Il cristianesimo, e in particolare la Chiesa Cattolica, è la religione più perseguitata della storia e del presente. Solo nel XX secolo ci sono stati 40 milioni di martiri cristiani (di cui nessuno parla)!
Oggi (24 novembre) la Chiesa celebra i “martiri vietnamiti”, perché, proprio in questo giorno, molti di essi (117) furono uccisi “in odio alla fede”; e sono stati canonizzati da Giovanni Paolo II il 19.06.1988.
La fede cattolica era giunta nella regione del Tonchino, Annan e Cocincina (ora Vietnam) già nel XVI secolo, ad opera di intrepidi missionari europei. Dal 1625 al 1886, salvo brevi periodi di quiete, infuriò però a più riprese contro i cristiani-cattolici una violentissima persecuzione, con la quale gli imperatori e i “mandarini” misero in atto ogni genere di astuzie e di perfidie per stroncare gli inizi della vita della Chiesa in quelle terre. Il totale dei martiri, nel corso di quasi 3 secoli, ammonta a circa 130.000. Furono decapitati, crocifissi, strangolati, segati, squartati, sottoposti a inenarrabili torture nel carcere e nelle miniere. Ma la crudeltà dei carnefici non piegò l’invitta costanza dei confessori della fede. Erano sacerdoti (tra cui spicca la figura di Sant’Andrea Dung-Lac, ucciso nel 1839 e già beatificato nel 1900 da Leone XIII), seminaristi, catechisti, laici, cioè anche padri e madri di famiglia, soldati, contadini, artigiani, pescatori.
Nonostante questa grande persecuzione, che durò fin quasi tutto il XIX secolo, la Chiesa continuò a crescere. Nel 1933 fu eletto il primo vescovo vietnamita di nascita. Nel 1950, su una popolazione di circa 19 milioni di abitanti, c’erano circa 1.400.000 cristiani.
Con il ritiro definitivo della Francia dal Paese, dopo la sanguinosa guerra d’indipendenza, il Paese fu diviso in due parti: il nord sotto influenza comunista e il sud sotto l’influenza occidentale. Si verificò allora una fuga in massa dei cristiani verso il sud: si calcola che abbandonarono le loro case circa 800.000 profughi, in maggioranza cattolici. Emigrarono intere parrocchie e intere diocesi con i loro vescovi. Intanto al nord il regime comunista attuava il suo programma antireligioso e soprattutto anticristiano: tutti i missionari stranieri vennero espulsi, i seminari chiusi, le scuole nazionalizzate. Il culto fu ammesso solamente all’interno dell’associazione dei «Cattolici patriottici e amici della pace», un organismo “indipendente”, in realtà uno strumento creato dal governo – come sempre nei governi comunisti e  come tuttora in Cina – per avere il comando assoluto anche sulla Chiesa. La guerra tra il Sud e il Nord infuriò fino al 1976, quando tutto il paese venne riunificato sotto il dominio comunista. Nel Vietnam il comunismo causò 1,5 milioni di morti, provocando anche un immenso fenomeno di tentativo di fuga attraverso il mare di migliaia di persone, con semplici imbarcazioni (furono chiamati “boat people”; per salvare questi poveri disperati in mare si impegnò anche la Marina Militare italiana).E questo, come abbiamo ricordato (cfr. News del 7.11.2017), mentre nel ’68 e nella contestazione giovanile anche degli anni seguenti, migliaia di studenti del mondo occidentale e con particolare forza in Italia, sospinti e strumentalizzati dalla propaganda comunista, “lottarono” strenuamente (manifestazioni, scioperi, cortei, assemblee) per la “liberazione” del Vietnam dagli USA e inneggiando al “libretto rosso” della rivoluzione comunista di Mao, così che il regime comunista del nord, sostenuto dalla Cina di Mao, occupò anche il Vietnam del sud.I cristiani rimasti dovettero subire ancora terribili persecuzioni.
Però il sangue dei martiri, come diceva Tertulliano, è seme di nuovi cristiani.
La Chiesa cattolica del Vietnam, pur tra grandi sofferenze e persecuzioni, compreso l’esproprio di tutti i beni, non solo è rinata, ma è in continua crescita. Il numero delle vocazioni sacerdotali negli ultimi anni s’è addirittura raddoppiato.
La Chiesa vietnamita ha dato addirittura, nei decenni scorsi, un grande cardinale: François-Xavier Nguyễn Văn Thuận. Figura esemplare di cristiano e di sacerdote, fu eletto vescovo  (fu anche vescovo ausiliare di a Hô Chí Minh), ma fu arrestato dal regime comunista e dovette subire ben 13 anni di dura prigionia, di cui 9 in totale isolamento. Ma la Provvidenza divina ha comunque i suoi piani, che, quando trova anime docili all’azione dello Spirito, sempre si attuano, in modo meraviglioso. Tornato in libertà e al suo ministero episcopale, il Papa Giovanni Paolo II nel 1998 lo chiamò addirittura ad esercitare un grande compito nella Curia Romana, in qualità di  Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e lo creò cardinale nel 2001. Il card. Van Thuan è morto nel 2002; e nel 2010 si è aperta la sua causa di beatificazione.Esistono suoi libri pubblicati anche in italiano. Attualmente esiste anche un <Osservatorio Internazionale sulla Dottrina Sociale della Chiesa> che porta il suo nome (cfr.http://www.vanthuanobservatory.org/ita/home/). Autorevoli esponenti di tale Osservatorio “Van Thuan” tengono pure una trasmissione a Radio Maria (il 3° mercoledì del mese alle 21.00 – cfr. www.radiomaria.it) intitolata “Osservatorio sulla libertà religiosa”, dove si può ascoltare mensilmente una panoramica dell’attuale persecuzione anticattolica nel mondo.