Nella News del 28.08.2020 avevamo sottolineato la gravità delle nuove “Linee guida” diffuse dal Ministro della Salute R. Speranza circa l’aborto farmacologico, cioè mediante l’assunzione della pillola RU486, decisione ministeriale secondo cui non è più necessario un ricovero ospedaliero, ma solo un Day-Hospital, cioè una breve visita ambulatoriale per l’assunzione del farmaco, dopodiché la madre può abortire da sola il suo bambino a domicilio (fino alla 9^ settimana di gravidanza)!

Ora arriva in Italia una nuova decisione in favore dell’irresponsabilità sessuale dei giovani e persino della morte dei nascituri.

Infatti l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), con delibera 998/2020 del 8.10.2020, ha tolto l’obbligo della ricetta medica perché una minorenne possa acquistare in farmacia la “pillola dei cinque giorni dopo” (EllaOne: ulipristal acetato). Si tenga presente che tale pillola (ipocritamente detta “contraccettivo d’emergenza”), da assumersi entro 5 giorni dall’avvenuto rapporto sessuale, oltre ad essere contraccettiva (impedendo l’incontro tra uno spermatozoo e un eventuale ovulo pronto per essere fecondato) può pure essere già abortiva (impedendo ad un eventuale ovulo già fecondato – cioè un figlio, un essere umano! – di fare il suo percorso naturale per annidarsi nell’utero, ma viene invece espulso).
La menzogna è persino già sull’efficacia contraccettiva di questa pillola, che in realtà diminuisce proprio nei giorni fecondi. Lo è ancor più quando la sia chiama appunto, come fa anche l’Aifa e il foglio illustrativo (mai come in questo caso è così giusto chiamarlo “bugiardino”), “contraccettivo d’emergenza”, quando invece può essere appunto anche abortiva.
Nascondendo questa potenzialità abortiva, già la vendita del farmaco (si possono ancora chiamare tali queste pillole?!) sorpassava tutte le procedure previste per l’aborto (secondo la legge 194: colloquio presso un consultorio o un medico, anche per prendere coscienza dell’atto e per sé per scoraggiarlo, rilascio del certificato medico; per le minorenni occorre poi il parere dei genitori e se questi sono dissenzienti occorrerebbe una relazione da parte del consultorio da presentare al giudice tutelare).
Ora invece si potrà andare in farmacia, a qualsiasi età, e prendere EllaOne come fosse un’Aspirina!
Strano poi che invece per la cosiddetta “pillola del giorno dopo” (Norlevo) attualmente sia ancora necessaria per le minorenni la ricetta medica (delibera Aifa del 2016).
Si nasconde inoltre che tale pillola può spesso avere effetti collaterali, che necessiterebbero di un parere previo del medico: cefalea, nausea e vomito, noia e mal di stomaco, mal di schiena, dolori muscolari o rigidità, dolore pelvico, tensione mammaria, sensazione di vertigini, mestruazioni abbondanti o dolorose, sbalzi di umore, senso di forte stanchezza. Non a caso il Direttore dell’Aifa (Nicola Magrini) ha sottolineato, pur lodandola, che EllaOne non possa essere usata regolarmente come contraccettivo e che di ciò vanno informate le minorenni!

Tale semplificazione, è un ulteriore grave passo verso la banalizzazione della sessualità e la censura del suo fondamentale potere procreativo, incoraggiando rapporti sessuali facili, immorali e irresponsabili.
Si crea così sempre più una mentalità che, specie nei minorenni, aggrava l’incapacità di amare, di assumersi responsabilità, oltre a renderli sempre più psicologicamente aridi e spiritualmente vuoti e devastati.
Insomma, di fronte ad una adolescenza e ad una gioventù sempre più vuota e disorientata, anche se in realtà fortemente affamata di verità e di significato (sennò non aumenterebbero così tanto le fughe alienanti nelle droghe e nell’alcool, per non dire le depressioni), la società e la cosiddetta scienza (medicina) offre sempre più soluzioni “scacciapensieri” per vivere questo importante fattore della persona e della vita che è la sessualità con assoluta banalità e assenza di verità, potremmo dire semplicemente per “difendersi dalle conseguenze naturali dei propri stessi atti”: preservativi a valanga (presentati come panacea e falsamente come assolutamente sicuri contro malattie e gravidanze, quando invece non lo sono per le stesse case farmaceutiche produttrici, costrette a riconoscere un 5% di fallimento, che seri studi scientifici innalzano fino al 18%), contraccettivi meccanici e chimici, pillole abortive … e se proprio si è “distratti” c’è ora anche l’aborto a domicilio (RU486) fino alla 9^ settimana, per non parlare dell’aborto solito fino al 3° mese e oltre!
(cfr. anche News del 16.03.2017, 31.01.2015, 2.04.2012, 20.01.2012)