Come sappiamo, la Repubblica popolare cinese, che conta quasi 1.400.000.000 di abitanti, è governata in modo rigido e dittatoriale dal Partito Comunista, unico partito ammesso in questo immenso Paese. In tale partito-governo l’ideologia marxista-maoista, se si è aperta ad un “capitalismo di stato” peraltro senza scrupoli sul piano dei diritti dei lavoratori e dei cittadini (pensiamo ad esempio alle proteste in corso ad Hong Kong) – portando certo la Cina ad essere una potenza economica mondiale talmente forte da assorbire persino molti settori delle economie occidentali – ha continuato però a considerare la religione una realtà da perseguire (come nel caso della Chiesa Cattolica fedele al Papa) o da essere assorbita e assoggettata al governo, persino con la pretesa di nominare i Vescovi (come nel caso della Chiesa Cattolica cosiddetta “patriottica”).

Nel suo recente viaggio in Corea (13-18 agosto), mentre per la prima volta il volo papale poteva sorvolare il territorio cinese, il Papa, come da consuetudine, ha inviato il suo cortese saluto al Capo di Stato cinese Xi Jinping … senza alcuna risposta.

Ecco i due telegrammi inviati dal Papa, che non hanno avuto alcuna risposta (come invece fanno in genere i Capi di Stato destinatari di tali saluti, a cominciare dal Presidente della Repubblica Italiana):

14.08.2014

HIS EXCELLENCY XI JINPING, PRESIDENT OF THE PEOPLE’S REPUBLIC OF CHINA – BEIJING

UPON ENTERING CHINESE AIR SPACE, I EXTEND BEST WISHES TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS, AND I INVOKE THE DIVINE BLESSINGS OF PEACE AND WELL-BEING UPON THE NATION.

FRANCISCUS PP.

18.08.2014:

HIS EXCELLENCY XI JINPING, PRESIDENT OF THE PEOPLE’S REPUBLIC OF CHINA – BEIJING

RETURNING TO ROME AFTER MY VISIT TO KOREA, I WISH TO RENEW TO YOUR EXCELLENCY AND YOUR FELLOW CITIZENS THE ASSURANCE OF MY BEST WISHES, AS I INVOKE DIVINE BLESSINGS UPON YOUR LAND.

FRANCISCUS PP.

In questi giorni il Presidente cinese era in Italia, per trattare i rapporti commerciali tra Italia/Europa e Cina. Ovviamente senza alcun accenno ad una possibile visita o saluto al Papa; e neppure senza alcun vero riferimento, da parte dei governanti italiani ed europei, ai diritti umani fondamentali così calpestati nell’intero popolo cinese, a cominciare dall’assenza di una vera libertà religiosa. Ciò che conta sono solo gli affari … magari con l’auspicio che la Cina pensi anche ai nostri debiti pubblici, come ha già fatto con quegli statunitensi.

Proprio in questi giorni sono morti due anziani Vescovi cinesi, che nella loro vita, alla pari di quasi tutti i vescovi e sacerdoti fedeli alla Chiesa e al Papa, sono stati crudelmente perseguitati dal governo-partito comunista cinese: Giovanni Crisostomo Lan Shi, vescovo coadiutore emerito della diocesi di Sanyuan (Shanxi), che dovette subire la condanna a terribili lavori forzati, in quanto cattolico, per ben 14 anni; e Giovanni Battista Wang Jin, vescovo emerito di Yuci (Shanxi), che per la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa subì il carcere duro dal 1965 al 1985.

Nonostante tutto ciò aumentano continuamente le conversioni al fede cristiana e alla Chiesa Cattolica, si dice persino all’interno agli organi centrali del Partito Comunista!. Mistero del martirio, che è sempre “seme di nuovi cristiani” (Tertulliano).