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La diocesi spagnola di Alcalá de Henares, e il suo Vescovo mons. Juan Antonio Reig Pla, risultano indagati da parte della “Comunità di Madrid”, perché molti Centri di Orientamento Familiare diocesani, dove si rivolgono liberamente tutti coloro che desiderano formare la propria coscienza cristiana e parlare pure dei propri problemi senza alcuna restrizione, aiuterebbero giovani omosessuali, che liberamente appunto chiedono aiuto, a scoprire il disegno d’amore di Dio su di loro e anche, come spesso accade, ad uscire dalla loro sofferta tendenza.

Da quest’azione pastorale sorgono segni di speranza, come il «miracolo» dei giovani che hanno beneficiato dei centri di orientamento familiare e in questi giorni – come testimonia il ‘coraggioso’ vescovo – «sono usciti a raccontare la loro testimonianza. E questo in Spagna è una novità assoluta perché il tema di ciò che significa l’educazione all’affettività, l’educazione nella maturazione dell’amore, nella mascolinità e femminilità, è un tabù», con i tempi che corrono, condizionati dall’ideologia gender. «Avere giovani coraggiosi e anche adulti che escono a dare testimonianza del bene che procura loro la Chiesa per maturare nella loro mascolinità e femminilità e nella loro vocazione all’amore, è qualcosa di nuovo». E che deve essere “censurato” e impedito dal pensiero unico dominante.

L’indagine è partita dopo che un giornalista che si è finto omosessuale ed ha chiesto aiuto in uno dei centri di orientamento familiare che fanno capo alla Chiesa e che prevedono, tra i vari servizi in favore del prossimo, di aiutare coloro che vivono con disagio l’attrazione verso lo stesso sesso e cercano di riscoprire la propria identità maschile o femminile. Al giornalista sotto mentite spoglie era stato consigliato, stando al suo resoconto, di abbandonare la pornografia e la masturbazione, esercitarsi a governare la volontà, parlare con uno psicologo, pregare. Evidentemente troppo per chi veicola la normalizzazione dell’omosessualità e la vuole imporre come una condizione ‘obbligata’ (anche a chi cerca di uscirne), tanto che il reporter ha subito lanciato la magica accusa di “omofobia”, dando il via al linciaggio mediatico e politico.

L’indagine avviata si basa sulla famigerata legge Cifuentes, approvata nel 2016, che prevede multe fino a € 45.000 per chiunque cerchi di aiutare una persona a lasciarsi alle spalle la sua tendenza omosessuale.
In sostanza è l’insegnamento stesso della Chiesa, fondato sulla Sacra Scrittura, a essere ritenuto illegale.

Così il vescovo si è espresso nell’omelia tenuta in una gremitissima cattedrale il 6 aprile scorso: «Stanno facendo del male ai nostri figli … E questo non lo possiamo consentire. Non si tratta in nessun modo di andare contro nessuno, ma si tratta di salvaguardare la libertà della Chiesa, di salvaguardare la libertà religiosa, e di impegnarci se necessario fino al martirio per servire coloro che soffrono e aspettano una parola di speranza da noi pastori della Chiesa: non li possiamo abbandonare». «Il Signore anche oggi apre un cammino di libertà e di speranza, perché il Creatore e il Redentore è l’unico che ci può dare un futuro e un destino eterno. Quanto mi piacerebbe poter dire questo a tutte le persone che pensano che la Chiesa cattolica sia sua nemica […]. Apriamo strade dove non possono neanche i professionisti delle varie scienze umane perché contiamo sulla grazia redentrice di Gesù Cristo che restaura il cuore delle persone». [Il Timone – NEWS, 13.04.2019]

Non si tratta ovviamente di un caso isolato, ma di quanto sta sempre più affermandosi in modo totalitario, come “pensiero unico obbligatorio”, come “dittatura del relativismo”, in tutto l’Occidente.