Sodoma e Gomorra (se ne occupa anche Nature)

Com’è noto, le città bibliche di Sodoma e Gomorra furono distrutte da Dio a causa dei loro gravi peccati, specie quelli che dalla prima di quelle due città prendono infatti il nome (“sodomia”, cioè i rapporti omosessuali – cfr. Gn 19,1-29 – oppure ora è proibito citare anche la Bibbia?). Si salvò solo Lot, nipote di Abramo, e la sua famiglia, avvisati dagli angeli inviati da Dio perché uscissero da Sodoma e, in quanto rimasti fedeli a Dio e lontani dalle perversioni di quella città, non fossero coinvolti nel tremendo castigo che Dio stava per infliggere.
Ebbene, trattandosi di fatti così remoti (siamo all’inizio della storia della salvezza, cioé della storia biblica, quindi quasi 3700 anni fa), molti pensano che si tratti di miti, la cui storicità ci sfugge. In realtà, anche se si tratta ancora dell’Antico Testamento, è comunque Parola di Dio, dunque veritiera.
Trattandosi poi dell’area attorno alla zona meridionale del Mar Morto (oggi assai ridotto a causa dello sfruttamento idrico del Giordano da parte di Israele, fiume immissario con acque già lì di forte salinità), che finisce nel sale a motivo dell’ovvia impossibilità di avere un emissario (trattandosi della massima depressione terrestre: – m. 400 s.l.m.), alcuni studiosi vi vedono persino un riferimento alla moglie di Lot, ridotta ad una statua di sale, secondo il racconto biblico, per essersi voltata a guardare la distruzione di Sodoma.
Invece, il 20.09.2021 Nature, una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo, ha pubblicato un articolo che potrebbe riguardare proprio questo fatto biblico. Si rileva infatti che un’enorme esplosione abbia interessato l’area attorno al Mar Morto (dove si trova anche Sodoma) nel 1650 a.C.; così che 15 città e 100 paesi della zona furono distrutti e abbandonati per 300-600 anni. Una di queste città, nota agli archeologi, è ad esempio Tall el-Hammam: una città che doveva essere costruita con milioni di mattoni di fango, di cui gli scavi archeologici ne hanno scoperti alcuni, che risultano fusi, almeno con temperature superiori ai 1400-1600 gradi; nelle fondamenta della città si è trovato poi iridio, metallo raro sul nostro pianeta ma assai presente negli asteroidi.
Gli studiosi che si interessano del caso (archeologi, geologi, geochimici, geomorfologi, mineralogi, paleobotanici, sedimentologi) tendono ad escludere che si sia trattato di incendi, eruzioni vulcaniche o terremoti, ma propendono per l’ipotesi dell’impatto di un asteroide o una cometa.
Ci sono infatti forti analogie con quanto avvenuto ad esempio a Tunguska, in Siberia, nel 1908, dove un meteorite o una piccola cometa (di m. 50) ha generato un’energia mille volte superiore a quella della bomba atomica di Hiroshima, interessando un’area di km. 25.
Quanto avvenuto quella volta attorno al Mar Morto, potrebbe dunque essere stato qualcosa del genere, ma di possibili dimensioni maggiori: un asteroide (o piccola cometa) avrebbe impattato l’atmosfera a 61.000 km/h e all’altezza di m. 4000 è esploso generando una palla di fuoco di circa 2000°C di temperatura (in grado appunto di fondere mattoni come quelli ritrovati) e con un’onda d’urto di 1.200 km/h (cioè una pressione di 50 ton/cm2), in grado di polverizzare ogni cosa (anche le mura della città, spesse m. 4) e di uccidere tutta la popolazione.
Fu questa la fine di Sodoma e Gomorra? (leggi)

Attenzione! Tali fenomeni cosmici non sono poi così rari. Un asteroide del genere (OR2 1998, di km. 1,8 di larghezza e km. 4,1 di lunghezza, veloce 8,7 km/sec.) è passato relativamente vicino alla Terra anche il 29.04.2020 (cfr. News, 30.04.2020)!  
“Estote parati”! (cfr. Mt 24,44 e Lc 17,26-37)

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Quando il S. Rosario salva … anche fisicamente

Quando il 6.08.1945 gli americani (aeronautica militare USA) sganciarono la prima bomba atomica della storia sulla città giapponese di Hiroshima (una città peraltro con una notevole densità di cattolici rispetto alla media giapponese), lo scoppio (a m. 580 dal suolo) provocò immediatamente l’uccisione di 80.000 persone (il numero salì a 200.000 con coloro che morirono in seguito all’esplosione e alle radiazioni da essa prodotte) e il 90% degli edifici fu letteralmente raso al suolo!
Nell’area particolarmente colpita (dove non ci fu alcun sopravvissuto nel raggio di 1500 metri dal centro dell’esplosione!) c’era una piccola comunità di 8 Gesuiti (la Compagnia di Gesù è presente in Giappone, tra alterne persecuzioni, da circa 5 secoli). Solo la loro piccola casa non andò distrutta e nessuno di loro morì! Al momento dell’esplosione stavano tutti insieme recitando il S. Rosario! (leggi)  Un monito per il nostro futuro?!

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L’università “La Sapienza” di Roma

Quasi tutte le Università della storia sono state fondate dalla Chiesa Cattolica, compreso la prima (a Bologna), La Sorbona (a Parigi; la sua prima sede era addirittura nel cortile di Notre Dame), Oxford e Cambridge (i cui “Colleges” hanno infatti stupende enormi cappelle simili a cattedrali gotiche).
Anche l’Università “La Sapienza” di Roma, centro della Cattolicità e dove il Papa governava anche la vita civica, fu fondata da un Papa (Bonifacio VIII), nel 1303 (è dunque una delle più antiche del mondo), col titolo di “La Sapienza di Dio”.
Ovviamente, dopo la presa di Roma da parte dei Piemontesi (20.09.1870, vedi e vedi), fu subito “laicizzata”, non solo come proprietà ma come indirizzo culturale (massonico e anticattolico).

Il 17.01.2008 doveva farvi visita, su invito del Rettore, Papa Benedetto XVI, per l’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2007/2008. Joseph Ratzinger, che fu docente in alcune delle più prestigiose università tedesche (Bonn, Regensburg, Tübingen) anche da Papa poté visitare molte prestigiose università del mondo e incontrare diverse realtà accademiche [Ratisbona (12.09.2006, leggi il celebre e stupendo discorso, immediatamente strumentalizzato e criticato in chiave anti-islamica), Tubinga (21.03.2007), Praga (27.09.2009), Madrid (19.08.2011), Washington (17.04.2008), Pavia (22.07.2007), Parma (incontrata in Vaticano, 1.12.2008), ed altre, oltre ovviamente ai molteplici incontri con le prestigiose Università Pontificie con sede in Roma ed altre Università cattoliche, a Roma (Lumsa, 12.11.2009; Cattolica, 3.05.2012) e nel mondo]. In quelle occasioni, incontrando il mondo accademico (docenti e studenti) Benedetto XVI ha sempre tenuto discorsi di altissimo profilo culturale (come lui sapeva fare), così come quando ha incontrato le realtà culturali più prestigiose del mondo (cfr. ad esempio l’incontro col mondo della cultura al Collège des Bernardins a Parigi, il 12.09.2008 vedi).
Invece a Roma, centro mondiale della Cattolicità e città di cui il Papa è Vescovo, molti docenti, studenti e organi accademici dell’Università “La Sapienza” (fondata appunto da un Papa), hanno sollevato mille obiezioni e contestazioni, così che due giorni prima dell’evento Papa Benedetto XVI è stato di fatto costretto a declinare l’invito (facendo però giungere e rendendo pubblico il testo dell’eccezionale discorso che vi avrebbe tenuto – leggi).

In questi giorni è stato assegnato il Premio Nobel per la Fisica al prof. Giorgio Parisi. Avrà certamente competenze di primo piano nel mondo della fisica, ma non certo sul piano storico e sul rapporto tra Chiesa e cultura e tra fede e scienza, per non dire sulla libertà di espressione. Docente appunto all’Università “La Sapienza”, Parisi fu uno dei 67 docenti che si opposero pubblicamente alla visita di Benedetto XVI in quella università romana, con un comunicato ufficiale che è stracolmo di luoghi comuni sull’opposizione tra scienza e fede e soprattutto sul “caso Galileo” (leggi) [cfr. invece nel sito il documento e il dossier su cosa fu davvero, documenti storici alla mano, il cosiddetto “caso Galileo”, perché quello cui si riferisce il prof. Parisi è quello inventato 2 secoli dopo Galileo dalla polemica anticattolica e scientista appunto del XIX secolo!]

Ironia e beffe della storia e della mentalità laicista italiana: la stessa Università romana (La Sapienza), l’anno dopo (11.06.2009) accolse invece con tutti gli onori il leader libico colonnello Muammar Gheddafi, che poté incontrare gli studenti e il mondo accademico nell’aula magna e tenere un discorso di elogio dell’Islam!
Solo 2 anni dopo (il 20.10.2011) il leader libico fu ucciso dalle forze dell’ONU, USA (Obama) e francesi, che volevano cavalcare le cosiddette “primavere arabe”, da loro promosse, ma hanno invece gettato la Libia nel caos, pericolosissimo per l’Italia, sia per le risorse energetiche (metano e petrolio) che ci fornisce, sia per la questione dell’immigrazione clandestina proveniente dalle coste libiche.

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Vertici anglicani si convertono al cattolicesimo

Nella News del 19.05.2018 (in occasione del matrimonio del principe inglese Harry), avevamo fatto cenno ad alcuni dati storici circa la separazione degli Anglicani dalla Chiesa Cattolica (nel sec. XVI) e alla terribile persecuzione da essi operata contro i Cattolici; un’ostilità anti-romana che segna non poco ancor oggi la loro mentalità, guardando dall’alto in basso i Cattolici denominati come “romani” e “papisti” (avevamo sottolineato come anche Meghan Markle, cattolica, per sposare il principe Harry ha dovuto ufficialmente “abiurare” dalla Chiesa Cattolica e farsi anglicana).
Nel corso di questi 5 secoli non sono però mancate grandi conversioni dall’anglicanesimo al cattolicesimo; una delle più significative, se non altro per lo spessore anche intellettuale della persona, fu quella di John Henry Newman (1801 – 1890), un teologo e filosofo inglese, già presbitero anglicano, che divenne cattolico nel 1845; fu ordinato sacerdote cattolico due anni dopo (non essendo certo valida la sua Ordinazione precedente) e venne poi creato cardinale (senza essere vescovo) da Leone XIII nel 1879. Decisivi, illuminanti e di grandissima levatura intellettuale e spirituale, i suoi scritti sono un patrimonio enorme offerto alla Chiesa, al mondo, alle nostre menti e alle nostre anime. Benedetto XVI l’ha proclamato Beato il 19.09.2010, durante il suo straordinario viaggio nel Regno Unito (vedi).
Recentemente gran parte della Chiesa anglicana, che nel mondo conta 42 milioni di fedeli, ha conosciuto degli sbandamenti ideologici di notevole gravità, giungendo persino ad avere sacerdoti e vescovi non solo sposati, ma anche donne o addirittura omosessuali conviventi!
Anche a causa di questo, ma non solo, moltissimi anglicani, compreso sacerdoti e vescovi (che di fatto non lo sono in quanto non creati nella “successione apostolica” ma nominati dalla Regina, che ufficialmente è capo della Chiesa anglicana dai tempi appunto di Enrico VIII, che si separò da Roma e fece la “sua” Chiesa nel XVI secolo), hanno compreso che dovevano tornare nella autentica fede e comunione della Chiesa Cattolica (l’unica, quella istituita da Cristo Signore). Il fenomeno di riconversione al cattolicesimo è talmente vasto, anche se avversato dai loro connazionali anglicani, che Benedetto XVI li ha ufficialmente accolti (compreso sacerdoti e vescovi) il 4.11.2009, con la Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus (vedi), costituendo per loro degli “Ordinariati personali” (con delle provvisorie ed eccezionali dispense dal celibato per quei sacerdoti e prelati che risultassero già sposati e con prole e comunque da ordinare di nuovo, o meglio per la prima volta, data appunto l’invalidità delle precedente ordinazione anglicana).
Come abbiamo sottolineato nella News del 21.12.2019, tra i Vescovi di particolare importanza che sono tornati nella piena comunione cattolica c’è anche Gavin Ashenden, che fu non solo un noto predicatore anglicano pure in televisione ma addirittura dal 2008 al 2017 ricoprì l’importante incarico di Cappellano di Sua Maestà la Regina Elisabetta II.
Nel mese scorso anche il vescovo anglicano Jonathan Goodall di Ebbsfleet ha abbandonato l’anglicanesimo e si è fatto cattolico.
In questi giorni ha abbandonato la Chiesa Anglicana ed è tornato alla Chiesa Cattolica anche un altro importantissimo vescovo anglicano, Nazir-Ali (figlio di un musulmano convertito, proveniente dal Pakistan, era il più giovane vescovo anglicano e fu persino candidato ad esserne il Primate) e presto sarà ordinato sacerdote cattolico. Il prelato, tra l’altro, ha riconosciuto la subordinazione della Chiesa e della fede anglicana al relativismo della modernità e del pensiero unico dominante, asserendo testualmente che «lo scisma della Riforma è ormai esaurito»! (leggi)

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Germania … islamica

Già altre volte ci siamo soffermati sulla crisi della fede cristiana (cattolica o luterana) in Germania, nonostante la Chiesa Cattolica tedesca sia molto ricca e superorganizzata e faccia molto parlare di sé (cfr. News 2.05.2021 e 18.02.2020); così come abbiamo altre volte sottolineato la forte e crescente presenza islamica nel Paese [addirittura sostenuta economicamente dalla Turchia di Erdoğan (cfr. News 2.10.2018 in occasione della sua solenne “visita di stato” in Germania; cfr. pure News 5.12.2019 e 5.03.2019)].
In Germania vivono infatti ormai 4,5 milioni di musulmani. Così, solo nella città di Colonia ci sono 35 moschee, tra cui la più grande di Germania, inaugurata solennemente da Erdoğan nel 2018.
L’amministrazione civica di Colonia aveva però allora vietato che da tali moschee si levasse, mediante altoparlanti, il richiamo pubblico dei “muezzin” alla preghiera (sono brani del Corano cantati in tono arabo 5 volte al giorno, a cominciare da prima dell’alba, com’è tradizione islamica e come avviene ad esempio nei Paesi arabi). Ebbene, in questi giorni l’amministrazione comunale di Colonia ha deciso di scendere un poco a compromesso, cominciando a permettere il richiamo pubblico sonoro dei muezzin (mediante altoparlanti fissati sui tetti o sui minareti delle moschee) per la preghiera islamica del venerdì (per 5’, dalle 12 alle 15 e con volume non troppo alto)!
Il sindaco (sindaca) della città, Henriette Reker, si è così vantata della decisione presa: “Colonia è la città della libertà e della diversità. Vi suonano le campane di molte chiese. È giusto che i musulmani abbiano il loro richiamo. Permettere la chiamata del muezzin per me è un segno di rispetto”.
Ecco dove arriva la cancellazione del proprio passato (così infatti voleva l’Illuminismo e la rivoluzione francese, vedi), l’apostasia dalla propria fede, l’abbandono delle propria cultura, tradizione, identità (chiamati dispregiativamente “sovranismo”) e dove porta l’accoglienza, la tolleranza, il multiculturalismo e il dialogo interreligioso senza discernimento.
Non è difficile immaginare che, mentre le chiese saranno sempre più vuote o vendute, tra non molto nel cielo di Colonia e di Germania (per non dire dell’intera Europa Occidentale) risuoneranno gli alti richiami del Corano, 5 volte al giorno, già prima dell’alba, come avviene appunto nei Paesi islamici.
Peccato che nella maggior parte dei Paesi musulmani siano vietate le chiese, i campanili, le campane e spesso (come avviene in Arabia Saudita), si rischia il carcere anche solo se si è trovati a leggere pure privatamente il Vangelo!