In Francia si può “produrre” un figlio clandestinamente comodamente su internet, “affittando” una madre ‘surrogata’. I prezzi vanno da € 20.000 a € 40.000. Si può organizzare il tutto in 30’!
Ecco una richiesta: «Cerco madre surrogata. Offro € 200 per inseminazione, acconto di € 1.200 al quarto mese di gravidanza, saldo di € 18.600 dopo il parto».
Ed ecco l’offerta di una madre surrogata: «Madre di famiglia da sei anni, ho tre figli e non ne voglio altri, mio marito ha un contratto a tempo indeterminato. La tariffa è di € 40.000».
Negli USA “comprare” un bambino con l’utero in affitto costa invece molto di più: anche $ 170.000.
È quanto appare in un’indagine compiuta in Francia dalla stessa televisione nazionale France 2 e trasmessa qualche giorno fa. [fonte: Tempi (Leone Grotti), 14.02.2019]
Il giornalista s’è mosso semplicemente dalla ricerca su Google con «trova madri surrogate»; ed è subito incappato in decine di siti e chat dove aspiranti genitori e madri surrogate si scambiano alla luce del sole domanda e offerta… di bambini! Non occorre molto tempo per trovare una donna disposta a farsi inseminare artificialmente per dare alla luce il figlio di un’altra coppia.
Il giornalista si finge partner di una coppia gay e incontra nel fast-food di un centro commerciale Caroline, madre di famiglia aspirante surrogata. Filmata con telecamera nascosta. L’accordo s’è fatto in mezz’ora.
Stephanie è una donna che si dice femminista, convinta che “può fare quello che vuole con il suo corpo” e che in fondo “aiuta” chi non può avere un figlio, come le coppie omosessuali. Ha già concepito due bambini per coppie omosessuali, guadagnando in tutto € 45.000.
Sandrine è una donna già di 43 anni, che è disposta a diventare madre surrogata per soli € 7.000. Per assicurarsi di essere contattata solo da persone davvero interessate, chiede € 750 prima di discutere i dettagli.
Nella stessa trasmissione è tornata alla ribalta, con intervista dei protagonisti, una storia già nota (del 2013) e che aveva colpito l’opinione pubblica francese. Esther, madre di quattro figli, si è fatta pagare € 9.000 euro per concepire un figlio per una coppia gay. Dopo il parto, li ha ingannati facendo credere che il bambino fosse morto, per poi “rivenderlo” a un’altra coppia. Esther aveva già venduto in questo modo altri due bambini per € 56.000. La coppia gay, che le ha fatto causa, ha ricevuto poi in Cassazione una condanna di soli € 2.000 (pena poi sospesa) per “provocazione di abbandono di minore” (che è il reato contestato in Francia a chi ricorre illegalmente all’utero in affitto). Pena lieve anche per la donna: un anno di carcere con la condizionale.
In Francia c’è chi lotta comunque per la legalizzazione della “maternità surrogata” (chiamata Gpa: gestazione per altri). Nella stessa trasmissione parla infatti anche il ginecologo Thierry Harvey, impegnato per “inquadrare la pratica dal punto di vista legislativo così da controllarla ed evitare abusi”.
La solita storia, ripetuta da decenni (anche in Italia): lottare per rendere legale un fenomeno, per sé aberrante, per evitare abusi e clandestinità! Quante volte abbiamo sentito e sentiamo questo slogan perverso; utile, come sempre s’è visto, per far passare come “normale” e diffondere nella società, a livello anche politico e legale, ciò che prima sembrava aberrante!

Ecco l’ennesimo tragico esito di sentirci “padroni” della vita, dio di noi stessi!
Dobbiamo allora davvero re-imparare anche ad usare le parole e i verbi giusti: non si fa un figlio, ma si procrea, cioè Dio ne è creatore e signore; i genitori sono strumento, cause seconde, per la nascita del corpo; Dio crea direttamente e immediatamente al concepimento l’anima di ciascuno.
Altrimenti, se si entra nello scivolo di sentirci “padroni della vita”, tutto è possibile!