Con una sempre più invasiva archiviazione e tracciabilità elettronica dei cittadini si compiono nuovi passi avanti verso un controllo globale

Controllo elettronico globale


Un potere sempre più inclusivo ed invasivo

Altre volte siamo intervenuti su questo argomento, con documenti appositi [cfr. documenti/News del 23.01.2022 (vedi), del 1.07.2021 (vedi) e del 9.07.2020 (vedi), oltre ad altre News]. Aggiungiamo ora qualche recente notizia in merito.

L’avvento dell’elettronica ha costituito certo una grande rivoluzione nella vita personale e sociale, al pari dell’invenzione dell’elettricità. Tutto, in poco tempo e soprattutto attraverso internet, s’è enormemente velocizzato, così da poter disporre persino “in tempo reale” (strana questa dicitura, applicata peraltro ad un mondo che invece è virtuale) di una oceanica massa di documenti, la cui ricerca, solo pochi decenni orsono, avrebbe richiesto, laddove possibile, mesi e mesi di lavoro.

In 30 anni si è passati dall’onnipresenza del computer (40 anni fa ancora inutilizzato a livello domestico personale; si chiamerà infatti pc: “personal computer”), così da rendere ormai impossibile la vita senza di esso, all’uso persino patologico* dello smartphone, inteso ormai come vera e propria “protesi umana”, senza la cui presenza costante ed attiva la maggior parte della gente, a cominciare dalle più verdi età, non resisterebbe neppure un’ora.
L’arrivo dei social, peraltro in mano a pochi e potentissimi “privati” e tutt’altro che ideologicamente “neutri” (vedi poi), ha infine obbligato, pena appunto l’essere esclusi dal moderno consorzio umano e considerati a-sociali, specie appunto tra giovani e adolescenti, a tenere e condividere una sorta di “telecronaca diretta” della vita. Non contra ormai più vivere un’esperienza, tanto meno se essa sia buona o cattiva, ma riprenderla e condividerla immediatamente. Ciò vale anche per i filmati, le notizie, gli avvenimenti: ciò che conta è che circolino velocissimamente, senza mai il tempo per pensare, tanto meno per fare un ragionamento. Oggi vediamo poi persone che non guardano neppure più la realtà “dal vivo” (fosse pure uno stupendo panorama), ma sono solo preoccupate di riprenderla per archiviarla e soprattutto per condividerla immediatamente. Allo stesso modo appare ormai normale che persino in un gruppo di ragazzini, solo apparentemente in compagnia, ciascuno sia singolarmente impegnato a guardare il proprio smartphone!
* Sulle “patologie” dei ragazzi (veri e propri disturbi mentali!), legate all’uso spasmodico e persino compulsivo dello smartphone e dei social, c’è ormai un’ampia letteratura medica; di recente 1200 famiglie sono giunte addirittura ad intentare causa legale contro i social (leggi).
L’oceano di informazioni possibili è talmente vasto che, nonostante l’enorme quantità di tempo che la maggior parte della gente offre quotidianamente a questo “idolo” (pc o smartphone che sia), oltre a dover ricorrere ovviamente ai potenti “motori di ricerca” e affidarsi ai “padroni” dei social, tutt’altro che neutrali (v. poi), salta rapidamente da un sito ad un altro, senza soffermarsi su nulla, senza riflettere e pensare! Inoltre, per semplificare le ricerche (in realtà diventando sempre più “tracciabili”!), si è continuamente invitati a scaricare innumerevoli “app” (guai a chiamarle “applicazioni”). [Sull’invasività delle app, vero e proprio potere digitale, leggi]
Così pare ormai che l’attenzione dei fruitori di tali notizie o articoli non superi le poche righe o i pochi secondi! Tutto deve essere consumato velocemente, non tanto perché manchi il tempo, quanto per passare a sempre nuove notizie, da raccogliere e poi dimenticare nell’arco di un giorno al massimo. Fermarsi a “pensare”, capire, ragionare, è roba ormai da pochi “eletti”! Ultimamente si osserva poi che un audio, che non superi ovviamente i pochi minuti, registra maggiore attenzione che non uno scritto, sia pur breve (inoltre l’audio può essere ascoltato facendo anche altro e in ambienti diversi); così anche famosi articolisti optano sempre più per questa forma “vocale” di intervento.

Soffermiamoci ancora, come appunto s’è fatto in passato (cfr. documenti sopra citati), sul vero e terribile risvolto che tale potere di informazione e comunicazione comporta, addirittura come primo movente: ogni persona e ogni sua attività, persino ogni sua scelta (e pensiero), diventa così sempre più tracciabile, archiviabile, vendibile, utilizzabile dal potere, non solo commerciale ma statale e persino globale!

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Tale potere ha avuto peraltro un eccezionale banco di prova sociale nella appena trascorsa era pandemica. 
Si chiama già così, anche se in realtà sono stati solo 3 anni (2020/2023); ma il potere globale (della politica, per non dire della Big-Pharma) desidererebbe lasciare l’umanità costantemente sotto questa presunta “spada di Damocle”, cioè sotto la minaccia di sempre nuove possibili pandemie e soprattutto sotto il ricatto di salvezza offerta da sempre nuovi vaccini! Comunque, se non si riuscirà nell’intento, il potere globale ha sempre pronta ormai l’emergenza “ecologica”, con le sue menzogne e i suoi diktat (vedi).
Sarebbe bene ricordare quanto tale potere (economico, politico, di comunicazione di massa a senso unico e senza alcuna possibilità di dissenso) abbia costretto milioni di persone, anche in Italia, a sottoporsi anche alle più irrazionali disposizioni governative (vedi ad esempio quanto qui sottolineato nella News/documento del 12.10.2021). Oltre a censurare (tuttora!) la vera causa del Covid-19 e senza mai approfondire la questione della sua reale trasmissibilità [nei primi tempi si parlò pure del “tatto”, con relativo obbligo dei guanti, e si ostentò, anche da parte delle massime autorità, il saluto col gomito invece che la stretta di mano; invece mai si è esaminata la possibilità di trasmissione ad esempio attraverso i cani; ora anche la Pfizer (USA), che tanto ha influenzato le scelte dei governi occidentali (Vaticano compreso!), ha ammesso che i vaccini non impediscono la trasmissibilità del virus! (come la mettiamo allora col greenpass, vero e proprio “lasciapassare” per vivere?]. Col totale “lockdown” si sono inventate limitazioni totalmente irrazionali (si poteva andare dal tabaccaio ma non in chiesa, neanche da soli), con tanto di interventi armati nei confronti dei possibili dissidenti (fosse anche un solitario corridore sulla spiaggia, inseguito con l’elicottero, o l’intervento della polizia municipale fino ad interrompere in modo blasfemo la celebrazione solitaria della S. Messa di un sacerdote), che si sono poi protratte in altre assurde limitazioni (il “coprifuoco” dalle ore 22: perché il virus di notte era più pericoloso?), fino al dogma della capacità difensiva della fatidica “mascherina”, vero e proprio simbolo di sudditanza agli ordini statali. Ricordiamo in proposito i continui DPCM, anche in piena notte, a loro volta succubi di sedicenti Comitati tecnico-scientifici. Il tutto creando mediaticamente (a tambur battente!) un vero e proprio “panico sociale”, pilotato, unilaterale ed ossessivo, fino a provocare in molti disturbi psichici e fobie sociali! … Tanto per ricordare qualcosa!
S’è trattato, tra l’altro, di un vero e proprio “esperimento sociale”, per dimostrare, col ricatto sanitario (la salute fisica come unico ideale permesso), come lo Stato possa improvvisamente abolire le leggi, la democrazia e i diritti fondamentali, invadendo persino la vita privata dei cittadini. 
E purtroppo in tutto ciò anche la Chiesa Cattolica si è mostrata totalmente prona al potere, rinunciando a se stessa e persino ai Sacramenti!
Quando poi s’è trattato della presunta “salvezza”, annunciata come un vero e proprio “Messia”, portata, senza vera base scientifica (senza reale adeguata sperimentazione e persino con gravissime reazioni avverse) e sotto pressione di enormi poteri commerciali, dal sedicente vaccino, allora l’invasività statale s’è spinta fino a far perdere il posto di lavoro ai dissidenti (considerati suicidi-omicidi anche dai vertici dello Stato!) e a costringere ad un’obbedienza cieca ed assoluta. Ed anche in questo caso l’elettronica è venuta in soccorso per attuare, come un dogma assoluto (quanto invece indimostrato e poi persino smentito appunto dalle stesse case farmaceutiche!), tale obbligo sociale: il fatidico “green-pass”! Elettronica, controllo sociale e persino quanto iniettato nei corpi, veniva così accomunato, tracciabile, archiviabile e dimostrabile come vera a propria “conditio sine qua non” per poter vivere in società e persino per lavorare, cioè per vivere!

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Circa la sempre più invasiva archiviazione e tracciabilità elettronica (digitale) dei cittadini, ignari di poter essere così osservati senza possibilità di scampo dal grande potere non solo commerciale ma persino statale, si compiono sempre nuovi passi avanti, anche in Italia!

Mentre si sta progressivamente passando all’elettronica per i documenti personali [dal Passaporto elettronico alla Tessera Sanitaria, alla Patente di guida, per giungere alla Carta d’identità elettronica (CIE), tutti documenti con microchip in cui sono nascosti innumerevoli dati personali, anche di natura sensibile e persino con le proprie impronte digitali] da due anni è divenuto praticamente obbligatorio lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).
Ovviamente, ogni nuovo sistema di catalogazione elettronica presenta dei vantaggi e offre dei servizi (in questo caso la possibilità di poter ottenere a domicilio documenti e una quantità enorme di servizi sociali, compreso quelli relativi all’Agenzia delle Entrate); ma intanto nulla rimane totalmente privato e nascosto al potere statale.
Così, solo per attivare lo SPID, occorre fornire ed inserire la propria CIE (Carta d’Identità Elettronica), la Tessera Sanitaria, ma anche il proprio numero di cellulare (che dice continuamente dove siamo) e la propria e-mail; quindi occorre accettare nel proprio cellulare una app (OTP servito dal proprio Identity Provider in convenzione a tempo) per poter accedere ogni volta al proprio SPID.
Si profila ora in merito un nuovo e più potente “accentramento statalista”, che lega indissolubilmente SPID e CIE. (leggi)
[A proposito della “trappola dell’identità digitale” leggi]

In questo modo dal 2022 l’intera popolazione italiana è entrata a far parte di un grande database elettronico chiamato ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente). Essa permette certo delle comodità, come poter scaricare i propri documenti, mediante lo SPID (che diventa così sempre più indispensabile); ma traduce a livello di un unico strumento elettronico dello Stato milioni di schedari cartacei prima separati.
I propri documenti anagrafici sono dunque così scaricabili direttamente e gratuitamente on-line; ed ogni variazione effettuata sui dati dell’ANPR è istantaneamente condiviso con l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e la Motorizzazione Civile (che dunque vengono ad interagire).

Abolizione del contante

È evidente che nel mondo si va attuando un’altra “rivoluzione” in riferimento agli scambi commerciali personali: come si è passati ai primordi dell’umanità dal “baratto” (scambio di merci) al denaro (circolazione di simboli, in metallo o cartaceo, in riferimento a depositi centralizzati corrispondenti, normalmente in oro), e il dollaro USA ($) è diventato nell’ultimo secolo il punto di riferimento per tutte le altre valute, così ora si sta rapidamente passando, specie in Occidente, alla pura tracciabilità elettronica, che pian piano verrà a sostituire il denaro (abolizione del contante).
Come sempre, nelle democrazie occidentali si fa finta di discutere di tutto (in questo caso: qual è il limite per i pagamenti in contante?), ma non si può discutere della questione di fondo; perché queste cose vengono decise altrove, dai poteri occulti.
Anche in questo caso è indubbio che si tratti di comodità, di “servizi”, come si dice sempre: non si deve più portare con sé denaro, non si deve pensare a cambi in caso di viaggi all’estero. E come sempre si usano anche in questo caso delle belle ma ingannevoli parole e nobili finalità: lo si fa per combattere l’evasione fiscale! [Perché, i grandi veri evasori, banche comprese, pagano in contanti i loro astronomici giri di denaro? oppure gli interessi economici dei politici passano attraverso il borsellino? (vedi ad es. lo scandalo UE/Qatar)]! Psicologicamente, poi, il non vedere il denaro diminuisce l’impressione di spendere e quindi aumenta le spese (come il supermercato, che favorisce psicologicamente gli acquisti mettendo tutto sotto gli occhi ma pagando solo alla fine).
In realtà, come al solito, anche dietro questo radicale cambiamento si nascondono pericolose insidie.
Al di là della piena “tracciabilità” (e archiviazione) anche del più piccolo pagamento (con tanto di data, luogo e causale del pagamento), e quindi di controllo totale*, si verifica un sostanziale cambiamento, potremmo persino dire “di proprietà”!
* In proposito si prospetta ormai, per questo tipo di pagamenti elettronici, pure il sistema di “riconoscimento biometrico” (operazioni mediante impronta digitale o riconoscimento facciale attraverso il cellulare).
[Circa il riconoscimento vocale o facciale e la possibilità di pagamenti anche con questi mezzi (in Giappone la si usa anche al supermercato, senza più bisogno della Cassa) vedi la News/documento del 23.01.2022].
I nuovi “padroni del mondo” non sono nemmeno più gli industriali o i super-ricchi e ormai neppure più il potere statale, ma le banche (e semmai l’oligarchia mondiale dei loro maggiori azionisti). Ad esempio in Italia, pagare in contanti significava far riferimento alla Banca d’Italia (com’era scritto sulle banconote delle lire); poi, dal 1.01.2002 (introduzione dell’euro), si è cominciato a far riferimento alla BCE (Banca Centrale Europea), cedendo il potere a questi non sempre identificabili templi dell’economia e della finanza (ricordiamo il famoso ritornello “ce lo chiede l’Europa”, che ci ha costretti a immensi sacrifici!). Ora, cosa avviene con i pagamenti elettronici (carte di credito, bancomat, ecc.)? Che il riferimento e il potere passa totalmente in mano alle banche (peraltro sempre più riunite in grandi centri di potere, persino a livello planetario). A questo punto, essendo tutti costretti (anche il più umile pensionato come il piccolo risparmiatore) ad avere un conto corrente, tali enti bancari possono decidere di noi qualsiasi cosa: azzerare gli interessi [mentre gli interessi chiesti ai debitori sono sempre altissimi e l’inflazione torna a salire a livelli di “Prima Repubblica” (ma allora lo Stato poteva intervenire sula propria valuta e le banche erano costrette a far salire gli interessi dei conti corrente)], aumentare i costi, potrebbero persino effettuare prelievi forzati e addirittura acquisire i depositi (se le banche guadagnano sono esse ad incassarne i profitti, mentre se perdono o persino falliscono è lo Stato e i singoli cittadini a farne tragicamente le spese!). Del resto, a livello di centri mondiali della finanza e dell’economia (ad es. il Forum di Davos, vedi News, 29.01.2021) c’è chi ipotizza persino l’abolizione della proprietà privata! (leggi)
Circa l’enorme potere mondiale delle banche e dei loro circuiti internazionali ricordiamo ad esempio come negli ultimi tempi del pontificato di Benedetto XVI il circuito bancario internazionale (SWIFT) escluse imperiosamente la Città del Vaticano (bloccando così la circolarità delle carte di credito, divenute improvvisamente inutilizzabili, persino dalle migliaia di visitatori stranieri dei Musei Vaticani); le carte di credito e i sistemi elettronici di pagamento tornarono immediatamente a funzionare, guarda caso, dopo la Rinuncia di Benedetto XVI ! 

Se in Paesi come la Cina (v. sotto), la dittatura del governo comunista usa ampiamente l’elettronica per catalogare, premiare o punire tutti i cittadini, tali minacce di controllo elettronico di tipo ideologico potrebbero affacciarsi imperiosamente anche a livello globale e al servizio delle nuove ideologie.
Dato che l’ecologismo si impone sempre più (vedi documento) come nuova ideologia, potere globale e persino religione (una forma di ritorno al panteismo), a scapito dell’uomo (considerato l’unico vero problema del pianeta!), anche l’elettronica, il controllo elettronico e financo i pagamenti con carte di credito potrebbero in futuro essere vincolati all’obbedienza ecologista.
Non si tratta di ipotesi distopiche, da fantascienza o fantapolitica, ma di una concreta proposta emersa ad un Forum internazionale (la carta di credito secondo l’obbedienza ecologica!) (leggi)

In auto

Visto che pure il mondo dell’automobile va sempre più incontro a pericolose e false ideologie ecologiste ed ambientaliste (ad esempio: solo auto elettriche? L’Italia fallirebbe completamente!), facciamo altre due osservazioni sull’onnipresenza dell’elettronica anche nei nostri viaggi e spostamenti in auto. Anche in questo caso si tratta di “controllo elettronico globale” della vita dei cittadini, ovviamente mascherato come sempre nuovi “servizi”.

Telepass
Con questo noto “servizio” (più o meno a pagamento) avevamo acquisito la nota possibilità di attraversare i caselli autostradali senza fermarsi (ma lasciando a perpetua memoria, in caso a disposizione pure della Magistratura, la propria traccia elettronica, cioè dove eravamo a quell’ora, da dove venivamo e dove andavamo), godendo di corsie preferenziali ed evitare così snervanti code nei giorni o momenti di maggior traffico. Poi si è passati alla possibilità, con questo piccolo strumento da affiggere al parabrezza, di entrare in zone riservate o in certi parcheggi e di salire su molti traghetti. Ora le possibilità di utilizzo si sono estese addirittura a diversi acquisti e persino a certi impianti di risalita di alcune rinomate zone sciistiche. Tutto facile … ma sotto controllo!

La scatola nera
Se questa parola, dal sapore un po’ tragico, fino a poco fa andava ad indicare quel sistema di registrazione di tutte le operazioni di volo di un aereo (così, ritrovandola anche dopo uno schianto, poteva fornire preziose anche se tragiche informazioni sulle cause dell’incidente), ora la parola è entrata anche nel mondo della automobili; e c’è chi assicura che diventerà obbligatoria (come lo è già sui camion e autobus), a disposizione persino delle autorità (per la verifica dell’obbedienza o meno al Codice della strada e alle nuove disposizioni governative in merito).
Tale dispositivo di registrazione dell’intera vita dell’automobile (e del comportamento stradale dell’automobilista!) è fortemente incoraggiato anche dalle Compagnie di assicurazione, con tanto di sconti sulla polizza, per decifrare comportamenti virtuosi o impropri dell’utente, come pure per uno scarso uso dell’auto stessa.
Si tratta però appunto di un “controllo totale” della vita dell’auto e persino del comportamento dell’automobilista: oltre alla continua e registrata geolocalizzazione (dove siamo; questo lo fa già il navigatore, come del resto il cellulare), la “scatola nera” terrà a memoria i km parziali e totali percorsi, se si siano verificati incidenti, decifrando e memorizzando il comportamento stesso dell’autista (velocità, ore di guida, ecc.).
Appunto: tutto sotto controllo!
[Non dimentichiamo che in Cina (v. sotto), un comportamento scorretto in auto può far apparire il proprio nome e cognome, a pubblico dispregio, su maxischermi stradali, oltre a far perdere privilegi (non poter prendere treni ad alta velocità, veder ridotta la velocità della propria connessione internet domestica e persino vedersi ridotti gli interessi bancari sul proprio conto corrente)]

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Ipocrisia delle leggi sulla privacy
Di fronte a questa invasiva presenza del “controllo elettronico” sulla nostra vita, anche privata, moltiplicata dall’uso abnorme dei dispositivi elettronici (pc, tablet, smartphone, …) e delle presenza in essi di innumerevoli applicazioni fornite da terzi (app), per non parlare di internet e delle sempre più onnipresenti webcam in luoghi pubblici, che possono riprenderci continuamente e senza alcun permesso, diventa davvero ipocrita continuare ad ostentare leggi e disposizioni a garanzia della nostra cosiddetta “privacy”!
Lo scorso anno lo ha sottolineato nientemeno che Pasquale Stanzione, Presidente dell’Autorità garante della privacy, nella sua Relazione annuale pronunciata in Senato. (leggi)

[A proposito di webcam e di controllo elettronico statale, cosa accade quando tali sistemi vanno in mano a dittature che vogliono controllare tutta la vita dei cittadini e non ammettono dissensi?
Oltre alla Cina, ultimamente anche il governo dei Talebani in Afghanistan (vedi News, 19.08.2021) ha pensato di attrezzarsi in tal senso, installando in un quartiere di Kabul, a spese peraltro dei residenti, ben 2000 telecamere a circuito chiuso (leggi)]

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Ancora a proposito dei socialmedia
e delle loro censure ideologiche e politiche

Essendo di proprietà di privati (grandi magnati), non è difficile per loro trincerarsi dietro loro insindacabili scelte nel promuovere o rimuovere (cioè censurare) gli interventi di coloro che “liberamente” hanno scelto le loro piattaforme mondiali per comunicare.
Non si venga però a parlare di libertà di informazione e neutralità di giudizi!
La censura dei social non si evidenzia però solo in Paesi dittatoriali come la Cina, ma anche in Paesi che ostentano nel mondo la loro “democrazia”, come gli USA.
Il caso più eclatante s’è evidenziato in occasione delle ultime elezioni presidenziali USA, in cui, già in piena propaganda elettorale, si è nientemeno che “oscurato” il Presidente uscente D. Trump, obbligandolo a creare un proprio social al fine di garantire l’obiettività di informazione!
Però, anche sulla questione Covid-19 e relativi vaccini, i social sono stati censurati nientemeno che dal Presidente USA Biden. (leggi)
Del resto, dopo l’acquisto di Twitter da parte del magnate Elon Musk, s’è venuto a sapere come il social media abbia compiuto pesanti selezioni e censure circa il Covid-19 (leggi) ed abbia addirittura ricevuto direttive dal governo USA a scopi militari, ad esempio per influenzare l’opinione pubblica in Yemen, Siria, Iraq e Kuwait! (leggi)

Infine torniamo ancora una volta sulla situazione in Cina, cioè sull’uso e la censura dei social in tale dittatura comunista che riguarda 1,4 miliardi di persone!
Sul cosiddetto “Sistema di Credito Sociale”, per il controllo elettronico della popolazione, con relativi giudizi, premi e castighi da parte del governo, eravamo già intervenuti altre volte (ad es. vedi News, 2.03.2020, proprio mentre dilagava dalla Cina il Covid-19).
In proposito, durante la pandemia il governo cinese ha usato qualcosa di analogo all’italiano “green-pass”, ma, come dovevasi dimostrare, se ne è servito anche per tracciare i propri dissidenti politici! (leggi)
Inoltre il governo cinese controlla e censura ampiamente internet. (leggi)
Google, Microsoft e Apple hanno accettato tutte le censure del Partito Comunista Cinese, pur di fare affari in Cina (la Apple realizza oggi in Cina 1/5 dei propri profitti). Così apprendiamo dal New York Times: “La Apple, con i suoi iPhone, è diventato braccio armato della censura di Xi-Jinping. Migliaia di app sono state fatte sparire dall’App store cinese perché invise al Partito, al quale la Apple consegna i dati personali degli utenti”!|Così, in soli 2 anni, Apple ha rimosso in Cina, su comando del governo, 1.217 app.
Nonostante ciò, qualcosa è sfuggito di mano anche al governo cinese e al suo “controllo sociale”… (leggi
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Perché il “padrone del mondo” (cfr. Gv 12,31) si crede Dio, e lo vuol far credere … ma non lo è!