorzio? e il defunto come potrebbe opporsi? anche in questo caso si dovrebbe provare la sua inequivocabile volontà di separarsi consensualmente oppure di adire alle vie legali. Come fare? Con una seduta spiritica? Seduta spiritica che potrebbe essere utile anche di tanto in tanto, per sondare la volontà del compianto di continuare a rimanere sposato con il vivente?
Curioso poi che l’ateo (scusate, si dice laïcité) Stato francese arrivi a certificare che esiste un Aldilà, riconoscendo addirittura soggettività giuridica alle anime dei trapassati!
Ma in fondo non è che un ulteriore segno dello Stato moderno, che credere proprio di essere Dio.